I ragazzi di una scuola veronese scrivono a Draghi e lui decide di rispondere di persona

Foto dell'autore

Di Redazione Metropolitan

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, è andato alla scuola media Dante Alighieri di Sommacampagna ed ha incontrato la classe 2D.

Nelle scorse settimane la classe aveva inviato una serie di lettere a palazzo Chigi a lui indirizzate. Gli hanno parlato dell’esperienza di questi ultimi anni e gli hanno fatto delle domande anche personali e Draghi decise di rispondere alle lettere di persona.

Draghi decide di rispondere alle lettere dei ragazzi di persona

I giovani alunni della 2D hanno scritto una lettera al Presidente alcune settimane fa, precisamente una a testa. Gli hanno parlato dell’esperienza di questi ultimi anni e gli hanno fatto delle domande anche personali.

Draghi ha scelto una in particolare di queste missive e ha deciso di venire a rispondere di persona. Questa mattina è stato a Sommacampagna e dedicherà qualche minuto in privato ai ragazzi. La visita non è stata anticipata da note ufficiali, infatti per i piccoli sarà una sorpresa.

Draghi nella scuola è stato accolto dalla dirigente scolastica Emanuela Antolini, dal sindaco Fabrizio Bertolaso, e dal presidente del Veneto Luca Zaia assieme ad autorità locali. 

Draghi si rivolge ai giovani:”So quanto avete sofferto, alla vostra età è importante stare insieme per capire chi siete”

La prima cosa che ha detto il premier incontrando gli studenti è che capisce la sofferenza subita durante la pandemia. Ha elogiato i bambini e i ragazzi che durante la pandemia sono stati bravi a rispettare le regole anti-contagio ed hanno sofferto la distanza con i propri cari e amici: “Spero che l’anno prossimo non ci sia più bisogno di mascherine e che la pandemia non ritorni. So quanto avete sofferto, alla vostra età è importante stare insieme. Gli insegnanti vi aiutano ad avere consapevolezza, assieme ai genitori, ma anche i vostri amici. Stare insieme aiuta a capire chi siete, con amore, con bontà, con allegria. Vi dovete divertire“.

Draghi racconta della sua telefonata con Putin: “Si deve cercare la pace”

Mario Draghi ha poi toccato l’argomento sollevato dagli alunni con le loro lettere: la guerra in Ucraina: “Quel che si deve fare è cercare la pace e far in modo che i due smettano di sparare e comincino a parlare. Questo è quello che noi dobbiamo cercar di fare”.

Ha poi spiegato Draghi la sua telefonata con Putin: “A Putin ho detto ‘la chiamo per parlare di pace’, e lui mi ha detto ‘non è il momento’. ‘La chiamo perché vorrei un cessate il fuoco’, ‘non è il momento’. ‘Forse i problemi li potete risolvere voi due, perché non vi parlate?’, ‘Non è il momento’. Ho avuto più fortuna a Washington parlando con il presidente Biden; solo da lui Putin vuol sentire una parola e gli ho detto che telefonasse. Il suggerimento ha avuto più fortuna perché i loro ministri si sono sentiti”.

Conclude il discorso dicendo:”Chi attacca ha sempre torto. C’è differenza tra chi è attaccato e chi attacca, bisogna tenerlo in mente. Come quando uno per strada è grosso grosso e dà uno schiaffone a uno piccolo. Quello che è successo è che il piccolino adesso è più grande e si ‘ripara’ dagli schiaffi, prima di tutto perché è stato aiutato dagli amici, ma anche perché combatte e si difende per un motivo, la libertà”.

Il premier continua dicendo, che nelle lettere i ragazzi parlavano del suo ruolo e della grande responsabilità che ha sulle spalle sopratutto adesso in un momento di guerra. Draghi infatti continua dicendo: “La responsabilità la sento molto. E questo è parte della serietà. Guidare un Paese in un momento difficile è responsabilità. Ma la responsabilità è anche agire, fare le cose“.

Gli hanno chiesto cosa provasse il momento in cui ha ricevuto la notizia della guerra, e lui ha raccontato quello che ha pensato “Lo sapevo, ne ero sicuro ma non ci volevo credere. Non si portano 200.000 truppe in assetto di guerra sul confine di un paese se non per attaccare. Io ero sicuro sarebbe successo perché purtroppo è successo anche in passato con l’Unione Sovietica. Allo stesso tempo non volevo crederci”. Draghi racconta che ha parlato con Putin fino all’ultimo e ha aggiunto che si sono dati anche appuntamento per risentirsi ma “lui ha lanciato invasione. È un dramma terribile, un errore spaventoso fatto da Putin“. 

Draghi parla degli italiani e il loro ruolo nella guerra “Sono stati bravissimi, le famiglie italiane hanno aperto le loro case”

Continua dicendo il presidente del Consiglio ai ragazzi: “Gli italiani sono stati bravissimi. Sono arrivati quasi 120.000 profughi ucraini e le famiglie italiane hanno aperto le loro case. Le regioni e i comuni hanno fatto tantissimo. Mi commuove quello che accade nelle scuole. Sono arrivati circa 4500 minori non accompagnati, che sono stati tutti inseriti. Gli insegnanti sono stati formidabili e ragazzi come voi molto ospitali. Il Presidente ucraino ci ringrazia sempre”.

Draghi si è recato in visita all’Ossario di Custoza deponendo una corona d’alloro al Mausoleo

Il presidente del Consiglio Mario Draghi si è recato poi in visita all’Ossario di Custoza deponendo una corona d’alloro al Mausoleo, che ricorda le vittime della prima e della terza guerra di indipendenza Italiana (1848 e 1866) .

L’Ossario custodisce le spoglie dei soldati che facevano parte delle truppe del regno d’Italia e quelle dell’Impero Austriaco, quest’ultimo composto anche da soldati veneti, morti nelle due battaglie di Custoza.

Il premier Draghi era accompagnato dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, e dalle autorità locali. In occasione del 150/O anniversario dell’Unità d’Italia, il monumento aveva subito un importante intervento di restauro, finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Valeria Muratori