Israele prepara una dura risposta agli attacchi di Hezbollah sulle Alture del Golan.
Nelle ultime ore, le Alture del Golan sono state teatro di tensioni crescenti tra Israele e Hezbollah. Il lancio di razzi da parte del gruppo militante libanese ha provocato una risposta ferma da parte delle autorità israeliane. Infatti hanno promesso azioni decise contro i responsabili. Questa escalation arriva in un periodo già segnato da intensi conflitti in Medio Oriente, complicando ulteriormente la situazione regionale.
Attacco di Hezbollah contro Israele sulle alture del Golan:
Il 27 luglio 2024, Hezbollah ha lanciato diversi razzi dalle sue postazioni nel sud del Libano verso le Alture del Golan. Si tratta di un territorio strategicamente importante, che Israele ha annesso dalla Siria nel 1967. L’attacco ha colpito diverse aree civili, provocando incendi e gravi danni. Due persone sono rimaste uccise, rendendo questo uno degli attacchi più letali contro civili israeliani degli ultimi mesi. Israele ha immediatamente accusato Hezbollah di aver oltrepassato una “linea rossa” con questo attacco e ha promesso una risposta severa.
L’attacco di Hezbollah è stato una risposta a un raid aereo israeliano. L’attacco aveva colpito un veicolo del gruppo militante in Siria, uccidendo due dei suoi membri. Tra i membri Yasser Qarnabash, ex guardia del corpo del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah. In risposta al lancio di razzi, Israele ha effettuato un bombardamento mirato contro un edificio utilizzato da Hezbollah a Kafr Kila, nel Libano meridionale, intensificando ulteriormente le tensioni.
Un conflitto che continua ad allargarsi:
Le tensioni tra Israele e Hezbollah sulle Alture del Golan sembrano destinate a peggiorare, con entrambi i lati che minacciano ulteriori azioni. Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che Hezbollah “pagherà un prezzo pesante” per il suo attacco. Inoltre il Gabinetto di Sicurezza israeliano ha autorizzato ulteriori operazioni militari contro il gruppo libanese. La situazione richiede un’attenzione internazionale urgente per evitare un’escalation che potrebbe trasformarsi in un conflitto regionale più ampio. Israele, sostenuto dagli Stati Uniti, continua a mantenere una posizione ferma. Intanto i mediatori internazionali, tra cui l’Egitto, mettono in guardia contro i pericoli di un’apertura di nuovi fronti di conflitto in Libano e Siria.
Maria Paola Pizzonia, autore presso Metropolitan Magazine