Anatole France, lo scrittore dell’ironia

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Di Giusy Celeste

Jacques François Anatole Thibault, noto come Anatole France, fu uno scrittore francese insignito del Premio Nobel nell’anno 1921. Lo pseudonimo “France” deriva da suo padre, François Thibault, un sottufficiale monarchico proprietario di un negozio di libri dal nome “France Libraire”, specializzato in opere sulla Rivoluzione Francese. L’umorismo disincantato e l’ironia presenti nei testi di questi studiosi della Rivoluzione saranno modelli per la creazione dei personaggi dei suoi testi. Apprezzato da personalità come Marcel Proust, Anatole era considerato un’autorità morale e letteraria di prim’ordine. Il suo stile influenzò gli scrittori che respingevano il naturalismo, una corrente letteraria nata in Francia nella seconda metà dell’Ottocento derivante dal pensiero positivista.

Anatole France, lo scrittore dell’ironia: dalla fama all’oblio

“In riconoscimento della sua brillante realizzazione letteraria, caratterizzata da nobiltà di stile, profonda comprensione umana, grazia, e vero temperamento gallico”.

Motivazione del Premio Nobel

Anatole France, l’uomo dal profondo pessimismo sulla natura umana, era famoso per il suo stile elegantissimo e per il suo impegno nella difesa della dignità umana. Nato a Parigi nel 1844 ricevette una istruzione classica, prima studiando presso l’Institution Saint Marie e poi al Collège Stanislas. Nel 1863 iniziò a collaborare con riviste bibliografiche e nel 1867 venne assunto dall’editore parigino Lemerre come lettore. A 24 anni pubblicò il suo primo scritto; si trattava di un saggio su Alfred De Vigny. Negli anni successivi iniziò a scrivere poesie. Successivamente, nel 1877 venne assunto dalla Biblioteca del Senato e l’anno successivo convolò a nozze con Marie-Valérie Guérin de Sauville.

Nel 1881 ottenne il primo grande successo: il premio dell’Académie Française con il romanzo “Le crime de Sylvestre Bonnard membre de l’Institut” ossia “Il delitto dell’accademico Sylvestre Bonnard”). Nel 1888 Anatole tradì sua moglie con una donna di nome Arman de Caillavet. Questa modificò molto il pensiero politico dello scrittore orientandolo verso il socialismo rappresentato all’epoca nella figura di Jean Jaurès. Nei venti anni a seguire Anatole scrisse le sue opere più importanti come il romanzo filosofico “La rosticceria della regina Pedòca”. Ormai famoso in tutta la nazione egli venne insignito della Legion d’onore.

A livello politico appoggiò la Rivoluzione Russa del 1905 condannando la repressione zarista. La sua fede socialista e il suo proclamato ateismo comportarono la messa all’indice da parte della Chiesa cattolica. I surrealisti disprezzarono la sua produzione tanto che le sue opere dopo la sua morte (1924) caddero nell’oblio. Ancora oggi risulta difficile reperirle poiché gli editori, vista la scarsa richiesta, non ne stamparono più. Nonostante ciò Anatole France è a tutti gli effetti uno degli intellettuali più interessanti da leggere e da ammirare. Uomo dalla raffinata cultura, è stato un portavoce eccellente delle sfumature dell’animo.

“Per realizzare grandi cose, non dobbiamo solo agire, ma anche sognare; non solo progettare ma anche credere”.

Anatole France

Giusy Celeste

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