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Fabio Listrani: intervista all’autore di Charon

Fabio Listrani, illustratore e grafico, da un anno a questa parte ha deciso di intraprendere un percorso da fumettista a tutto tondo con la sua opera prima, Charon. Durante la presentazione del secondo volume di Charon e il firmacopie alla fumetteria Freekomix, di cui ho approfittato per farmi scarabocchiare sia i fumetti di Warhammer di cui è autore per le copertine che i due volumi di Charon, mi ha gentilmente concesso un’intervista, la quale è possibile vedere nella sua interezza e in video qui.

(i tre fumetti di Warhammer di cui Fabio Listrani è l’autore delle copertine)

Cominciamo! Parlaci un po’ di te!

È un po’ generico!

Scherzavo! Allora parlaci del tuo percorso da disegnatore e da dove nasce il tuo amore per il disegno

Allora… penso che come qualsiasi bambino ho sempre disegnato, poi diciamo che negli anni è qualcosa che ho sempre portato in parallelo anche se i miei studi sono andati su tutt’altro tipo di percorso, però questa cosa è sempre rimasta. Lo facevo quando avevo un po’ di tempo e anche lavorando in alcuni studi tornavo la notte e lavoravo sui miei progetti. Poi dopo dei problemi avuti sul lavoro, mi sono detto “Senti, per ora lascio un attimo e faccio quello che mi piace fare”. In parallelo già qualcosina facevo e alcune cose erano già ingranate: avevo un progetto di tarocchi che già era andato in porto, così come alcune copertine per dei fumetti. Mi sono detto che era una buona idea provare a investire tutto e vedere cosa sarebbe successo. E piano piano negli anni le cose sono progredite sempre di più…

(Credits: Freekomix)

Infatti tu sei un autodidatta, giusto?

Si, e infatti io esco da una laurea scientifica, quasi in matematica, una facoltà che si chiamava Scienza dei Media e della Comunicazione, ma in realtà la maggior parte delle materie era scientifica – matematica, fisica, acustica – però in più aveva anche esami di modellazione 3D e da lì infatti ho cominciato a capire che mi piaceva. C’era fotoritocco, quindi si studiava Photoshop… e a mano a mano ho cominciato a integrare il digitale, la modellazione 3D, ecc. E ho cominciato a lavorare in maniera digitale proprio per quel motivo, poiché era una tecnica che mi permetteva di unire tante cose: disegno a mano con la tavoletta grafica, modellazione 3D e la grafica – anche perché io di base sono anche un grafico – e niente… sono arrivato a questo ibrido che non so se sembra omogeneo!

Sono tutte illustrazioni meravigliose!

Grazie! E quindi all’interno di un mio lavoro c’è dalla modellazione 3D alla pittura digitale, dalla grafica a… insomma un insieme di cose! A volte c’è anche del tradizionale: per esempio delle texture magari a volte me le faccio sporcando dei fogli, poi li scansiono e li uso… Per esempio vedi qua (immagine sotto): pittura ad olio scansionata.. e delle rotture le ho fotografate e poi le ho rielaborate… a volte ci ridisegno… insomma, è un po’ un misto di tecniche.

(Stampa inerente il secondo volume di Charon)

A proposito, la stampa che vedete l’ho vinta! Mi piace molto il tuo lavoro e lo trovo interessante proprio per il tuo percorso da autodidatta, e se ricordo bene il tuo percorso iniziale ha riguardato principalmente cover e illustrazioni…

Si, io nasco proprio come illustratore e poi come copertinista. Come copertinista ho iniziato lavorando per la IDW Publishing, e poi sono entrati i primi lavori dalla Marvel e dalla Titan Comics… e soprattutto negli ultimi anni ho lavorato per quest’ultima: dal Doctor Who al Warhammer, ecc.

Infatti tu mi dicevi riguardo a quest’opera, Charon, che è il tuo primo fumetto non solo in qualità di illustrazione per un copertina, ma come opera scritta e disegnata dall’inizio alla fine da te: insomma un’opera autoriale. Parlaci un po’ di come ti ci sei trovato e di quale è stato l’inizio di questa avventura.

Questa avventura è nata per colpa dell’IDW Publishing per cui lavoravo come copertinista: mi propose di fare un fumetto. Per mia fortuna quella cosa non è andata in porto, però mi ha messo un po’ nel panico perché un fumetto vero e proprio io non lo avevo mai fatto. Quindi ho detto: “Questa cosa non è andata, nel frattempo cerco di provare a farne uno io”. Questo per rendermi conto sia a che livello ero come narrazione, perché non è facile imparare a narrare con un fumetto, sia perché in questo modo mi sarei accorto delle mie tempistiche, la cosa che mi terrorizzava di più, perché nel mercato americano le tempistiche sono folli, nel senso un fumetto di 20 pagine te lo chiedono in un mese grossomodo, tra la lettura della sceneggiatura alla traduzione, le prime bozze e i layout; fondamentalmente non hai margine… e per la tecnica con cui lavoro io è un grande problema avere una tempistica stretta. Quindi diciamo che intanto è nato come mettermi in gioco, poi mi è piaciuto. Il primo episodio era arrivato finalista a un Lucca Comics come contest…

(Tavole del primo volume di Charon)

Quello lo ricordo!

