Il 27 agosto 2003 Marte si è avvicinato al nostro pianeta come mai in quasi 60mila anni. Questo avvenimento ha cambiato le sorti dell’astronomia, anche se non unico nel suo genere.

L’avvistamento di Marte più vicino alla Terra

Esattamente vent’anni fa, il pianeta rosso si è trovato a circa 55758006 km dal nostro pianeta. Questo è stato possibile grazie ad un particolare evento astronomico. In questa data Marte si trovava a circa un giorno dall’opposizione e tre giorni dal suo perielio. Proprio per questo motivo la visibilità di Marte dalla Terra è aumentata in modo particolare. In realtà questo evento non è stato l’unico del suo genere. Infatti è stato rilevato che questo particolare avvicinamento è solo poco inferiore ad altri. Il 22 agosto 1924 la distanza minima tra Marte e Terra è stata di 0,372846 unità astronomiche (55 777 000 km).
Questo per quanto riguarda gli avvenimenti accaduti nel passato. Gli astronomi hanno però rilevato alcuni avvicinamenti che potrebbero verificarsi tra il pianeta rosso e la Terra. In particolare il 24 agosto 2208 la distanza tra questi due pianeti sarà di 0,37279 unità astronomiche (55 769 000 km). Invece il massimo avvicinamento avverrà l’8 settembre 2729, quando Marte si troverà a 0,372004 unità astronomiche (55 651 000 km) dalla Terra. In concreto l’avvicinarsi del pianeta rosso all’opposizione prevede l’inizio di un nuovo periodo del pianeta.

Nello specifico inizia il cosiddetto moto retrogrado apparente. In realtà con riferimento alla volta celeste il pianeta sembra nel verso opposto a quello ordinario, quindi da est verso ovest e non da ovest verso est. Il moto retrogrado di Marte dura mediamente 72 giorni.
L’importanza di questo avvicinamento tra i due pianeti ha permesso di ottenere alcuni dettagli caratteristici della superficie. Tradizionalmente Marte è il pianeta maggiormente individuabile dai telescopi del nostro pianeta. Questo è dovuto alla sua perfetta luminosità del colore rosso che l’ha contraddistinto rispetto ad altri pianeti. La prima osservazione dettagliata di questo pianeta, a differenza di quello che si pensi, risale agli Egizi. Informazioni dettagliate riguardanti questo pianeta arrivano già dai Babilonesi, Indiani e Cinesi che hanno proseguito gli studi astronomici su questo pianeta.

Marte photo credits wikipedia

L’attenzione verso questo pianeta risale alle culture etrusco-greco-romana che l’hanno associato fin dai tempi antichi all’immagine dell Dio della guerra Marte, da cui il nome. Il primo filosofo greco che ha descritto in modo dettagliato questo pianeta è stato Aristotele, che ne ha descritto anche il passaggio dietro la luna. Questa è stata la prima prova in assoluto di un universo geocentrico. Questo sistema prevede che la terra sia al centro del sistema solare al posto del sole. Nel 1609 Galileo Galilei è stato il primo scienziato ad ottenere visibilità del pianeta rosso grazie ad uno dei primi telescopi.
Grazie all’evoluzione tecnologica è stato possibile ottenere una visione nitida e chiara del suolo marziano. In particolare il 5 settembre 1877 è stato utilizzato un telescopio per ottenere la prima mappa dettagliata del pianeta rosso. Grazie a questa mappa gli astronomi italiano hanno scoperto alcune strutture, definite “canali” ai quali sono stati associati i celebri fiumi terrestri.
Grazie a successivi studi si è osservato che si trattasse di solchi sulla superficie. Oltre ad osservazioni dettagliate, Marte è stato al centro di una serie di speculazioni astronomiche successive, riguardanti l’esistenza di una vita extraterrestre. Questa sarebbe dovuta ad una serie di ipotesi relative una presunta vegetazione, alcuni mari e cambiamenti stagionali verificatosi proprio sul pianeta rosso. In particolare la caratteristica stagionale marziana è stata l’ispirazione per una potenziale struttura dell’ecosistema di Marte dagli anni sessanta fino al XX secolo.
La curiosità scientifica verso Marte ha portato una serie di missioni verso il pianeta rosso da parte di Unione Sovietica, Stati Uniti, Europa, Giappone e Cina. Questo è servito principalmente allo studio della geologia, dell’atmosfera e della superficie. Metà di queste missioni sono però risultate insuccessi, costituite da una serie di inconvenienti tecnici. Le scoperte e l’attrazione di questo pianeta continuano ancora oggi,con nuove missioni in preparazione.

Sonia Faseli

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