Parlare dell’eiaculazione precoce è sempre meno tabù tra gli appartenenti al genere maschile. Tuttavia, la condivisione dell’argomento potrebbe essere dovuta a una sempre più comune manifestazione del fenomeno. Tra i disturbi sessuali maschili, infatti, è quello che si accusa con maggior frequenza. Oltre a questo, è difficile stabilire quando effettivamente si tratta di eiaculazione precoce dato che non si verifica allo stesso modo su tutti i soggetti e non esiste una durata del rapporto “standard” o “normale”. Vediamo allora come è possibile classificare la patologia in base a numerose circostanze.
In genere, è cosa abbastanza comune parlare di patologia quando c’è una problematicità stabile e persistente nel controllo volontario dell’eiaculazione. Se il soggetto arriva all’orgasmo dopo una stimolazione minima e prima che esso lo desideri (cosa che coincide con il mancato raggiungimento del piacere del partner), allora siamo di fronte a una diagnosi genericamente positiva.
Tuttavia, esistono altri punti di riferimento per i “cultori” delle statistiche; un recente studio ha messo in evidenza 3 fasce distinte di longevità durante il rapporto: alcune coppie superano di poco 1 minuto, le più durature arrivano a superare i 30, mentre la misura media è di circa 5-6 minuti. Va detto che questi numeri vanno presi con le pinze, anche perché sono tutti dati presi da individui che non vivono le loro tempistiche come un problema, anche nel caso della prima fascia (nonostante possa sembrare molto breve).
A parte rari casi in cui l’orgasmo maschile è raggiunto ancor prima della penetrazione (patologia che viene definita eiaculazione precoce “ante-portam”) o pochi secondo dopo, è importante capire se le tempistiche della coppia diminuiscono la soddisfazione del piacere sessuale di uno o entrambi i partner, prima di stabilire se è il caso di parlare di ambito clinico.
Insomma, è un argomento assolutamente complesso e che non può essere risolto da una semplice consultazione di materiali pubblicati su internet. Per questo motivo, l’articolo che state leggendo non può essere inteso come sostitutivo di una consulenza diretta con uno specialista. In questo caso, il professionista da contattare è un andrologo, il quale può indicare al paziente la terapia e il percorso idoneo da seguire per la risoluzione del problema.
Quello che possiamo offrire, tuttavia, è un quadro generale delle varie cause e dei vari aspetti da tenere in considerazione qualora si decida di iniziare un percorso di cura.
La precocità eiaculatoria, infatti, può essere una caratteristica degli uomini ai loro primi rapporti; il problema nei più giovani, non a caso, tende a regredire con l’esperienza. In altri casi, quando continuano a verificarsi episodi di questo genere, se il problema non viene segnalato a un andrologo, si rischia di cronicizzare la patologia rischiando di protrarla per tutta la vita.
In altri soggetti, l’eiaculazione precoce può manifestarsi in età avanzata dopo anni di rapporti nella norma e soddisfacenti; in tal caso, l’origine della malattia potrebbe essersi sviluppata a causa di condizioni psicologiche sfavorevoli come la perdita di fiducia in se stessi – da un punto di vista del “senso di virilità”.
Ancor più rare, invece, sono le disfunzioni anatomiche come malattie infiammatorie della prostata o malformazioni del membro (tipo la brevità del frenulo che causa una iper-stimolazione del glande). Qualora sia questa la causa dell’eiaculazione precoce, sono previste terapie farmacologiche o addirittura, piccoli interventi in day hospital.
E’ chiaro, dunque, che i trattamenti si basino su diverse strategie. Vediamo quali possono essere.
Primo tra tutti, c’è il trattamento che in inglese viene definito “counseling”, ovvero tutta l’attività di supporto che il professionista mette in atto per il suo paziente per rimetterlo in condizioni di normalità. E’ importante ricordare che l’eiaculazione precoce è soprattutto un problema di coppia, di conseguenza si tratta di affrontare dei percorsi terapeutici insieme al proprio partner.
Ciò consiste anche nelle già note “terapie comportamentali”, cioè una serie di compiti che consistono nel migliorare il controllo dell’orgasmo maschile. In caso di fallimento, si ricorre a un supporto psico-sessuologico, fattore che può vedere il coinvolgimento di altre figure specializzate. In casi più lievi, tuttavia, può bastare anche confrontarsi con degli esperti online. Su internet, esiste il manuale “Comanda la Tua Eiaculazione” che è una guida realizzata da professionisti che consiglia una serie di rimedi pratici ed efficaci che il paziente può effettuare da solo.
Altre terapie prevedono l’utilizzo di prodotti come preservativi e creme ritardanti con sostanze anestetiche per diminuire la sensibilità a livello del pene. Purtroppo, queste “contromisure” hanno dei grossi limiti; uno tra tutti è che è difficile stabilire una dose corretta: l’effetto anestetico può aumentare i tempi ma spesso a discapito del piacere che al contrario diminuisce. In alcuni casi si parla anche di perdita dell’erezione il che non fa altro che aggravare ulteriormente la situazione.
Fino a non molto tempo fa, venivano utilizzati anche dei farmaci per via orale; utilizzati per altre malattie, venivano prescritti per cure a lungo termine con discreti risultati sull’allungamento del tempo di rapporto. Tuttavia, a volte, sono presenti effetti collaterali.
Oggi, al contrario, esistono farmaci dedicati che possono essere assunti poco prima del rapporto, solo per i rapporti, senza necessità di regolarità o terapie a lungo termine. Nei casi di eiaculazione precoce più gravi, questo farmaco si è dimostrato sicuro e affidabile nei risultati ma va citato purtroppo che l’efficacia è circoscritte nelle ore in cui la medicina ha effetto. Successivamente, la compressa non sarà in grado di mantenere l’effetto. Chiaramente, non è una terapia in grado di risolvere permanentemente il problema.
Dopo aver citato gli scenari, speriamo di aver reso più chiaro a cosa si va incontro qualora si decidesse di “guarire”, anche se non in tutti i casi c’è l’effettiva necessità di prendere contromisure drastiche.
In ogni caso affidarsi a un andrologo esperto è un inter fondamentale per risalire alle origini della patologia, se così si può definire. Rimandare non può far altro che aggravare ulteriormente il problema, portando i rapporti sessuali a perdere ulteriormente di qualità e non solo, diminuendo la sicurezza in se stessi e la propria autostima. In un’ultima istanza, se non si affronta adeguatamente l’eiaculazione precoce, si può andare incontro al deterioramento del rapporto di coppia o peggio, alla difficoltà di iniziarne uno nuovo.