E visto che era arrivato addirittura finalista mi sono detto : “Ma sai che c’è? Proviamo un attimo ad allargarlo il progetto…”. Da lì ho deciso di fare un prodotto che avesse tutti episodi autoconclusivi, in modo tale che io potessi divertirmi a imparare e narrare in maniera diversa; quindi in realtà ogni episodio ha… non so… uno magari ha una voce narrante fuoricampo, un altro invece è giocato con un flashback, ecc. In realtà se lo leggerete, vi accorgereste che ogni episodio ha qualcosa di diverso sulla narrazione fondamentalmente; ho quindi utilizzato Charon come scuola, mentre mi leggevo manuali di sceneggiatura del cinema, per esempio. Mentre studiavo lo facevo e imparavo.

(Dettaglio di una tavola del primo volume di Charon)

Quindi lo definiresti un’opera sperimentale non solo per te, ma anche per come è narrato e costruito.

Sicuramente si, ma forse più per la tecnica. Anche perché per quel che riguarda la narrazione penso sia stata fatta ormai qualsiasi cosa.

C’è una domanda dal pubblico! Daniela della fumetteria Freekomix ha una domanda da porre a Fabio Listrani: “Tu hai fatto illustrazioni di tarocchi, e mi chiedevo quanto questo avesse influenzato o meno il tuo lavoro con Charon“.

Moltissimo! Tanto che alcuni episodi sono proprio basati sulle carte dei tarocchi. Il primo episodio in assoluto è basato sulla “morte incinta”, che fondamentalmente è il significato dell’arcano dei tarocchi, la morte intesa come rigenerazione. Mano a mano in realtà anche negli altri episodi magari vedi un dettaglio nello sfondo, una carta dei tarocchi messa lì a posta; quindi se tu sai che cosa significa quella carta riesci a fare un quadro un po’ più completo anche del significato del fumetto. Non è strettamente necessario, però c’è anche quello.

(Tarocchi Night Sun di Fabio Listrani)

Allora ora posso togliere la mia maschera da redattrice e dirti che io in realtà sono un’antropologa sociale, e quindi questa cosa dei tarocchi mi interessava troppo! Soprattutto quando ho visto i tuoi tarocchi a tema Santa Muerte, e già la mia mente partiva verso il Messico e le calaveras. 

Probabilmente quel tema lo inserirò nel prossimo volume o nel quarto! Anche perché la tematica, essendo dei “Caronti”, il collegamento con la morte è inevitabile.

(Tarocchi Santa Muerte di Fabio Listrani)

Hai fatto degli studi sui tarocchi approfonditi, immagino, per lavorare con questi.

Si, e in realtà li ho sempre conosciuti. Per un motivo o per un altro, hanno sempre fatto parte della mia vita: ho sempre avuto un mazzo a disposizione. Cosa assimilabile a quando ho cominciato a leggere fumetti e mi sono appassionato a Hirohiko Araki di JoJo, che citava i tarocchi… quindi in un modo o in un altro i tarocchi li ho sempre avuti come una costante nella vita. Poi mi sono appassionato a uno scrittore e regista, Alejandro Jodorowsky, e anche lui cita i tarocchi… E sempre là i tarocchi come una costante. Quando mi sono affermato come illustratore ho pensato che uno dei primi progetti a cui volevo mettere mano dovesse essere un mazzo di tarocchi. Attualmente sono già tre mazzi.

E come vanno? Ammetto che la mia curiosità è diretta anche verso questo.

In Italia, che in realtà è la patria dei tarocchi, poiché sono stati inventati tra Milano e Ferrara, il mercato è molto piccolo. Il mercato americano invece è quello più grande, là il mercato dei tarocchi è enorme, tanto che, collaborando con lo Scarabeo di Torino, che è una delle più grandi case editrici di tarocchi al mondo, ho scoperto che la maggior parte dei prodotti sono esportati da loro in America. Un mazzo loro non lo approvano se prima non è approvato dal distributore americano.

(Dettaglio della copertina di Charon 2)

A parte questi progetti di cui ci hai parlato, quali sono i tuoi piani per il futuro?

Ho in porto un altro mazzo, sempre per lo Scarabeo, che non riguarda i tarocchi, ma per ora è top secret. Oltre a quello ci sono progetti che continuo in parallelo, lavori di grafica, tra cui una meravigliosa etichetta per la birra… Non vedevo l’ora di fare un’etichetta per la birra! Mentre termino il mazzo per lo Scarabeo, intanto scrivo il terzo volume di Charon.

(Copertina del secondo volume di Charon)

Prima parlavi di un quarto volume, cosa ci dici a riguardo?

