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Incidente Zanardi, il video dell’impatto è online: la spettacolarizzazione di un dramma

A volte tutto dovrebbe fermarsi. Esiste una linea sottile che separa l’informazione giornalistica dalla spettacolarizzazione di un dramma. La prima è sacrosanta e deve essere difesa ad ogni costo, mentre la seconda non aggiunge, onestamente, granché a tutto il carrozzone mediatico che ha ammantato la tragedia, quasi sfiorata, che ha coinvolto un nostro meraviglioso ed indomito atleta. L’incidente di Zanardi è stato gettato in pasto al web con un video che testimonia quei terribili attimi che stavano costando la vita all’ex pilota di Formula Uno. Documentare un fatto è un diritto, riuscire a farlo preservando la sensibilità di tutti i lettori (magari i più giovani) rispettando, anche, la privacy dei protagonisti del filmato dovrebbe diventare un dovere.

Incidente Zanardi, video da postare? No, grazie

Lo sport non deve e non può diventare spettacolarizzazione di un dramma. È successo anche ad Euro 2020, quando lo sfortunato Christian Eriksen è crollato a terra, improvvisamente, colto da un arresto cardiaco. Le telecamere non hanno mai staccato da quella scena angosciante e terribile. Ed una partita di calcio è accessibile anche ai bambini. Fortunatamente, in quel contesto drammatico ci pensarono i compagni di squadra del calciatore interista a far calare, idealmente, il sipario su quegli attimi convulsi: la Danimarca, infatti, si strinse in cerchio attorno al trequartista proteggendo la privacy della sua lotta per la vita. Non è andata così bene al corridore di handbike: il video del suo schianto contro il camion è chiaro e crudo. Si vede tutto, senza filtri di protezione. Una tragedia che diventa alla portata, anzi alla vista, di tutta la platea del web. E per cosa? Per i click. È un compromesso che non possiamo accettare. Né ora, né mai.

La rabbia dell’autore del filmato

Attenzione, c’è una doverosa precisazione da dover riportare. Il video non è da demonizzare. Anzi, diventa essenziale nelle indagini: chi indaga, infatti, potrà usufruire della visione degli attimi che hanno portato al drammatico incidente di Zanardi per accertare colpe e mancanze dei soggetti coinvolti. Grazie al filmato, si potrà far luce sulle dinamiche dello scontro senza lasciare coni d’ombra. Le immagini, però, sarebbero dovute rimanere sui dispositivi della Procura e delle Forze dell’Ordine. Il loro passaggio sul web era quantomeno evitabile. Lo pensa anche Alessandro Maestrini, l’autore del video che ha immortalato lo schianto. Ecco le sue parole affidate a Facebook:

Questa volta mi trema la mano da quanto sono nervoso, perché stamattina è successa una cosa che ha dello scandaloso. Ho dato il video alla procura di Siena che ha svolto le indagini perché lo ritenevo doveroso per giudicare il fatto in maniera corretta e non mi sono mai sognato di pubblicarlo perché avevo molte remore a guadagnare su una disgrazia del genere. E stamattina cosa vedo? Il mio video pubblicato su La Repubblica e, cosa ancora più scandalosa, con il logo di Repubblica. Come dire ‘queste sono immagini nostre’. No cari signori, quelle le ho girate io e se io non mi sono mai permesso di pubblicarle quelle immagini è perché siamo tutti giornalisti e c’è una deontologia da rispettare. Ok? Il giornalismo in Italia ha davvero bisogno di una regolata, questa è una cosa scandalosa“.

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