Distopia | Cinque libri fondamentali nella letteratura distopica

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Di Stella Grillo

La Distopia è un concetto trattato in molto romanzi: è un genere che, non solo piace, ma addirittura in certi casi e grazie alla bravura di certi autori, ha quasi accidentalmente predetto una realtà sociale che poi si è rivelata riscontrabile in futuro. Di seguito, ecco un elenco dei cinque libri distopici da leggere almeno una volta nella vita.

Distopia: cos’è?

La distopia, detta anche utopia negativa, è, per l’appunto, il contrario dell’utopia. Se il concetto di ”utopia”, suggerisce un ideale modello, che sia politico, sociale, o religioso, quasi irraggiungibile ed idilliaco ma meramente illusorio, poiché non trova riscontri con la realtà, la distopia, invece, è la rappresentazione di uno stato futuro di cose con sviluppi prettamente negativi. Genericamente, indica un’ipotetica società in cui le ideologie politiche e sociali, sono percepite come negative. La distopia, è quindi una descrizione di uno stato futuro potenzialmente pericoloso in aperta polemica con le tendenze ideologiche avvertite nel presente. Si prefigura, anche, come un’indagine della realtà, in quanto dà spazio a possibili scenari immaginativi, senza però, mai perdere di vista il principio di realtà. E’ proprio questo scandagliare di opzioni possibili che fornisce una visione dettagliata del nostro tempo.

Distopia e temi prevalenti in letteratura

Lo sfondo principale di un qualsiasi testo rappresentato come opera appartenente alla letteratura distopica, è, sicuramente, un tema che accomuna numerosi libri che si configurano col genere: quando si parla di distopia, si parte dalla narrazione di una immaginaria ed eventuale società futura che si preannuncia spaventosa. Una sorta di previsione futura, captata dagli avvenimenti presenti, dalle ideologie politiche e sociali che aleggiano, dagli assetti contestuali negativi. La fabula di questo tipo di libri, è prevalentemente corredata da azioni e avvenimenti in successione, che scandiscono il testo rendendolo avvincente e ritmato. Spesso, i protagonisti sono giovani, motivo in più per la quale questo tipo di letteratura è molto apprezzata dai ragazzi.

Letteratura distopica: i libri da non perdere

Quali sono i libri da non perdere? Dal classico 1984 di Orwell, a I viaggi di Gulliver, spesso etichettato come fantasy o favola, ma che invece nasconde un messaggio realistico e premonitore.

Distopia, il classico: 1984, George Orwell

Se si parla di distopia, non si può non accennare al capolavoro per eccellenza della letteratura distopica. Un’opera quasi profetica, nonché uno dei libri più influenti del Novecento. Non è solo un’opera distopica, ma, e soprattutto, un thriller politico che profetizza uno stato di sorveglianza e manipolazione da parte dei mass media verso l’opinione pubblica, con dei rimandi alle teorie di Foucault: il potere permea tutti i settori della società, siano essi democratici o totalitari.

Distopia, romanzi: 1984, Orwell - Photo Credits: twitter.com
Distopia, romanzi: 1984, Orwell – Photo Credits: twitter.com

Protagonista è Winston Smith, criminale pensante, e la sua compagna Juliet. 1984, si basa, in realtà su delle ipotesi: Orwell si chiede cosa mai sarebbe successo se la Gran Bretagna fosse caduta in mano ad un regime totalitario, come quelli dominanti nel ventesimo secolo. Londra è descritta come una città grigia, cupa, inquieta, dove c’è un Grande Fratello che osserva ogni azione, e la Polizia del Pensiero, legge nella mente dei cittadini. Perché Winston è in pericolo? Perché è in grado di pensare da sé e la sua memoria è ancora funzionante.

Fahrenheit 451, Ray Bradbury

Altro famosissimo romanzo che ha come linea conduttrice il concetto di distopia. Il titolo del libro, si riferisce ad una presunta temperatura di combustione della carta. https://metropolitanmagazine.it/metrolibri-fahrenheit-451/ Il divieto di lettura è proprio ciò che l’autore immagina in un’eventuale società distopica e in quella descritta nel testo. I cittadini sono infatti chiamati ad istruirsi solo tramite la televisione, mezzo che ovviamente esercita una forma di controllo sulla mente di quest’ultimi.

Fahrenheit 451, Ray Bradbury  - Photo Credits: Amazon.it
Fahrenheit 451, Ray Bradbury – Photo Credits: Amazon.it

Protagonista è Guy Montag, un vigile del fuoco che va contro le regole: invece di bruciare i libri come da regolamento, inizia a nasconderli e poi, a leggerli. Bradbury, sembra voler sottolineare come il nemico non sia esterno ma insidiato nella stessa società in cui viviamo, colpevole di voler portare gli individui a vivere in un mondo in cui la libertà di leggere ciò che si vuole, può diventare pericolosa. Una riflessione sull’importanza della lettura, ma sopratutto, sull’importante della conoscenza.

