Amarcord – Dal derby scudetto Inter all’inizio della fine

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Di Redazione Metropolitan

Quando il derby del 2009 costituì la discesa in un baratro… ma per nessuna delle due squadre!

Era il 15 febbraio 2009 quando l’Inter vinse il derby di ritorno per 2-1 (Adriano, Stankovic; Pato) che la proiettò ad una distanza siderale dai cugini contendenti il titolo.

Gli highlights del derby Inter-Milan 2-1 (15/02/2009)

Di quel derby ricorderanno tutti il goal di mano dell’Imperatore Adriano, l’ultima stracittadina di Maldini e la prima di Santon, che sembrava destinato ad altissimi palcoscenici.

Inter-Milan: cosa successe in realtà…

La Banda Bagaj non è un gruppo ultras come gli altri. E’ un Inter club, fondato da Virgilio Motta, ad hoc per famiglie, bambini ed anziani che “risiede” nel primo anello blu. Quella sera, la curva sud (settore riservato ai tifosi rossoneri) si vede strappare, accidentalmente, un proprio striscione: un atto che è un guanto di sfida nel mondo degli ultras.

Il gruppo interista della Banda Bagaj. Fonte: FC Inter 1908
Il gruppo interista della Banda Bagaj. Fonte: FC Inter 1908

Scoppia una rissa ingiustificata che lo stesso Virgilio prova a sedare, rimettendoci: viene colpito nell’occhio sinistro da un tifoso milanista, perdendolo quasi irrimediabilmente. Il giudice Alberto Nosenzo del Tribunale di Milano stabilisce pene comprese tra i sei mesi e i quattro anni e mezzo di reclusione per i sei ultras rossoneri coinvolti nella vicenda e accusati dil esioni aggravate e rissa. La corte riconosce, inoltre, una provvisionale di 140.000€ a carico dei condannati che, però, non sarà pervenuta: tutti loro vengono, infatti, considerati nullatenenti. Uno di loro è Luca Lucci, storico capo ultras del Milan.

La Curva Sud del Milan. Photo Credit: larepubblica.it
La Curva Sud del Milan. Photo Credit: larepubblica.it

“Le condizioni psicologiche di Motta erano peggiorate perché al mio assistito era stata riconosciuta una provvisionale di 140mila euro da versare in solido, che i condannati non hanno però mai versato perché pare che risultino nullatenenti e quindi l’anno scorso Motta ha dovuto accettare di firmare un accordo per avere piccoli versamenti a rate nell’arco di oltre cinque anni. Il suo desiderio, però, era avere quei 140mila euro per andare all’estero. La considerava come la sua ultima carta da giocare per cercare di riavere in parte l’occhio perduto”.

– L’avvocato Consuelo Bosisio

Virgilio deve rinunciare anche alla possibilità di sottoporsi ad un intervento chirurgico che lo avrebbe aiutato a recuperare in parte la vista. Pian piano le speranze lasciano spazio alla depressione. Poi un ultimo gesto disperato, quello da cui non si torna indietro. Il 21 maggio 2012, infatti, Virgilio Motta si impicca.

La controparte

“Luca e Francesco Lucci non si sono sottratti agli obblighi risarcitori nei confronti di Virgilio Motta, con il quale hanno viceversa liberamente trovato, assieme a tutti gli altri imputati del processo, un soddisfacente accordo transattivo che prevedeva il pagamento rateale di una somma pari a 115.000,00 euro”.

– Gli avvocati Luca Ricci e Paolino Ardia.

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