Attualità

Detenuto dà fuoco alla sua cella, salvato da una guardia

Accadeva ieri pomeriggio 16 novembre nel reparto Salerno del carcere di Poggioreale. Un detenuto dà fuoco alla sua cella e rimane quasi vittima del suo stesso gesto. Salvato da una guardia. Questo evento mette in luce i gravi problemi del sistema carcerario italiano e soprattutto campano.

Detenuto provoca volontariamente un incendio nella sua cella

Un detenuto, di origini calabresi, del reparto Salerno del carcere di Poggioreale ha dato volontariamente fuoco alla propria cella. Stava per rimanere egli stesso vittima dell’incendio che aveva appiccato nella sua camera ma fortunatamente è stato salvato da alcuni agenti. Il fatto è accaduto nel tardo pomeriggio di ieri, 16 novembre.

Un episodio certamente allarmante che mette in luce un problema importante: il sistema carcerario italiano, e campano in maniera particolare, è in forte difficoltà. Fatto divulgato dal vice segretario regionale dell’Osapp Campania Luigi Castaldo. Egli ha infatti evidenziato che l’accaduto “dimostra la pericolosità del lavoro svolto dai poliziotti penitenziari che, nonostante le scarse risorse umane e strumentali è riuscito a salvare ancora una volta, una vita umana.”

Castaldo ha inoltre messo in luce un altro aspetto fondamentale, come aveva già fatto l’attuale direttore del carcere di Poggioreale Carlo Berdini, in carica da inizio 2020: la complessità del carcere di Napoli-Poggioreale. Esso infatti conta oltre 2200 detenuti a fronte di una capienza massima di 1644. La struttura presenta inoltre vari reparti inagibili, in attesa di ristrutturazione, creando così ulteriori disagi.

A tutto ciò si aggiunge una grave ed atavica carenza di organico per oltre 200 unità nei ruoli in prima linea, mancanza di operatori sanitari, di amministrativi, di psicologi e altre figure essenziali per il compimento del mandato istituzionale di un carcere civile” aggiunge ulteriormente il vice presidente dell’Osapp.

Interviene nella questione anche il segretario nazionale dell’Osapp Leo Beneduci. Dalle sue parole emerge come le carceri campane versino in condizioni “disastrose e pericolose, sia strutturalmente che organizzativamente. Nella regione la carenza di organico è forte oltre 1000 unità, e ciò comporta straordinario obbligatorio, accumulo di migliaia di congedo ordinario, e inevitabilmente forte stress lavorativo“.

Cristina Caputo

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