È morto Mario Terán, l’assassino di Che Guevara

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Di Redazione Metropolitan

Mario Terán Salazar, che ai tempi dell’uccisione di Che Guevara era sergente, si è spento all’età di ottant’anni. La notizia arriva da Santa Cruz de la Sierra: è morto l’uomo che uccise il simbolo della rivoluzione cubana.

Chi era Mario Terán

L’omicida di Ernesto Guevara è morto di malattia, per via di un cancro alla prostata. 
Mario Terán “era malato e non c’era niente da fare”, ha aggiunto Gary Prado, il soldato che prese il “Che” nella giungla boliviana mezzo secolo fa. 
Mario Terán Salazar fu il sergente boliviano che venne estratto a sorte per fucilare Che Guevara.
Il simbolo della rivoluzione morì a 39 anni il 9 ottobre 1967, ormai quasi 55 anni fa.

Il ricordo dell’esecuzione

Al momento della cattura il “Che” era a capo di un pugno di guerriglieri sopravvissuti a combattimenti, fame e malattie. L’8 ottobre 1967, a La Higuera (dipartimento di Santa Cruz) l’esercito boliviano ferì e catturò Guevara, arrestato anche con l’appoggio di due agenti cubano-americani della CIA.
L’esercito portò poi il prigioniero, ferito in combattimento, in una scuola abbandonata nella città di La Higuera, dove trascorse la sua ultima notte.
Il giorno successivo lo giustiziarono e poi gli tagliarono le mani nella scuola del villaggio.
“Quello è stato il momento peggiore della mia vita. In quel momento ho visto ‘Che’ grande, molto grande, enorme. I suoi occhi brillavano luminosi. lo sentivo che mi sovrastava e quando mi fissava, mi dava le vertigini. Ho pensato che con un rapido movimento ‘Che’ avrebbe potuto portarmi via l’arma. ‘Stai calmo’, mi disse, ‘e mira bene! Stai per uccidere un uomo!’ Poi ho fatto un passo indietro, verso la soglia della porta, ho chiuso gli occhi e ho sparato”. Questa la testimonianza di Terán.
Il cadavere di Che Guevara venne poi trasferito a Vallegrande, dove il maggiore Roberto Quintanilla ostentò l’uccisione del nemico. Il regime boliviano volle esibire il corpo come un trofeo.
Il cadavere del guerriero fu poi immortalato da Marc Hutten, fotografo di France Presse, e la foto fece il giro del mondo. Dopo 30 anni di servizio, il sergente Terán si ritirò, evitando la stampa. 

Secondo un’inchiesta pubblicata una decina di anni fa dal quotidiano argentino Clarín, fu proprio il presidente Lindon Baines Johnson a dare l’ordine di uccidere Ernesto Guevara, perché: “Si è ormai trasformato nel principale nemico comunista nella Guerra Fredda con l’Urss”.
La speranza del dittatore Rene Barrientos, strenuo anticomunista, era di trovare legittimazione pubblica nel mostrare il nemico sconfitto. Si verificò invece il contrario, trasformando il guerriero in un simbolo e la fama di Che Guevara non fece che aumentare.

Beatrice D’Uffizi

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