Via libera dal Garante della Privacy allo schema di decreto che darà il potere al fisco (agenzia delle entrate) di monitorare, anche con controlli incrociati, i conti correnti e le spese effettuate con le carte di credito per scovare gli evasori fiscali.
Fisco: meno evasione a discapito della privacy dei contribuenti
Grazie agli algoritmi e all’intelligenza artificiale per quanto riguarda il fisco, l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza avranno a disposizione dei dataset, cioè delle liste di contribuenti classificati in base al rischio e alla propensione all’evasione, da sottoporre a controlli mirati. Per procedere con i controlli anti-evasione si attende solo il decreto del ministero dell’Economia
Il decreto sarebbe dovuto arrivare già a marzo 2021. Ma la gestazione è stata più complessa del previsto. Per il via libera, infatti, serviva l’ok del Garante della privacy. Ora, dopo un lungo confronto, l’authority ha dato il via libera al provvedimento del ministero, anche se con qualche paletto.
La bozza di decreto elaborata dal ministero dell’Economia prevede che, grazie agli algoritmi, vengano creati due dataset, cioè due liste.
Il Fisco avrà in mano due liste: analisi e controllo
II primo dataset è definito di analisi. In base a dei criteri di rischio fiscale definiti, questa lista serve ad analizzare se in una determinata platea esistono rischi particolari di evasione.
Il secondo dataset, invece, è di controllo. Si tratta dei contribuenti che secondo l’analisi possiedono uno o più rischi fiscali. Nei loro confronti potranno essere avviate le attività di controllo o quelle volte a “stimolare” l’adempimento spontaneo, come l’invio delle lettere di compliance. Questa lista sarà conservata dal Fisco per 10 anni. Le posizioni da sottoporre a controllo, proprio per evitare rischi legati alla privacy, saranno estratte su posizioni che sono state preventivamente “pseudonomizzate”
Per garantire il funzionamento degli strumenti anti-evasione, è stato necessario limitare i diritti dei contribuenti in relazione alla privacy. In particolare, sulle attività di trattamento dei loro dati da parte dell’Agenzia e della Guardia di finanza
Il Garante ha quindi chiesto all’Agenzia una più puntuale indicazione delle banche dati che si intendono utilizzare.