
I prezzi del carburante sono arrivati alle stelle. I recenti avvenimenti hanno causato un rincaro del petrolio. Se non vengono presi i giusti provvedimenti, secondo comunicati dell’Osservatorio prezzi del ministero Sviluppo economico e le statistiche del Ministero della Transizione Ecologica, i prezzi potrebbero lievitare sempre di più. Addirittura a Corvetta, provincia di Milano, secondo una foto la Benzina è arrivata a 5 euro al litro. Questo per quale motivo rimane un mistero, ma approfondiamo il tema.
La notizia emessa dagli Stati Uniti e dal Regno Unito, dell’embargo sui prodotti energetici provenienti dalla Russia, ha sconvolto e spinto le quotazioni dei mercati petroliferi causando gravi conseguenze sia per i cittadini che per le imprese. Ma la domanda è una: possiamo permetterci costi aggiuntivi per l’aumento di prezzo durante una crisi?
Cause dell’aumento: c’entra solo la guerra?
I primi istinti a queste notizie sono stati riguardo la guerra, ma fino adesso siamo rimasti all’oscuro di cosa scorre dietro al prezzo della pompa. Il prezzo del carburante al distributore è formato dal prezzo del carburante, guadagno del gestore del distributore e le accise che vengono incluse nella sezione tasse, rappresentate come imposte. Le accise sono un tributo indiretto che lo Stato pone sulla fabbricazione o sulla vendita di prodotti di consumo. Vengono utilizzate in occasioni di emergenza garantendo un gettito immediato e sicuro, ed allo stesso tempo l’accisa viene immessa nel momento del consumo (come nel momento del rifornimento); questo rappresenta un bene per lo stato ma.. Durante l’andamento dei prezzi della benzina negli ultimi anni siamo rimasti all’oscuro di due fatti. Il primo è che la parte più consistente di questi prezzi allucinanti è dovuta alla accise, e tasse, rappresentando più della metà del prezzo della pompa. Il secondo fatto di cui non eravamo al corrente è che attualmente paghiamo ancora le accise di oltre sessant’anni fa. La prima accisa che risale al periodo fascista relativa al finanziamento della guerra d’Etiopia, che poi almeno questa fu tolta, tutte le successive le stiamo ancora pagando: nel 1963 per la ricostruzione dopo il disastro del Vajont, 1966 per l’alluvione di Firenze, 1968 terremoto di Bellice e così altre dieci.
Conseguenze e ribellioni
In questo conflitto centinaia di cittadini sconvolti da questi costi aggiuntivi, si introducono i pescatori indipendenti sul caro gasolio, protestando il 9 marzo in piazza Santi Apostoli a Roma con il messaggio: “Oggi è il funerale della pesca italiana”. A far sentire la loro voce nel loro settore sono marinerie provenienti da varie regioni, chiedendo con grande sofferenza “L’europa non ci aiuta. Lasciateci Lavorare!”. Decidono così di fare sciopero finche non verranno presi dei provvedimenti spiegando che non riescono a sostenere costi così alti con il prezzo del gasolio raddoppiato.
Ludovica Marini
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