Il nuovo corso della Nazionale italiana è cominciato con un pari in Macedonia e un successo casalingo sull’Ucraina, ma probabilmente, stante anche il pochissimo avuto a disposizione, non era proprio quella l’Italia che è stata e che vedremo ancora. Di certo non sarà, come del resto ha sottolineato lo stesso tecnico di Certaldo, un selezionatore, bensì un allenatore, variando in maniera decisa rispetto agli ultimi commissari tecnici.
Una svolta importante nella gestione della squadra più amata dagli italiani, un’Italia che, nelle scommesse qualificazioni europei, viene valutata in maniera ottimale, dopo qualche pesante battuta d’arresto che ne aveva scalfito la credibilità seguente al grande successo di Euro 2020 in Inghilterra.
Dal giro di convocazioni relative al doppio confronto con Malta e Inghilterra, in programma rispettivamente sabato 14 ottobre al San Nicola di Bari e martedì 17 ottobre nello stadio di Wembley a Londra, si vedranno le prime novità, scaturite dalle riflessioni profonde che lo hanno accompagnato dal giorno della sua investitura alla disputa delle prime due gare della sua gestione.
Del resto, in queste giornate di campionato, il tecnico è stato visto un po’ dappertutto, ha visto già una quantità industriale di partite e non disdegna affatto il supporto della tecnologia. Ma ci sarà soprattutto il rapporto umano, almeno nelle intenzioni, a rappresentare il fattore primario della sua Italia. La sua strategia, infatti, non prevede particolari scontistiche o concessioni e ben ricordiamo la gestione dei ‘casi’ Icardi all’Inter e Totti alla Roma, ma c’è il chiaro intento di creare un gruppo forte, non solo dal punto di vista tecnico ma anche caratteriale. Uno Spalletti che in pratica prende in prestito il vecchio adagio ‘l’unione fa la forza’ , e dunque, la strada maestra è quella di individuare un gruppo di 25-26 calciatori e di una sorta di ‘lista d’attesa’ di ulteriori 8-10 elementi, delle riserve in pratica, pronti alla bisogna. Tutto questo però senza che nessuno abbia la garanzia del posto fisso, della convocazione certa e qui si andrà a scrutare anche negli atteggiamenti quotidiani dei singoli calciatori.
Un’Italia nuova dunque, strutturata quasi fosse una squadra di club: un gruppo ristretto che un po’ tutti noi confidiamo possa ridarci il sorriso e quelle vittorie pesanti che hanno regalato alla nostra nazionale un posto tra le big del calcio mondiale.