
Nata negli anni ’70, torna in auge il concetto di bioetica, nato dalla necessità di di integrare nuove le nuove conoscenze e fondarle su criteri razionali in modo da garantire la libertà di ricerca scientifica nel rispetto dei diritti umani. Alla luce degli ultimi dibattiti su tematiche relative ai diritti e alla vita delle persone – quali interruzione volontaria di gravidanza ed eutanasia – si dovrebbe porre come una disciplina in grado di trovare un punto di incontro tra il sapere medico e i valori umani, i quali stanno sempre più mutando.

Bioetica: comitato nazionale e dottrina cattolica
In Italia, solo il 29 marzo 1990 nasce il Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB). Precedentemente la disciplina era studiata solamente in università cattoliche, per cui erano inevitabili implicazioni religiose. Il Comitato nasce con lo scopo di svolgere funzioni di consulenza presso le istituzioni, nonché formulare pareri e soluzioni per la predisposizione di atti legislativi. Ma ha anche con il compito di informare l’opinione pubblica sui problemi etici riguardanti la ricerca e l’applicazione tecnologica nell’ambito delle scienze della vita e della cura della salute.
La chiesa notoriamente condanna qualunque tipo di interruzione della vita, considerandola tale fin dalla fecondazione e non considerandone la qualità. Non sono infatti un segreto le posizioni contrarie all’interruzione di gravidanza e al suicidio assistito, posizioni che fino a non molto tempo fa hanno influenzato in modo decisivo la società e l’ambiente medico. La creazione di un organo istituzionale volto a discutere di bioetica potrebbe essere la chiave per superare l’influenza cattolica e prendere decisioni consone all’evoluzione della società. Ma date che le difficoltà ad applicare e riconoscere questi due diritti la strada da fare sembra ancora molta.
Le posizione del CNB sull’eutanasia
Dal testo redatto il 18 luglio 2019 dal Comitato Nazionale per la Bioetica sembra non esserci ancora una linea comune sull’eutanasia, facendo invece emerge posizioni diverse fra loro. Alcuni membri sono contrari alla sua legittimazione, sia etica che giuridica, affermando che la difesa della vita umana deve essere un principio essenziale e che l’agevolare la morte segni una trasformazione inaccettabile del paradigma del curare e prendersi cura. Altri sono favorevoli alla legalizzazione del suicidio assistito, in quanto il valore della della vita va bilanciato con altri beni costituzionalmente rilevanti, come l’autodeterminazione del paziente e la dignità della persona.
Infine, si ha un ultimo gruppo che sembra non riuscire a prendere una posizione né pro né contro l’eutanasia, sostenendo che non si possa subito fare una traduzione dall’ambito morale a quello giuridico. Sostiene poi che si possa incorrere in alcuni rischi data l’attuale realtà sanitaria italiana.
La posizione del CNB sull’aborto
La questione sull’aborto, nonostante sia un diritto a tutti gli effetti, continua ad essere complessa. Il testo più recente sul tema redatto dal comitato riguarda l’obiezione di coscienza ed è datato 12 luglio 2012: da una parte sembra proteggerla e giustificarla su base giuridica, dall’altra afferma che “si devono prevedere misure adeguate a garantire l’erogazione dei servizi e quindi un’organizzazione delle mansioni e del che possa equilibrare, sulla base dei dati disponibili, obiettori e non”.
La percentuale minima di obiezione nel nostro paese è dell’80%, evidenziando come questo equilibrio non esista e facendo emergere una mal applicazione della Legge 194 che fa sì che il diritto all’interruzione di gravidanza sia di fatto negato e giustificato.
Martina Cordella