Incendi nella capitale: l’ipotesi dolosa è sempre più concreta

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Di Antonio Farris

Il grande incendio che devastò Roma nel 64 d.C., rischia di avere un sequel nel 2022. La serie di incendi nella capitale e dintorni, verificatisi all’interno di un ristretto intervallo di tempo, lasciano sempre più spazio all’ipotesi di un colpevole. È tutto riconducibile a un’unica mano o addirittura a un’organizzazione?

Il sindaco Gualtieri indaga sugli incendi

Non poche polemiche hanno appannato l’operato del sindaco Gualtieri a poco tempo dalla sua elezione. Dopo cinghiali, rifiuti e il termovalorizzatore, arrivano anche gli incendi. Quattro in un solo mese e dopo l’inferno di Centocelle, anche in via della pisana il fuoco ha creato caos e devastazione.

Il sindaco di Roma dichiara che la magistratura ha aperto le indagini. «Sta indagando la magistratura. È presto per fare ipotesi. Certo, c’è la mano dell’uomo», è quanto dichiara Roberto Gualtieri in merito agli incendi. Per lui e per la magistratura, c’è la mano dell’uomo, ma resta da chiarire se si tratti di colpa o dolo.

Certo è che in un periodo di forte dissenso e sfiducia nei riguardi del governo, una successione in un arco temporale così ristretto, lascia spazio a pochi dubbi. Il solo fatto che la magistratura abbia avviato un’indagine per colpa o dolo, significa che è si sta valutando la pista dell’intenzione.

Incendi nella capitale: una rapida successione

La successione degli eventi che hanno appiccato il fuoco alla capitale, hanno sollevato l’attenzione perfino del governo, sommerso da proteste riguardanti i piani per il salvataggio dell’Italia. Appare sempre più concreta l’ipotesi dolosa. A dimostrarlo è che a intervalli più o meno regolari, si sono verificati massicci incendi che hanno coinvolto anche abitazioni civili, visibili perfino dal Grande Raccordo Anulare e dalla Roma-L ’Aquila. Quattro in un solo mese; praticamente uno a settimana.

Il metodo appare simile in ogni circostanza: innescare e poi lasciare che il fuoco divampi favorito da rifiuti e materiali di comune reperibilità che alimentano le fiamme. Gli interventi delle forze dell’ordine e dei Vigili del Fuoco si sono moltiplicati. Il divampare delle fiamme ha causato problemi alla circolazione e in piena crisi idrica, vale la pena sottolineare che si sprecano importanti risorse per riparare ai danni frutto di una negligente colpa o di una mano dolosa.

Ad attirare l’attenzione, sono anche i danni all’ambiente arrecati dalle nubi che alzano l’asticella della soglia di pericolo. Le nubi sono tossiche a causa dei combustibili che hanno alimentato le fiamme e a rimetterci è l’ambiente e la salute di animali ed esseri umani, che non possono sottrarsi agli agenti inquinanti. Anche volendo fare affidamento ai dispositivi anti-covid, ci si rende conto che una mascherina non è sufficiente a limitare i possibili danni al sistema respiratorio.

Una regia comune che fa pensare a un’organizzazione

La procura sta attualmente valutando se includere tutti gli eventi in un solo maxi-fascicolo. Ettari di terreno e di aree verdi pubbliche sono stati annientati dalle fiamme. Gli elicotteri hanno volato a quota palazzo, costretti a fare slalom tra gli edifici per riversare con precisione l’acqua così da poter agire con più efficacia sulle fiamme.

L’ipotesi avanzata ancora una volta dal sindaco Gualtieri, è che si tratti di una forma di protesta contro i rifiuti. Ad avvalorare questa teoria, è stata la telefonata del sindaco avvenuta con il procuratore capo Franco Lo Voi. Includere tutto in un maxi-fascicolo, farebbe pensare che si stia seguendo la pista dell’organizzazione simil-terroristica. Ma nonostante gli interventi di magistratura e procura, gli incendi non si sono fermati. L’ultimo è avvenuto tra Ostia e Acilia.

Sono andati in fumo un negozio di pellet e legnami. Il rogo avvenuto attorno alle 2.20 del mattino di giovedì 14 luglio, è servito forse a spostare i riflettori da Roma e dalla catena di incendi nella capitale. Fortunatamente non è rimasto coinvolto nessuno. Non è certa la mano dolosa o di un’organizzazione che starebbe attuando una forma di protesta. Fino a quando non verrà chiarita la vicenda, è tutto fumo e niente arrosto.

Certo è che in ogni caso, al verificarsi di eventi tanto significativi, l’occhio e la mano dell’imitatore e del mitomane, sono sempre in agguato.