L’idea è che il ciclo di Charon finisca al quarto volume, poi si vedrà… E chiuderò il cerchio al tredicesimo episodio…

Giustamente! Come i tarocchi! Invece il tuo interessarti e studiare i tarocchi da che percorso è stato caratterizzato, perché sono molto incuriosita…

Personalmente sono sempre stato divertito sia dall’esoterismo che dall’occulto: ho sempre letto informazioni a riguardo, mi sono studiato libri e cose collegate comunque ai tarocchi. La cosa che è più divertente per me è che è comunque i tarocchi sono una sorta di pantheon di immagini archetipiche.

(Copertina del primo volume di Charon)

La psciologia jungiana c’è sempre andata a nozze…

Infatti! Quindi se sei a corto di ispirazione, guarda i tarocchi e vedrai che qualcosa per un episodio ti viene in mente. Anche Italo Calvino, con un libro che si chiama Il castello dei destini incrociati, per ogni episodio pescava 3/4 carte da un mazzo di tarocchi e con quelle 3/4 carte ci costruiva un racconto.

È sempre stato uno studio incrociato, e poi davvero i tarocchi ti stimolano davvero la fantasia.

Ti dico che riguardo a questo argomento capitavo proprio a fagiolo perché durante la mia carriera accademica mi sono occupata e continuo a occuparmi di sette religiose, quindi riguardo a temi come esoterismo e occultismo ho proprio delle basi accademiche, ecco perché ero molto incuriosita.

Allora mi scriverai e mi dirai cosa pensi di Charon appena avrai letto i fumetti! Come avrai immaginato va molto in questo senso la mia opera, anche se sempre seguendo più un discorso psicologico.

(Dettaglio di una tavola del secondo volume di Charon)

Un nuovo intervento dal pubblico! Sempre Daniela della fumetteria Freekomix ha da porre una domanda da parte di una cliente che ha acquistato l’anno scorso il primo volume di Charon: “Mesi fa questa cliente mi ha chiesto se ci sarebbe stato un secondo volume, poiché, avendolo letto, le sembrava che fossero tutti piccoli racconti autoconclusivi, e voleva avere delle coordinate per capire al meglio l’opera”.

Lei ha perfettamente ragione, sono tutte opere autoconclusive. E io vorrei mantenere sempre questa forma di narrazione, una narrazione che segue comunque un minimo di filo conduttore, e sicuramente il primo volume ha un valore introduttivo rispetto agli altri. Comunque sia questi possono essere letti in qualsiasi ordine.

Per quel che riguarda gli autori a cui ti ispiri invece? Parlo di autori in generale perché non penso che si debba far riferimento solo a quelli che vengono dal mondo del fumetto.

Io sono un lettore onnivoro, leggo veramente di tutto. L’autore più recente con cui ho avuto una fissazione è Murakami, 10-15 libri fatti fuori nel giro di qualche mese. Per quel che riguarda i libri, davvero, di tutto e di più.

Invece dal punto di vista fumettistico?

Da un punto di vista fumettistico in realtà i miei amori più grandi sono i manga, Hirohiko Araki, Katsuhiro Ōtomo… e amo alla follia Alan Moore. Di Alan Moore sto provando a leggere il famoso Jerusalem che è uscito da poco, un tomo di 1500 pagine… e ti giuro che mi sono un po’ fermato alle prime 600, anche perché per lavoro ho dovuto leggere altri libri e quello è stato un attimo accantonato.

(Dettaglio di una tavola del secondo volume di Charon)

Altra domanda dal pubblico! Francesco, il proprietario della Freekomix, chiede a Fabio Listrani, di cui è amico da tantissimo tempo, quali siano i fumetti che consiglia di leggere.

Allora sicuramente tra i must ci sono Preacher, Sandman… potrei andare avanti all’infinito… JoJo lo abbiamo già detto… Akira per forza non potete non averlo in libreria…

Devilman?

Devilman anche! E Alan Moore tutto!

Approfitto per una domanda a riguardo allora: cosa pensi della svolta lovecraftiana di Alan Moore?

Il mio scrittore preferito è Lovecraft, quindi Alan Moore che mi fa Lovecraft per me è la summa i tutto ciò che mi piace. Il Necronomicon era carino, ma Providence lo trovo quasi geniale: mi è piaciuto proprio tanto, ed è carino proprio come lui giochi con la narrazione in quest’ultimo.

Una considerazione da parte del pubblico! Luca, uno degli avventori, ci tiene a dire la sua: “Non conoscevo Fabio Listrani, ma devo dire che mi sta piacendo tantissimo, e sentendolo ora durante l’intervista ho capito ancora meglio perché mi stesse piacendo così tanto il suo lavoro”.

Ti ringrazio e, parlando, mi è venuta in mente una cosa che riguarda Devilman. Se si apre il secondo volume di Charon, si noterà una certa somiglianza con uno dei personaggi… ammetto di essermi ispirato un pochino a lui. Se immaginate un Devilman in giallo, probabilmente potrete riconoscerlo in questa immagine che segue.

(Personaggio del secondo volume di Charon che si ispira a Devilman)

Fabio ti ringrazio tantissimo per l’intervista e spero di rivederti in futuro per gli altri volumi di Charon e gli altri tuoi lavori.

a cura di Eleonora D’Agostino

 

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