EV | Collaudata in America la Volkswagen ID Buggy

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Di Redazione Metropolitan

Il nuovo modello Volkswagen ID Buggy, presentato a Ginevra dalla casa tedesca, ha assaggiato per la prima volta asfalto, terra e sabbia.

Volkswagen ID Buggy – Innovazione, sostenibilità assoluta e tecnologia MEB. Sono questi i termini caratteristici del nuovo progetto full electric Volkswagen, la Volkswagen ID Buggy, è stata testata ufficialmente in America, a Pebble Beach. A salire sulla vettura, un giornalista del sito arstechnica.com, che per primo ha avuto l’occasione di provare la versione “lite” della Buggy.

https://www.youtube.com/watch?v=LCPQ5cW6bMg

Preview ufficiale della Volkswagen ID Buggy – Video Credit: Volkswagen (CH)

La Volkswagen ID Buddy è imperniata sul MEB, il Modular Electric Drive Matrix, la tecnologia esclusiva Volkswagen in grado di rivoluzionare le potenzialità del settore. La novità, già annunciata, della liberalizzazione del MEB verso il suo utilizzo di produttori anche esterni al Gruppo Volkswagen, prende ora concreta forma. La nuova Buggy, la cui livrea ricorda il Beach Buggy, si pone come trampolino di lancio per l’utilizzo del MEB nella produzione EV in serie.

Volkswagen ID Buggy – Il test sulle spiagge californiane

Sembra ancora prematura una disamina accurata delle prestazioni offerte da ID Buggy. L’auto provata dal giornalista americano, infatti, è stata limitata ai 55 km/h, con un motore da 200cv alimentato da una batteria da 62kw. Potente in accelerazione nonostante il peso (1600 kg), la Buggy dovrebbe raggiungere i 100 km/h in 7,3 secondi. Anche l’autonomia previsti è da record per un modello EV, specialmente di tal genere: 250 km prima di effettuare la ricarica delle batterie.

Volkswagen ID Buggy
Concept della Volskwagen ID Buggy – Photo Credit: topspeed.com

Insomma, le sensazioni sul possibile sbarco sul mercato EV, a costi contenuti, di questa originale Buggy non sembrano più un miraggio. In attesa di nuove delucidazioni sulla produzione in serie da parte di Volkswagen, i primi passi possono essere fatti grazie all’utilizzo del MEB. Lo stesso Jurgen Stackmann ha infatti, aperto ad un curioso scenario: la concessione della primissima, più modesta produzione del modello ad alcune start-up del settore.

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