Cecità, Josè Saramago

Per la rubrica distopie famose, in questo libro di Saramago, il lettore è catapultato in un luogo ed in un tempo non precisati. Cecità è il racconto di un’improvvisa ed inspiegabile epidemia in cui la popolazione si ritrova cieca: le persone vedono tutto attraverso un’intensa luce bianca accecante, simile ad un ”mare di latte”. I personaggi si distinguono solo tramite connotazioni fisiche o sociali: ”il medico”, ”il primo cieco”. Sarà la moglie del medico a rappresentare la figura centrale del testo.

Distopia, libri: Cecità, J.Saramago - Photo Credits: Amazon.it
Distopia, libri: Cecità, J.Saramago – Photo Credits: Amazon.it

Si fingerà non vedente e saranno i suoi occhi a descrivere al lettore cosa accade. I malati sono rinchiusi in strutture apposite e se sbagliano facendo qualche passo di troppo, vengono uccisi da alcuni soldati. La convivenza forzata li trasforma in bestie primitive, così, emergono i tratti primordiali e gli istinti votati solo alla sopravvivenza: si minaccia, si uccide, si stupra.

“E’ di questa pasta che siamo fatti, metà di indifferenza e metà di cattiveria”

La cecità di cui parla Saramago è, in realtà, metaforica: un’allegoria che designa l’indifferenza e la perdita di solidarietà fra gli uomini nella società contemporanea.

Il racconto dell’ancella, Margaret Atwood

Protagonista di questa distopia letteraria datata 1985, è Offred ancella nella nuova Repubblica di Galaad. Appartenente ad una classe di donne chiamate, appunto, ancelle, vestite di rosso, a differenza di altre donne che utilizzano il blu o il verde, il loro unico scopo è quello di generare figli. La Repubblica di Galaad è fondata dopo che gli attacchi al governo Usa hanno ucciso il presidente e la maggioranza del Congresso; in questo clima, una nuova dittatura militare e militante in ambiti religiosi, prende il controllo. Il rovesciamento del governo, ribalta anche i diritti civili delle donne. I diritti umani generali, la riproduzione e l’uguaglianza, sono ora considerati punibili dagli uomini, in una repubblica in cui fa da guida un prepotente fanatismo religioso.

Distopia: il racconto dell'ancella - Photo Credits: pinterest.it
Distopia: il racconto dell’ancella – Photo Credits: pinterest.it

Ogni uomo prende in sposa una donna vestita di blu, ma concepisce con un’ancella, mentre la moglie rimane nella stanza. Offred ha una storia con Luke, l’uomo che era suo marito prima della fondazione della repubblica; tradisce l’attuale moglie con Offred, e dalla loro unione nasce una figlia. Poiché i divorzi sono concepiti come crimini contro Dio, però, il matrimonio con Offred viene annullato. Luke, sarà ucciso nei boschi, la figlia presa e Offred diventerà ancella come punizione. Una distopia che narra una realtà attuale in molte parti del mondo.

I viaggi di Gulliver, Jonathan Swift

Nel libro di Swift, assistiamo al rovesciamento di un’utopia per dar spazio alla distopia. Nella città di Laputa,1726, avviene un rovesciamento dell’Utopia appartenente alla Nuova Atlantide di Bacone, cento anni prima. La Nuova Atlantide, era una città ideale derivante dalla proiezione mitica dell’Atlantide di Platone, teorizzata nel ‘600 alla luce dei nuovi progressi scientifici del tempo di cui, Bacone, era un teorico. Ne I Viaggi di Gulliver, la città dei dotti diventa una città volante, in grado di librarsi in aria grazie ad una pietra magnetica posta al suo centro (lapis, Laputa).

I viaggi di Gulliver - Photo Credits: bookrepublic.it
I viaggi di Gulliver – Photo Credits: bookrepublic.it

I filosofi di Swift, però, non sono realmente dotti come in Platone o Bacone: sono vanesi, vuoti, gretti. L’autore mostra uno scetticismo, quindi, a favore della società guidata dagli illuminati e dai dotti. Nell’ultimo viaggio, il dottor Lemuel Gulliver, incontra due popoli: gli yahoos, uomini scimmia che rappresentano l’allegoria del male e la corruzione dell’umanità, e gli houyhnhnms, cavalli antropomorfi ed intelligenti che hanno saputo creare una società basata sulla ragione, metafora rappresentativa dell’aspirazione ad un’umanità migliore.