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Autocertificazione, cos’è e come è regolamentata

L’autocertificazione rappresenta uno degli strumenti che sono stati posti in campo per cercare di combattere una tendenza di vecchia data del nostro Paese, quella all’elefantiasi burocratica. Una semplificazione per il cittadino che può avvalersi di scorciatoie, totalmente a norma, per portare a termine determinate azioni.
Andiamo a vedere cosa sia di preciso un’autocertificazione e, soprattutto, come possa essere utilizzata senza violare le regole che la governano e le conferiscono la necessaria legittimità.

Cos’è l’autocertificazione?

Per autocertificazione si intende la dichiarazione che il cittadino interessato va a sottoscrivere a tutela dei propri interessi in relazione a stati, fatti e qualità personali. In tal modo, l’interessato va a sostituirsi all’Amministrazione competente rilasciando un certificato e lo dichiara accompagnato di valore di legge, naturalmente assumendosi la responsabilità, anche penale, del proprio atto.
L’autocertificazione è in sintesi tesa a sostituire i certificati e i documenti che sono richiesti dalle Amministrazioni pubbliche e dai Gestori dei servizi pubblici, che sono a loro volta obbligati ad accettarla.

L’obbligo di accettazione riguarda solo il pubblico

Un obbligo, quello di accettazione, che non sussiste però nel rapporto tra privati, in cui il riconoscimento della validità dell’autocertificazione rimane a discrezione di colui il quale lo chiede alla controparte. In questo caso, infatti, il dichiarante può autorizzare il soggetto privato, al quale ha sottoposto l’autocertificazione, a verificare i dati contenuti al suo interno. Per farlo dovrà però rivolgersi alle Amministrazioni competenti.

Quali sono i certificati sostituiti dall’autocertificazione?

Quali sono i certificati che possono essere sostituiti dall’autocertificazione? In questo novero vanno a rientrare ad esempio l’autocertificazione per lo stato di famiglia (uno dei più richiesti), l cui standard può essere scaricato al link autocertificazione stato di famiglia-modello; quindi ci sono le autocertificazioni per data e luogo di nascita, l’eventuale godimento dei diritti civili e politici, la residenza, l’esistenza in vita, il conseguimento di titoli di studio, la situazione reddituale (necessaria, ad esempio, per poter richiedere determinate prestazioni erogate da enti pubblici), l’adempimento degli obblighi militari, l’eventuale condizione di disoccupato, la mancanza di procedimenti penali a carico e molto altro.
Non è invece possibile farvi ricorso per sostituire i certificati sanitari, medici e veterinari, di origine, relativi a marchi o brevetti e di conformità alle norme dell’Unione Europea.

Chi può ricorrere all’autocertificazione?

I soggetti che possono fare ricorso all’autocertificazione sono i cittadini italiani o dei Paesi appartenenti all’UE, le pubbliche amministrazioni, le persone giuridiche, le società di persone, le associazioni, gli enti e i comitati che risiedono legalmente nel nostro Paese o in uno dell’Eurozona, oltre ai cittadini extracomunitari di stanza in Italia in quanto dotati di regolare permesso di soggiorno.
In quest’ultimo caso, però, l’autocertificazione può essere utilizzata esclusivamente per dati e eventi i quali possono essere oggetto di certificazione da parte della Pubblica Amministrazione, oppure consentiti dagli accordi stipulati dall’Italia con i Paesi di origine.
Infine, a presentare l’autocertificazione possono essere soggetti diversi dal diretto interessato. Questa possibilità è concessa ai minori, a coloro che sono interdetti o inabilitati, oltre che a chi sia temporaneamente impedito a poterlo fare.

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