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Elena Shevchenko, chi è la sorella di Andriy: “È stato uno schock”

“Le sento ogni venti minuti. Stavo andando da loro, lo spazio aereo è stato chiuso. Mia zia, la sorella di mia madre, è rimasta 4 giorni sottoterra, senza uscire. L’ha liberata da poco mio cugino, l’ha portata da mia mamma. Che mi dice: “Andriy, il tuo compito è raccontare quello che succede, aiutare”. Le persone si aiutano, si stanno organizzando molto bene. C’è grande unione, abbiamo un presidente forte”. Le parole di Shevchenko sulla guerra in Ucraina e rivolte alla sorella e alla madre a Kiev sotto le bombe

Andriy Shevchenko è in prima linea per aiutare l’Ucraina dall’inizio di questo terribile conflitto. L’ex calciatore del Milan, ospite sabato 7 maggio a Verissimo, parla per la prima volta in tv di questo periodo drammatico per il suo Paese: “E’ una situazione molto difficile, soprattutto le prime settimane sono state complicate. E’ stato uno shock, mai avrei pensato che la Russia potesse iniziare una guerra contro di noi. Come si fa a vivere quando ogni giorno muoiono bambini e civili sotto gli attacchi dei missili nemici?”.

Andriy Shevchenko racconta la fuga di sua madre e sua sorella da Kiev: “All’inizio non c’è stato verso di convincere mia mamma ad andarsene. Poi, dopo 21 giorni, le sue condizioni fisiche sono peggiorate e quindi mia sorella l’ha portata via con sé. Adesso sono in Italia”.

Lui, invece, sta accogliendo profughi nella sua casa di Londra: “Stanno per arrivare due donne con i loro bambini. Poi abbiamo fatto un bellissimo progetto con il sindaco di Milano Beppe Sala. Sono grato agli italiani che si sono dimostrati molto generosi e stanno dando il cuore al mio popolo. La mia gente ha perso tutto, i bambini non hanno più futuro, dobbiamo stare vicini a queste persone”.

Di questa situazione drammatica Andriy Shevchenko ne ha parlato fin da subito ai suoi 4 figli: “Il più grande comprende benissimo quello che sta succedendo, agli altri stiamo cercando di spiegarlo. Loro sono molto affezionati a Kiev e all’Ucraina”. E sempre a proposito dei figli, il Pallone d’Oro 2004 dice del secondo genito, Christian, che gioca nell’Academy del Chelsea: “Sono contento, ma ha intrapreso una strada difficile, ci vuole tanto sacrificio. Ci sta provando, io lo seguo e cerco di aiutarlo in tutto ma sa che deve impegnarsi molto”. A Silvia Toffanin che gli chiede se un possibile intervento di Papa Francesco potrebbe aiutare a sbloccare la situazione, il campione risponde: “Sicuramente la visita del Pontefice in Ucraina sarebbe molto utile, ma in questo momento il miglior aiuto consiste nel cercare di dare una possibilità di difenderci e accogliere i rifugiati, soprattutto donne e bambini”. 

“Sono così orgoglioso di essere ucraino. È un momento molto difficile per il mio Paese, per la mia gente, per la mia famiglia. Mia madre e mia sorella sono a Kiev in questo momento e lì stanno accadendo cose terribili. Persone che muoiono, bambini che muoiono, missili puntati contro le nostre case. Dobbiamo fermare questa guerra”, è l’appello di Sheva, che già si era speso in prima persona nei giorni precedenti, registrando anche un videomessaggio trasmesso dallo schermo di San Siro in occasione del derby di Coppa Italia.

Da Londra, dove vive con la moglie e i quattro figli e dove ha manifestato qualche giorno fa per la pace, l’ex capitano e CT dell’Ucraina ha poi rivolto parole durissime al presidente russo Vladimir Putin: “È un assassino – dice a Repubblica – Ora il bersaglio siamo noi, che confiniamo con la Russia. Ma dopo di noi, a quale Paese toccherà? Quello che accade è inumano, non bisogna smettere di parlarne. Abbiamo bisogno di sentire il sostegno della comunità internazionale in ogni momento. Ho detto grazie a Johnson, il premier inglese, e lo ripeto a Draghi: grazie, ci state supportando. Abbiamo bisogno di aiuti, di medicine. È uno dei più difficili momenti della storia ucraina, anche se il popolo è unito. Ogni minuto di ritardo può essere fatale, il tempo corre veloce

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