2053 Le Nuove Acque è un fumetto post-apocalittico che ci trascina in un pianeta Terra a cui un maelstrom ha cambiato i connotati al punto da rendere invivibili certe località, isolare porzioni di popolazione e dare il via ad atti violenti. Noi di InfoNerd ne siamo stati molto colpiti e oggi vi parliamo di questa perla made in Italy

(Mappa del mondo post-Domino di 2053 Le Nuove Acque)
(Mappa del mondo post-Domino di 2053 Le Nuove Acque)

2053 Le Nuove Acque è un fumetto italiano pubblicato da Manticora Autoproduzioni, casa editrice nata nel 2012 a Bologna da un collettivo di giovani artisti dell’Accademia di Belle Arti, composto da otto storie.

Ogni storia ha un autore diverso e un’ambientazione diversa, ma esse sono tenute insieme da una cornice narrativa: il viaggio di Bertram Morris del Comitato di Ventura globale inglese con Nessie, la sua mongolfiera, nel tentativo di stilare una nuova storiografia dell’era odierna da donare alla civiltà futura.

(Mappa del mondo post-Domino di 2053 Le Nuove Acque)
(Mappa del mondo post-Domino di 2053 – Le Nuove Acque)

La cornice narrativa di 2053 Le Nuove Acque

Tra storie stilisticamente diverse sia dal punto di vista narrativo che dal punto di vista del disegno, l’unica costante è Bertram Morris e la sua mongolfiera, novello Phileas Fogg del mondo post-Domino (così viene chiamato il maelstrom che nel 2022 ha spazzato via la Terra che conosciamo) che – non per scommessa, ma per idealismo – viaggia per il mondo con lo scopo di riscoprirlo nelle sue fattezze attuali.

E di volta in volta la figura di Morris accentra intorno a se una sfumatura diversa.

(Nessie, la mongolfiera di Bertram Morris in 2053 Le Nuove Acque)
(Nessie, la mongolfiera di Bertram Morris in 2053 Le Nuove Acque)

Bertram Morris e il suo percorso in 2053 Le Nuove Acque

Alcune delle storie, cosa che ho molto apprezzato proprio per il dare un senso di realtà alla storia, fanno vedere come le azioni di Bertram Morris, aldilà delle sue buone intenzioni, abbiano portato dei risultati inaspettati e nefasti.

Questo lo vediamo fin dal primo racconto di 2053 Le Nuove Acque, La Scelta di David Ferracci, il quale mostra come l’agire nel modo più razionale possibile possa togliere delle opportunità, anche se non sapremo mai noi lettori quanto quelle opportunità siano reali o siano tenute in vita solo dalla speranza.

(Dettaglio di una delle tavole di La Scelta, racconto di 2053 Le Nuove Acque)
(Dettaglio di una delle tavole di La Scelta, racconto di 2053 – Le Nuove Acque)

E la stessa cosa succede nel racconto Arnatuk di Ilaria Apostoli che, tra miti inuit e atti ignobili ci mostra come la via verso l’inferno sia lastricata di buone intenzioni, e come le buone azioni di qualcuno come Bertram Morris possano celare un futuro non proprio luminoso.

(Dettaglio di una tavola di Arnatuk, racconto di 2053 Le Nuove Acque)
(Dettaglio di una tavola di Arnatuk, racconto di 2053 Le Nuove Acque)

In un racconto in particolare invece, All’unico sole della terra di Anna Ferrari, la figura di Bertram Morris assumerà i tratti del deus ex machina, aggiungendo una nuova sfaccettatura alla figura intorno alla quale si muove la cornice narrativa dei racconti.

 (Dettaglio di una tavola di All’unico sole della terra, racconto di 2053 Le Nuove Acque)
(Dettaglio di una tavola di All’unico sole della terra, racconto di 2053 Le Nuove Acque)

Negli altri racconti Morris e i suoi attracchi in varie parti del globo rappresentano il pretesto per narrare la vita dei personaggi in dei particolari frangenti storici e politici dopo Domino, il maelstrom distruttore; tanto che a volte sarà lo stesso geografo e storico provetto a farsi da parte, contravvenendo ad alcuni compiti del suo lavoro per un bene meno razionalista (si veda Kastanza di Lonnie Bao).

(Dettaglio di una tavola di Kastanza , racconto di 2053 Le Nuove Acque)
(Dettaglio di una tavola di Kastanza , racconto di 2053 Le Nuove Acque)

2053 Le Nuove Acque: gli otto racconti

Ogni racconto, ambientato di volta in volta in una nazione diversa, è sempre preceduto da una cronologia degli avvenimenti dal maelstrom Domino fino all’anno 2053 in quel particolare contesto.

