I denti di Dawn O’Keefe, tra splatter e arte

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Di Redazione Metropolitan

Dawn O’Keefe
Denti-Dawn O’Keefe- Credit: https://hd4me.net/

Il film Denti può essere definito non solo come un capolavoro del genere splatter e pop horror, ma anche come una testimonianza generazionale dei cambiamenti sociali che avvennero tra gli anni ’70 e ’80. Questo classico dell’horror diretto dal maestro Mitchell Lichtenstein agisce sulla psiche maschile, richiamando alla memoria alcune delle più recondite e primitive paure dell’uomo. La protagonista Dawn O’Keefe, e la sua particolare condizione, funzionano come chiave di volta per analizzare il cambiamento culturale che ha portato all’idea di empowered woman.

Denti racconta le terrificanti vicende che vive la liceale americana non appena si risveglia la sua libido. Dawn è una studentessa modello, di solidi valori morali che ha fatto voto di castità. Vive la sua vita professando la parola del Signore, e tenendo discorsi per la sua comunità cristiana. La famiglia di Dawn sarebbe un modello di virtù se non fosse per il fratello, un autentico anarchico con un’inclinazione al satanismo. La giovane donna, pur avendo fatto voto di castità, finisce suo malgrado ad avere degli incontri sessuali, e quando ciò accade, Dawn scopre una terribile verità. Infatti, l’organo genitale femminile della ragazza è dentato, e capace quindi di recidere un qualsiasi corpo estraneo si trovi al suo interno. Nel corso del film Dawn è vittima di numerosi tentativi di soprusi e comportamenti villani: questo la porterà gradualmente a trasformarsi da preda a predatrice.

Dawn O’Keefe
Denti-Dawn O’Keefe- Max Ernst, La Gioia di vivere (1936)- Credit: Pinterest

I denti della cristianità oppure dell’oppressione?

Chi è Dawn? Una ragazza di buon cuore che cerca di accontentare i desideri dei suoi genitori e della sua comunità. La giovane ragazza, inoltre, cerca di attenersi a tutte le leggi morali dettate della sua religione. Difatti la castità di Dawn può essere considerata il prezzo da pagare per ottenere l’approvazione del suo mondo, un mondo completamente in linea con la moralità cristiana, eccezione fatta per il fratello. Tutti i suoi ideali cominciano a traballare quando il ragazzo per cui prova attrazione cerca di abusare di lei.

Mentre lo stupratore cerca di penetrare Dawn, la sua vagina dentata gli recide di netto il membro. Per quanto scioccante e traumatizzante, quel momento è decisivo nel cambiamento della protagonista. In un primo momento, questa scopre di poter diventare una vittima delle angherie maschili, e immediatamente dopo, scopre di potersi facilmente difendere da queste violenze. Da qui in poi la protagonista attraverserà un periodo di transizione prima di poter accettare se stessa, la sua sessualità e ad arrivare a considerare la vagina dentata come una difesa naturale. Da vittima a carnefice.

Dawn O’Keefe- denti
Denti-Dawn O’Keefe- Credit: https://quinlan.it/

Il terrore maschile dei denti

Durante il film, la protagonista si imbatte in una definizione storica del mito della vagina dentata:

“Il mito nasce dall’antico timore della donna e della relazione sessuale con essa. Questa paura è in genere legata all’idea di impotenza e debolezza. Il potere della sessualità femminile risveglia nell’immaginario maschile una paura ancestrale: l’orrendo incubo della castrazione. Il mito descrive l’atto sessuale come un viaggio che ogni uomo deve affrontare verso l’utero, oscuro crogiolo da cui è nato”.

Questa leggenda, come il mito di Medusa, porta alla luce la paura dell’ignoto che alberga dentro lo spirito umano. La femme fatale, la maga Circe nell’Odissea di Omero, e Dawn sono tutte rappresentazioni di una diffidenza iniziale e aprioristica nei confronti del genere femminile. Una paura primitiva ed elementare, senza dover scomodare Freud.

Dawn O’Keefe
Denti-Dawn O’Keefe- Credit: www.stardust.it

I denti nell’arte

É opportuno ricordare che il tema della femme fatale viene analizzato ossessivamente dai Surrealisti. Basti pensare al capolavoro di Max Ernst, La Gioia di vivere (1936), dove le fauci della lucertola ricordano le labbra della vagina dentata. Ancor prima, possiamo fare riferimento al dipinto Busto di donna con autoritratto (1929) o ad Il bacio (1931) di Pablo Picasso, dove l’immagine di due amanti che si baciano forma una figura simile ad una vagina dentata. Un esempio letterario è il romanzo Berenice (1835) di Edgar Allan Poe, ove l’attributo principale della protagonista sono i suoi denti bianchi ed aguzzi, che stanno a simboleggiare una sorta di vampirismo.

Invero, la percezione dell’essere femminile per i Surrealisti è fortemente scissa: da un lato esiste la femme fatale, ossia la donna capace di ferire l’uomo, e la femme-enfant, ovvero la bambina, incapace di arrecare danno al prossimo, e simbolo per antonomasia della purezza d’animo.

Dawn O’Keefe- denti
Denti-Dawn O’Keefe- Credit: http://bradipofilms.blogspot.com/

Dawn parte

In conclusione, possiamo dire che la ragazza Dawn diventa una donna, o meglio, un adulto. Un adulto capace di accettare la realtà in cui vive e il mondo che la circonda, un mondo spesso abitato da persone meschine e pronte ad approfittare del prossimo.

Dawn finisce il suo viaggio scappando da quella realtà che la costringeva e per la quale ora non si sente più adatta, prende la sua bici bianca e comincia a pedalare. Quando la ruota della bici si rompe, Dawn chiede un autostop e una volta arrivati a destinazione il perfido autista, chiudendo gli sportelli, cerca di abusare della giovane ragazza. Per voi come finisce?

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a cura di Giordano Boetti