Per tanto tempo, in Italia, si è sottostimato il pubblico. Ma ancora oggi lo si continua a fare, millantando di come ormai la cultura della sala sia svanita e la comodità delle piattaforme abbia preso il sopravvento. Ma sono sempre state e rimangono, fondamentalmente, scuse. Scuse da parte di chi non ha voglia o non ha le capacità di investire. Scuse da parte di chi ha sempre preferito, quasi giustamente, il facile guadagno al rischio culturale. Ma i dati cinetel del box office italiano di questo primo mese del 2024 ci raccontano tutt’altro. E analizzare gli incassi di gennaio non ci permette solamente di vedere l’andamento economico di un’industria che nel 2024 dovrà affrontare, almeno in Europa, uno dei suoi anni peggiori. Ma ci permette di capire quali sono i gusti di un pubblico sempre e comunque affamato di cinema. Come brillantemente analizzato da Gianmaria Tammaro su Esquire, il pubblico pronto per titoli d’autore è numeroso e non va sottovalutato.
Incassi di gennaio: il caso Lucky Red
I casi analizzabili questo mese sono decisamente più di uno. Primo su tutti Il ragazzo e L’airone, il ritorno sul grande schermo di Hayao Miyazaki. Lo studio Ghibli ha sempre avuto uno zoccolo duro di pubblico fidelizzato, di appassionati che formavano una grossa fetta dei suoi incassi. E sì, è anche il ritorno al cinema di uno dei più grandi autori viventi, ma un risultato del genere in un mese di programmazione, per un film d’animazione, era totalmente inaspettato. Ad oggi, Il ragazzo e L’airone si assesta a più di 900mila presenze in sala e a oltre sei milioni e mezzo di incassi dalla sua uscita. Forte anche della candidatura all’Oscar, è uno dei migliori risultati in un mese di programmazione per un film animato. Ad esclusione di film con alle spalle gli enormi Studios come Disney o Pixar che ogni anno macinano milioni forti della loro storia o di film con grandi brand alle spalle come Super Mario, Il ragazzo e L’airone si sta assestando, in un solo mese, come uno degli incassi migliori degli ultimi dieci anni. Ha più che doppiato gli incassi totali di quel capolavoro di Spider-man: un nuovo universo e superato abbondantemente quelli del suo seguito Spider-man: Across the Spider-verse. Resta sotto solamente, appunto, ai grandi Studios. E non a tutti i loro titoli. Ovviamente, è diventato il film d’animazione giapponese di maggior successo nel nostro paese. E probabilmente, forte dell’onda premi Oscar, raggiungerà quote ancora maggiori.
L’altro caso esempio è Perfect Days di Wim Wenders. Uno dei pionieri del nuovo cinema tedesco, Wenders, nonostante la caratura internazionale e l’incontestabile valore artistico di un maestro (ha girato capolavori come Alice nella città o Il cielo sopra Berlino), non ha mai avuto presa sul grande pubblico. I risultati del suo ultimo straordinario film, Perfect Days, sono in totale controtendenza con quello che ci si poteva aspettare. Ad un mese anche lui dall’inizio della programmazione, Perfect Days è quasi a quota quattro milioni incassati e quasi a 600 mila spettatori totali. Nella top tre per diverse settimane, è un risultato enorme per un film autoriale del genere. Ancora oggi continua ad essere nella top 10 dei film più visti della giornata, superando addirittura l’appena arrivato in sala The Iron Claw (da noi The Warrior) della A24. Da notare che, sia Il ragazzo e L’airone che Perfect Days condividono la stessa casa di distribuzione: la Lucky Red. Fondata nel 1987 da Andrea Occhipinti è, probabilmente, tra le migliori case di produzione e distribuzione che abbiamo in Italia. Capace di intercettare un gusto del pubblico che pochi riescono a vedere, la Lucky Red continua incessantemente a portare in sala titoli quanto mai necessari nel nostro panorama. Come Past Lives di Celine Song o May December di Todd Haynes, in arrivo rispettivamente a febbraio e marzo in sala. Un esempio per quello che concerne tutto il sistema distributivo: perché non è solo distribuzione ed esercizio, ma è anche rispetto nei confronti di grandi autori e del grande cinema che la rende un unicum ed un esempio nel nostro panorama.
Povere Creature e finanziamenti
Impossibile non inserire nel discorso anche il nuovo, monumentale film di Yorgos Lanthimos: Povere Creature!. Dalla sua uscita il 25 gennaio, la pellicola è prima incontrastata negli incassi e nelle presenze in sala (se non per una piccola parentesi dal ritorno de I soliti idioti). Rispetto agli altri due titoli, però, il discorso è leggermente diverso. I punti a favore di una buona riuscita al Box Office sono molteplici. Il leone d’oro a Venezia ha inciso, così come le 11 candidature agli Oscar. Anche la presenza di un nome come quello di Emma Stone attira, per forza di cose, pubblico in sala. Così come la forza distributiva che ha la Disney, che può raggiungere un maggior numero di sale con maggiori investimenti. Ma non è scontata invece, in questo senso, la ricezione del pubblico. Perché la percentuale di presenze in sala continua a crescere, sintomo di come non è solo un’attrazione iniziale, un fuoco di paglia, ma ci permette di capire come di film d’autore ci sia voglia e necessità nel nostro paese. Il pubblico non è stupido. Il pubblico va educato e accompagnato. La domanda esiste ed è più grande di quel che si possa pensare. Chi va in sala non va perché si adatta a ciò che c’è in quel momento. Ma va al cinema alla ricerca di una specifica emozione, di un messaggio preciso. E solo grandi autori e grandi rischi possono rieducare al grande cinema. Cosa che, nel nostro paese non sembra accadere. Anzi, visto la minaccia di taglio ai fondi pubblici per le produzioni nel nostro paese (invece di una più sensata riforma dei finanziamenti), la strada è decisamente in salita.
Alessandro Libianchi
Seguici su Google News