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Covid, in Umbria isolato primo caso di variante Xe

Primo caso sospetto di variante Covid Xe in Umbria: uno dei campioni analizzati questa settimana è infatti stato classificato come sospetto. Ne dà comunicazione la Regione Umbria, spiegando che da un approfondimento effettuato nel primo pomeriggio odierno, venerdì 15 aprile, nel laboratorio di Microbiologia dell’Azienda ospedaliera di Perugia, diretto dalla professoressa Antonella Mencacci, “risulta che uno dei campioni analizzati questa settimana è classificato come una sospetta variante Xe, riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come una ricombinazione dei due principali sottotipi della Omicron, BA.1-BA.2. In accordo con l’Istituto superiore di Sanità, il campione verrà nuovamente analizzato nei prossimi giorni, per una conferma definitiva”.

«Con la nuova variante Covid Xe i vaccinati, anche con tre dosi, sono a maggiore rischio di infezione e le persone anziane e fragili pure di malattia grave». Massimo Galli, 70 anni, già professore ordinario di Malattie infettive all’Università Statale di Milano e primario all’Ospedale Sacco, si è operato alla cataratta e indossa nuovi occhiali. Ha già ripreso a leggere le ultime ricerche e a preoccuparsi per una pandemia «di cui si parla meno a causa della guerra, ma che nell’ultimo mese solo in Italia ha contagiato oltre 2 milioni di persone e ne ha uccise quasi 4 mila»

La nuova variante Covid, chiamata Xe, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità potrebbe avere una contagiosità del 10% maggiore rispetto a Omicron 2. Per il momento però, almeno finché non verranno verificate “significative differenze nella trasmissibilità” a causa della mutazione, la variante verrà considerata appartenente al ceppo Omicron.

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