Domenico Merlo, chi è il papà di Michele Merlo: “Un dolore immenso che non passerà mai”

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Di Redazione Metropolitan

Domenico Merlo, papà dello scomparso artista Michele Merlo, è un consulente assicurativo. Ha sposato Katia Ferrari il 24 giugno 1989 e nel 2019 hanno festeggiato il loro 30° anniversario di matrimonio. Domenico Merlo, papà di Michele Merlo in arte Mike Bird, si è “confessato” a Verissimo in tutto il suo dolore per la scomparsa del figlio. Nel salotto di Silvia Toffanin, in particolare, ha rimarcato che “quello che è successo a Michele è frutto di una sanità che non funziona più: il sistema ha subito dei tagli importanti e questo porta continuamente a situazioni drammatiche.

I medici legali sostengono che bastava un esame del sangue per salvarlo. Aveva una probabilità dal 77% all’89% di guarire, in circa sei mesi, dalla malattia. Non mi aspetto nulla dalla giustizia e non condanno l’errore umano, anche se mi ha devastato la vita“. E ancora “Michele era un ragazzo sportivo e non aveva mai avuto problemi di salute. Era un grande artista, incompreso e un po’ burbero. Era un romantico ribelle.

Domenico Merlo: la morte del figlio Michele Merlo

La notizia della morte di Michele Merlo è stata diffusa il 7 giugno 2021. Il cantante di Amici 16 è spirato nel reparto di rianimazione dell’ospedale Maggiore di Bologna dove si trovava ricoverato dopo una emorragia cerebrale causata da una leucemia fulmiinante.

Il cantante è stato sottoposto anche a un delicato intervento chirurgico d’urgenza, ma, come reso noto dalla famiglia attraverso una nota diffusa dai suoi consulenti, riporta Ansa, nulla sarebbe stato utile a salvarlo. Le condizioni di Michele Merlo, in arte Mike Bird, si erano aggravate nel corso delle ore successive, e il quadro clinico sarebbe precipitato repentinamente: “Michele – ha fatto sapere la famiglia in un comunicato – si sentiva male da giorni e mercoledì si era recato presso il pronto soccorso di un altro ospedale del bolognese che, probabilmente, scambiando i sintomi descritti per una diversa, banale forma virale, lo aveva rispedito a casa. Anche durante l’intervento richiesto al Pronto soccorso, nella serata di giovedì, pare che lì per lì non fosse subito chiara la gravità della situazione“.

A 1 anno dalla morte, in un’intervista a Verissimo, il padre ha raccontato di come i sanitari avrebbero potuto salvarlo: “Quello che è successo a Michele è frutto di una sanità che non funziona più: il sistema ha subito dei tagli importanti e questo porta continuamente a situazioni drammatiche. I medici legali sostengono che bastava un esame del sangue per salvarlo. Aveva una probabilità dal 77% all’89% di guarire, in circa sei mesi, dalla malattia“.

E poi ha aggiunto: “Con lui ero un po’ duro perché provengo da una carriera militare, però nonostante, tutto ascoltava i miei consigli. Con la mamma invece si apriva molto, a lei raccontava anche le cose più intime“.