Il golf sparirà quasi del tutto da Singapore nel giro dei prossimi venti anni, il Governo locale chiuderà inoltre il 40% dei circoli entro il 2030, selezionando pochi golf club da tenere aperti entro il 2040.
Cosa significava il golf per Singapore
Il golf a Singapore ha rappresentato fino ai primi anni 2000 uno dei simboli della crescita economica del Paese, racchiusa nelle “Cinque C”: cash, condominium, car, credit card, country-club.
Il golf quindi è rimasto un’espressione statica ed elitaria rivolta ai ricchi ed anziani, difatti la maggioranza dei giocatori della nazione ha più di 55 anni (come affermato dal general manager dell’associazione golfistica di Singapore).
Il partito di maggioranza dello Stato per riavvicinarsi al “cittadino medio”, dopo uno brusca frenata nel 2011, ha quindi deciso di riallocare i terreni riservati ai circoli (2.4% del territorio nazionale) per costruire case popolari ed infrastrutture.
Entro il 2040 ci sarà un solo golf club ogni 430.000 abitanti, scelta forte ma in parte condivisa sul The Economist da Lee Langdale, figura di spicco nei trasferimenti delle iscrizioni tra golf club:
“I giovani sono interessati ad altri sport, si sono allontanati a causa dei costi esorbitanti del golf. L’immagine di questo gioco sta soffrendo”

Photo Credits: Marina Bay Golf
Neanche la passione per il golf del Presidente dell’ex Primo Ministro Lee Kuan Yew (morto nel 2015) ha influito su questa decisione che mira a ridurre il numero dei golfisti, concetto che si esprime nella testimonianza di una delle socie più anziane di un golf club locale: “Le persone con cui giocavamo a golf o sono morte oppure non praticano più”.
E il governo di Singapore, trova proprio quello che sta cercando.
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