La Scelta di David Ferracci ci porta in Inghilterra (e in parte anche sulle isole Faroe) alla ricerca di una possibilità di salvezza.

 (Dettaglio di una tavola di La Scelta, racconto di 2053 Le Nuove Acque)
(Dettaglio di una tavola di La Scelta, racconto di 2053 Le Nuove Acque)

Un Quarto di Realtà di Albhey Longo è ambientato in Russia, dove basta un atto di crudeltà gratuita a scatenare una rivoluzione.

(Dettaglio di una tavola di Un Quarto di Realtà, racconto di 2053 Le Nuove Acque)
(Dettaglio di una tavola di Un Quarto di Realtà, racconto di 2053 Le Nuove Acque)

Kastanza di Lonnie Bao prende vita in Italia, dove una frazione del paese è diventata terra dell’accoglienza.

(Dettaglio di una tavola di Kastanza, racconto di 2053 Le Nuove Acque)
(Dettaglio di una tavola di Kastanza, racconto di 2053 Le Nuove Acque)

Ganapatya “I Devoti” di Lorenza De Luca ci trascina in India tra la resistenza di coloro che si attaccano ancora alla tradizione e al senso di sacralità del “vecchio mondo”.

(Dettaglio di una tavola di Ganapatya "I Devoti", racconto di 2053 Le Nuove Acque)
(Dettaglio di una tavola di Ganapatya “I Devoti”, racconto di 2053 Le Nuove Acque)

Arnatuk di Ilaria Apostoli ci porta tra le nevi canadesi, dove ai soprusi risponderanno anche degli esseri che sembrano usciti dalla mitologia inuit, incarnatasi nel nuovo mondo.

(Dettaglio di una tavola di Arnatuk, racconto di 2053 Le Nuove Acque)
(Dettaglio di una tavola di Arnatuk, racconto di 2053 Le Nuove Acque)

Pacifico Atollo di Ivan Lodi mostra come gli abitanti di un’isola del Pacifico abbiano deciso di ingraziarsi gli eventi naturali in modo cruento, ottenendo una risposta altrettanto cruenta.

(Dettaglio di una tavola di Pacifico Atollo, racconto di 2053 Le Nuove Acque)
(Dettaglio di una tavola di Pacifico Atollo, racconto di 2053 Le Nuove Acque)

All’unico sole della terra di Anna Ferrari invece dà vita a un Sud America dove le tradizioni del passato, anche le più violente e radicali, sono riportate alla luce nella speranza illusoria di fermare la morte che si appropinqua.

(Dettaglio di una tavola di All'unico sole della terra, racconto di 2053 Le Nuove Acque)
(Dettaglio di una tavola di All’unico sole della terra, racconto di 2053 Le Nuove Acque)

L’opinione di InfoNerd su 2053 Le Nuove Acque

La mia opinione 2053 Le Nuove Acque è estremamente positiva, e ho apprezzato come la costruzione delle storie e delle cronologie del “nuovo mondo” ripercorressero in modo puntuale le caratteristiche e le problematiche attuali di alcune nazioni.

Dall’altra parte poi ho apprezzato molto il descrivere Bertram Morris non come l’eroe in grado di portare solo bene in ogni posto, cosa che donava senso di realtà a tutta la narrazione. In tutto il fumetto poi il tema della “speranza che non si spegne mai” non portava mai l’opera ad essere sdolcinata, mentre i momenti di estrema tristezza (a volte anche con venature horror) non appesantivano la lettura.

(Citazione di una delle pagine del diario di bordo di Bertram Morris in 2053 Le Nuove Acque)
(Citazione di una delle pagine del diario di bordo di Bertram Morris in 2053 Le Nuove Acque)

Dal punto di vista del disegno e delle illustrazioni ogni artista coinvolto ha dato il meglio di sé, ed è possibile vederlo nella cura con cui hanno svolto il loro lavoro. Nonostante le otto paia di mani, la cornice narrativa convince bene e ogni storia è congeniale all’altra. La cura nella sceneggiatura è palese tanto che consiglio a tutti la lettura di questo gioiellino tutto italiano, che è veramente un buon fumetto di fantascienza post-apocalittica.

(Copertina di Malerba di Lorenza De Luca, recentemente recensito dal Metropolitan Magazine Italia)
(Copertina di Malerba di Lorenza De Luca, recentemente recensito dal Metropolitan Magazine Italia)

Sul Metropolitan Magazine Italia è possibile leggere anche un’altra recensione di un’opera a fumetti pubblicata dalla Manticora Autoproduzioni, Malerba. In futuro ce ne saranno delle altre, quindi seguiteci per ogni novità!

A cura di Eleonora D’Agostino