Lunedì, dopo diverse settimane in cui di lui non si era più saputo nulla, sono infine arrivate notizie di Alexei Navalny, considerato a lungo il principale oppositore del presidente russo Vladimir Putin e detenuto da quasi tre anni con accuse assai risibili. La portavoce di Navalny, Kira Yarmysh, ha fatto sapere che dal carcere di massima sicurezza non distante da Mosca è stato trasferito in una colonia penale nel nord della Russia: si chiama IK-3, fu costruita negli anni Sessanta nel punto in cui si trovava un gulag, cioè un campo di lavoro forzato per gli oppositori politici russi durante il regime comunista di Josip Stalin, ed è nota per le sue rigide condizioni di detenzione. La IK-3 si trova a Kharp, circa 2mila chilometri a nord est di Mosca, la capitale della Russia, nella regione autonoma di Yamalo-Nenets, che gode di parziale autonomia. La colonia penale è collocata in uno dei luoghi più remoti del paese: accanto al mare di Kara, sul Mar Glaciale Artico, tra la tundra e i monti Urali.

La posizione particolarmente remota della prigione è verosimilmente la ragione per cui ci è stato trasferito Navalny: i suoi legali e diversi attivisti ritengono che l’obiettivo sia isolarlo il più possibile dai suoi collaboratori e dall’esterno in vista delle prossime elezioni presidenziali russe, previste per il prossimo marzo, in cui Putin si ricandiderà per il suo quinto mandato da presidente (Putin è al potere ininterrottamente dal 1999, e ormai da anni governa in maniera autoritaria). «È praticamente impossibile raggiungere quella coloniale penale: è praticamente impossibile anche farci arrivare delle lettere, è il più alto livello possibile di isolamento dal mondo», ha detto un collaboratore di Navalny, Leonid Volkov. La IK-3 è tradizionalmente usata per detenuti ritenuti pericolosi e recidivi. Oltre che per la sua posizione estremamente isolata, è nota anche per la brutalità con cui vengono trattate le persone detenute.

I trasferimenti all’interno del sistema carcerario russo, ha spiegato l’Associated Press, sono avvolti nella segretezza e i detenuti possono non essere più in contatto con i loro conoscenti per diverse settimane. Yarmysh ha dichiarato che il trasferimento del politico è legato alla campagna per le elezioni presidenziali russe di marzo. “Lo hanno deliberatamente mandato in questa particolare colonia proprio per isolarlo il più possibile, in modo da non dargli alcuna possibilità di comunicare con il mondo esterno”, ha aggiunto il portavoce di Navalny.

Carcere e isolamento per Navalny

Navalny è in carcere, in Russia, dal gennaio 2021, quando è tornato a Mosca dopo essersi ripreso in Germania da un avvelenamento attribuito al Cremlino e causato da agenti nervini. Prima del suo arresto aveva condotto una campagna contro la corruzione e organizzato grandi proteste anti Cremlino. Da quel momento in poi, l’oppositore di Putin ha ricevuto tre pene detentive e ha trascorso mesi in isolamento nella colonia penale n. 6 per presunte infrazioni minori. Ha respinto tutte le accuse spiegando che le pene attribuitogli erano motivate solo e soltanto da una matrice politica.

Adesso Navalny, a quanto pare, si troverebbe non distante dal Circolo Polare Artico. La sua nuova casa, conosciuta come la colonia del “lupo polare”, è considerata una delle prigioni più dure della Russia. I detenuti locali sono condannati per gravi crimini. A quelle latitudini gli inverni sono rigidi, rigidissimi, tanto che la prossima settimana le temperature dovrebbero scendere fino a circa meno 28 gradi Celsius.

Il 18 dicembre Navalny – condannato a 19 anni di carcere per “estremismo” – non era comparso in collegamento video a un’udienza in tribunale nella cittadina di Kovrov, come aveva denunciato lo staff del dissidente, alimentando i timori per le sue sorti. Dopo un black out angosciante, ecco che il politico sarebbe stato rintracciato nella suddetta prigione. “Abbiamo trovato Alexei!”, ha scritto nelle ultime ore su X Ivan Zhdanov, collaboratore storico di Navalny, per dare l’annuncio della novità. Sottolinenado tuttavia come la cosiddetta colonia penale Polar Wolf sia una delle più remote della Russia.

  Dopo settimane di silenzio, l’oppositore russo Alexei Navalny torna a parlare sui social media dalla colonia penale nell’Artico russo dove è stato trasferito.

“Non preoccupatevi per me. Sto bene”, ha scritto il dissidente pubblicando una serie di messaggi su X in cui descrive il suo trasferimento – a suo dire durato 20 giorni – e le condizioni di detenzione.