I libri di magia non sono più reliquie del passato. Lo testimonia il revival dei grimori sotto forma di libri delle ombre, i testi adottati dalle sette esoteriche del nuovo millennio. Che vengano presentati come strumenti demoniaci, tesori di scienze perdute o semplici diari di donne perseguitate, i grimori hanno sempre preso la forma di un manuale di istruzioni per l’uso della magia.
Grimorio: Magia scritta, magia incisa
Il Grimorio è un libro magico, scritto in forma di diario segreto, attraverso cui chi si cimentava di stregoneria poteva tenere traccia dei suoi progressi. A seconda della branca prediletta dal possessore, potevano trovarsi rituali di divinazione, incantesimi protettivi, ricette di pozioni e rimedi di erboristeria, scongiuri e anatemi. Spesso, dopo la formula, il mago o la strega aggiungevano piccole note personali: sensazioni sull’incantesimo appena lanciato, consigli e avvertenze per i neofiti, considerazioni etiche sul ruolo della magia e invocazioni a Dio. Va ricordato, infatti, che a dispetto di quanto si crede gli stregoni e gli alchimisti del Medioevo e del Rinascimento erano profondamente cristiani, e ritenevano la loro arte un completamento dell’opera divina.
Ma la funzione del grimorio non si limitava quella di un diario. Tra le annotazioni sugli incantesimi le streghe inserivano spesso sigilli, rune e simboli esoterici, per visualizzare e manipolare meglio l’energia della natura. Il grimorio diventava quindi un ricettacolo intriso di magia, un contenitore sacro da cui non separarsi mai. Proprio dai disegni incisi sui libri di magia ricaviamo tutti gli elementi che sono sopravvissuti nell’immaginario popolare intorno alle streghe: il pentacolo, che connetteva l’umano con i cinque elementi del mondo (acqua, aria, terra, fuoco, etere), la scopa che purificava l’ambiente domestico e il calderone, in cui gli elementi si fondevano per creare un composto nuovo.
Forse la centralità dei grimori ha contribuito a spegnere la spinta delle arti occulte iniziata alla fine del Medioevo. I maghi e le streghe hanno cominciato a seguire sempre più ciecamente le formule che trovavano nei loro libri, come fanno i sacerdoti con i testi sacri. Col passare dei secoli, si sono allontanati dal loro sentire, dal mondo inconscio che li connetteva con la natura.
Magia, istruzioni per l’uso: I grimori più famosi
Per una carrellata dei libri di magia più celebri, non si può che partire dall’antichità pagana, e soprattutto dal Corpus Hermeticum. Si tratta di una raccolta di testi criptici in greco e latino ad opera del leggendario Ermete Trismegisto, identificato con il dio egiziano della scrittura e della magia Thoth. Nella raccolta è svelata l’iniziazione divina promessa all’uomo, invitato a innalzarsi alle vette più alte e inabissarsi oltre ogni profondità.
Del tutto diverso è La Chiave di Salomone, attribuito al mitico re saggio dell’Antico testamento, che in realtà è stato vergato nel tardo medioevo italiano. Offre la chiave, appunto, per spalancare le porte dell’altro mondo e assoggettare le schiere dei demoni e degli angeli. Nel libro Salomone elenca uno per uno i demoni che fanno parte della corte di Belzebù e li fa condurre al suo cospetto. Ognuno ha un nome e una formula che serve ad invocarlo e a scacciare il male a cui è associato.
Un altro esemplare puro del Medioevo è l’Enchiridion, attribuito a papa Leone III (a testimonianza dell’interesse della chiesa cattolica per il mondo della magia). Secondo la leggenda, il pontefice lo avrebbe spedito come regalo personale addirittura a Carlo Magno, il fondatore del Sacro Romano Impero. All’interno si trovano anche una grande quantità di raffigurazioni di pentacoli di derivazione cabalistica, di consacrazioni e di esorcismi. Secondo le parole dell’occultista Arthur Edward Waite: “L’Enchiridion è un vero e proprio trattato di Magia Rituale, inteso a insegnare una serie di cerimonie soprannaturali grazie alle quali il praticante fortifica sé stesso e acquisisce poteri speciali. Nella sua vera essenza, il libro è una collezione di incantesimi destinati soprattutto a far acquisire vantaggi materiali.”
Un grimorio moderno
L’ultimo grimorio che merita una menzione non esiste, ma per decine di anni gli appassionati di magia e di collezionismo lo hanno cercato in tutte le librerie antiquarie del mondo. Si tratta di uno pseudobiblion, un’invenzione letteraria del più grande scrittore del terrore di tutti i tempi: il Necronomicon, o la descrizione della legge dei morti, di H.P. Lovecraft. L’autore fittizio sarebbe l’arabo pazzo Abdul Alhazred (il gioco di parole con l’inglese all has read è evidente), vissuto nello Yemen dell’VIII secolo. Il libro conterrebbe rituali terribili di magia nera, come i riti di evocazione dei Grandi Antichi, divinità blasfeme alla cui sola vista gli umani sprofondano nella completa follia.
Lorenzo La Rovere