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Camilla Canepa la 18 enne morta dopo AstraZeneca: lo sfogo della sorella

La sorella di Camilla Canepa, la 18 enne morta dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca, dopo mesi di silenzio, si è sfogata attraverso un post su Facebook. Le indagini hanno stabilito che non ci fossero patologie antecedenti.

Ecco lo sfogo della sorella di Camilla Canepa, la 18 enne morta dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca

Dopo mesi di silenzio, la sorella di Camilla Canepa, la 18 enne morta dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca, si è lasciata andare ad uno sfogo, affidando le sue parole ad un post su Facebook.

Ecco quanto scritto da Beatrice Canepa, dopo la notizia del collegamento accettato dai periti, tra il vaccino e la morte della 18enne di Sestri:

“Era sana. Sono bastate queste due parole per acuire in me un dolore mai sopito. Che poi non è una novità che mia sorella fosse sana. Lo sapevamo tutti. Da sempre. E Dio solo sa quanto male faceva, nella drammaticità del lutto che da giugno ha cambiato per sempre le nostre vite, leggere continuamente di presunte “malattie pregresse. Oltre a provare un dolore incommensurabile, quasi fisico, per l’immenso assurdo vuoto lasciato dalla scomparsa di mia sorella, perdevo ogni giorno di più la fiducia verso il prossimo”.

“Ora che queste infondate illazioni sono state ufficialmente sbugiardate tornerò a pensare alla Cami con la devozione che merita, senza più distrazioni. Quello che eravamo noi due insieme non lo so descrivere. Ho avuto la fortuna di avere accanto la migliore delle sorelle possibili”.

“Accettare l’assurdità di quanto le è accaduto mi sembra un traguardo ancora molto lontano, probabilmente irraggiungibile. Ma tenere vivo il ricordo della straordinaria ragazza che era e dell’incredibile segno che ha lasciato nelle nostre vite trovo invece sia doveroso”.

Ecco come procedono le indagini

La famiglia Canepa, dal giorno della morte di Camilla, il 10 giugno, ha dovuto lottare anche affinché venisse fatta chiarezza. La “familiarità” con la piastrinopenia (livello di piastrine troppo basse nel sangue) risultata dalle cartelle cliniche che sono state recuperate dalla Procura di Genova, fra gli ospedali di Chiavari e Lavagna non vuol dire che Camilla potesse essere malata prima di sottoporsi alla vaccinazione.

La piastrinopenia è invece stata una conseguenza fatale, insieme alla trombosi cerebrale, della somministrazione del siero. Questo è quanto hanno scritto i consulenti dei pm, Stefano Puppo e Francesca Rombolà: “La morte ragionevolmente è da riferirsi a effetti avversi della vaccinazione. Nessuna patologia pregressa o interferenza di altri farmaci”.

Per quanto riguarda l’indagine, la consulenza tecnica che scagiona sia gli operatori dell’hub vaccinale, sia i sanitari dell’ospedale di Lavagna che avevano dimesso e poi trasferito Camilla, al San Martino nel giro di due giorni, rappresenta una frenata per le indagini di natura penale.

Ad oggi in attesa che il legale della famiglia, si confronti con il proprio consulente, il futuro più probabile appare quello di un procedimento civile.

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