Quinta notte di proteste in Francia per l’uccisione di Nahel, giovane ucciso martedì scorso da un poliziotto a Nanterre. Questa notte 157 arresti e più di 300 incendi, morto un vigile del fuoco mentre cercava di spegnere le fiamme. I poliziotti dispiegati sono circa 45mila per fermare le violenze in Francia.
Il giovane Nahel ucciso da un poliziotto
Martedì 27 giugno, a Nanterre il 17enne Nahel è stato ucciso da un poliziotto, freddato con un colpo al torace per non essersi fermato ad un posto di blocco. La morte di Nahel era stata spiegata ufficialmente con il ricorso alla “legittima difesa” di un poliziotto che aveva rischiato di farsi investire dal grosso Suv Mercedes in mano al 17enne. In un video fatto circolare sui social si vede il poliziotto puntare l’arma dal finestrino del conducente, il grido “ti becchi una pallottola in testa”, poi il colpo e la fuga di pochi metri dell’auto.
Le proteste dei giovanissimi
Dall’uccisione del 17enne, tantissimi giovani sono scesi in strada a protestare. I disordini stanno dilagando in molte città francesi: Rannes, Nizza, Marsiglia, Lione e nella capitale Parigi. Il passaparola corre sui social e coinvolge i giovanissimi. Sono studenti delle superiori, in formazione professionale, baristi, giovani appena maggiorenni e molti dei quali con la fedina penale pulita. Decine di arresti e centinaia di controlli in tutta la Francia. Secondo i media francesi, la questura di Parigi parla di 375 controlli preventivi e 37 arresti per “porto d’arma”.
La nonna di Nahel: “Bata violenze”
Le violenze urbane in Francia non si fermano, stanotte si contano 157 arresti e tre feriti tra le forze dell’ordine. Ci sono stati poi 352 incendi nelle strade pubbliche, con 297 veicoli che hanno preso fuoco e 34 edifici dati alle fiamme. Il ministro francese dell’Interno, Gerald Darmanin, ha comunicato su Twitter la morte di un giovane pompiere mentre tentava di spegnere le fiamme causate dalle proteste. La nonna di Nahel dice “Voglio che finisca, ovunque. Lo dico a quelli che stanno facendo danni, fermatevi!”, assicura di avercela solo con il poliziotto che ha ucciso suo nipote, ma non con gli altri agenti “Meno male che ci sono” afferma la donna. E su chi compie violenze in nome di Nahel afferma: “Lo usano come pretesto”.
Giulia Simonetti
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