L’ex contabile sessantasettenne dei Grimaldi ha assunto il suo ruolo nel 2001 sotto il Principe Ranieri III, dopo la morte del padre, André, che lo aveva preceduto nel medesimo ufficio. In seguito alla scomparsa del marito di Grace Kelly, succedette al trono il figlio Alberto II che scelse di mantenere Palmero come amministratore dei beni, eleggendolo a suo uomo di fiducia. Sembra, però, che negli ultimi temi i rapporti si stessero incrinando. Il contabile non avrebbe approvato le spese bizzarre sostenuta dalla famiglia regnante monegasca e avrebbe cercato di tenerle a freno. La cosa non deve essere piaciuta né ai sovrani, né alle sorelle di Alberto, che avrebbero spinto per allontanarlo dal suo ruolo.
Il 10 gennaio 2001 Claude Palmero è succeduto a suo padre, che era l’amministratore immobiliare della famiglia durante il regno di Ranieri III, dal 1923 al 2005. Quando quest’ultimo morì, Alberto di Monaco prese il suo posto sul trono e Palmero, revisore dei conti scrupoloso e rispettato, rimase al suo posto.
Fino a quando, due decenni dopo, è stato licenziato. Si è rivolto alla Corte europea dei diritti dell’uomo, e adesso ha anche aperto i suoi segretissimi quaderni di appunti a due giornalisti investigativi di Le Monde, Gérard Davet e Fabrice Lhomme. E così, Claude Palmero è divenuto il depositario esclusivo di segreti imbarazzanti per i reali monegaschi, che a sua volta lo accusano di presunti illeciti finanziari.
“Non ho mai preso un centesimo”, ha raccontato il contabile a Le Monde. “Non sono né corrotto né un ladro, tutte cose inverosimili di cui la famiglia reale, alla quale mi sono dedicato per due decenni, ora mi accusa ingiustamente”. La replica di Alberto II non è tardata ad arrivare: “Il signor Palmero, forse credendo di essere amministratore a vita, ha contestato in tribunale la mia decisione di allontanarlo, attaccandomi personalmente e in termini offensivi. I suoi attacchi a me, allo Stato e alle sue istituzioni dimostrano la sua vera natura e quanto poco rispetto abbia in realtà per il Principato”
Qualche esempio: ad aprile 2016, un giorno, Charlene Wittstock, moglie di Alberto, chiese 77 mila euro in contanti, «meno dell’anno scorso, ma comunque troppo», scrive Palmero, che ha anche rivelato che il cuoco personale della principessa veniva pagato 300 euro al giorno, «fondi non dichiarati», e che la donna di servizio filippina lavorava in nero.
Come riferisce Le Monde, nel 2023 la dotazione annua complessiva di Charlène si avvicinava a 1,5 milioni di euro, quella di Carolina di Monaco superava i 900 mila euro e quella di Stefania si aggirava intorno agli 800 mila euro. Claude Palmero riferisce anche che la famiglia monegasca voleva intestargli i numerosi beni immobiliari acquistati in Francia, per aggirare il fisco francese.
I cinque preziosi taccuini di Palmero mostrano acrobazie di bilancio ma anche l’uso, ai limiti della legalità, di fondi nascosti. Per due decenni, il braccio destro di Sua Altezza Serenissima (SAS) è stato l’intermediario indispensabile per chiunque volesse avvicinarlo: ha gestito i suoi numerosi beni, spesso custoditi discretamente in Svizzera tramite società panamensi, creato società veicolo e espresso la sua opinione su numerosi progetti in corso.