Incidenti in F1, quando la passione tocca la morte

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Di Redazione Metropolitan

Gli incidenti in F1 sono ormai parte di questo campionato sportivo che ha accomunato i più grandi campioni, tra i piloti di tutte le epoche. Al GP del Bahrain 2020, Romain Grosjean è stato lo sfortunato protagonista di un incidente che non si vedeva da molti anni, dove il pilota si è trovato tra lamiere e fiamme. Prima di questo, tanti altri incidenti, che ora vi andiamo a raccontare.

Lauda, Berger e Williamson tra le fiamme come Grosjean

La storia della Formula 1 ha raccontato, purtroppo, di morti e feriti causati dall’enorme potenza di una forza naturale come quella del fuoco. Le auto, spinte dal carburante ovviamente infiammabile, erano esposte al rischio d’incendio molto spesso, particolarmente nel passato. Quello che abbiamo visto capitare a Romain Grosjean è qualcosa di incredibile ed inaspettato. Negli anni settanta vari piloti incontrarono la morte in questo modo, e solo Niki Lauda riuscì a sopravvivere alle fiamme.

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David Purley scese dalla sua auto e tentò di salvare Williamson, ma fu inutile – Photo Credit: F1 Images Twitter

Nel 1973 Roger Williamson, pilota britannico alla sua seconda gara in F1, fu vittima di un incidente dalla terribile fine. Durante il GP dell’Olanda, la March del promettente 25enne subì lo sgonfiamento di uno pneumatico, che porto ad una perdita del controllo in piena velocità e allo schianto contro le barriere. La vettura si capovolse e, tra le fiamme, il pilota morì soffocato. Il tentativo di soccorso fu lento ed inefficace, ed il pilota fu estratto dall’auto solo quando le fiamme furono spente.

L’incidente di questa categoria che probabilmente è il più ricordato, è quello di Niki Lauda, campione vincitore di due titoli, che nel 1976 nell’Inferno Verde del Nordschleife, perse il controllo della sua Ferrari 312 T2. Egli sbatté contro un muro e la sua auto divenne una palla infuocata. Il pilota si trovò tra le fiamme e grazie all’intervento dei suoi colleghi Harald ErtlGuy EdwardsBrett Lunger e Arturio Merzario riuscì a sopravvivere. Nonostante l’intervento tempestivo, il pilota rischiò lo stesso la vita, a causa dei gas velenosi prodotti dalla benzina finiti nei suoi polmoni.

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L’incidente di Niki Lauda al Nurburgring nel 1976 – Photo Credit: Auto123 Twitter

Nel 1989 Gerhard Berger rischiò la vita al Gran Premio di Imola; dopo pochi giri il pilota andò a sbattere contro le barriere della curva del Tamburello. Un radiatore laterale della sua Ferrari sfondò il serbatoio, e la vettura si incendiò in pochi secondi. Solo grazie alla velocità di spegnimento del fuoco degli addetti (solo 20 secondi), Berger se la caverà con una costola rotta e delle ustioni alle mani.

Ayrton Senna, Jules Bianchi e la protezione della testa

Sia un campione come Ayrton Senna, sia un talento ancora poco conosciuto come Jules Bianchi, alla morte, segnano nel cuore e nelle menti allo stesso modo. Gli incidenti in F1 hanno visto poche non poche volte piloti perdere la vita a causa di colpi alla testa. Accadde così a Tom Pryce nel 1977 in Sudafrica (fu colpito da un estintore), a Helmut Koinigg nel 1974 che fu orribilmente decapitato da un guard rail, a Francois Cevert che nel 1973 fu colpito da uno pneumatico.

Nel 1994 Ayrton Senna, nel tristemente noto weekend del GP di Imola, perse la vita a causa di una sospensione che lo colpi in pieno volto, dopo essersi schiantato al Tamburello. La curva maledetta di Imola resterà storicamente nella mente degli appassionati a causa del suo incidente, che portò via un incredibile pilota, maestro e leggenda delle corse. Nel 2014 l’incidente mortale più recente: Jules Bianchi, talento francese in forza alla Marussia, finì sfortunatamente contro una gru che ostruiva una via di fuga, a Suzuka. A causa della pioggia molto forte, Adrian Sutil finì contro le barriere. Poco dopo, durante le operazioni di spostamento della Sauber, Bianchi andò lungo, e colpì pesantemente il veicolo di soccorso. Il giovane restò in coma fino al 17 luglio del 2015, quando morì. Grazie all’invenzione dell’Halo, molto probabilmente, la vita di molti piloti sarebbe stata risparmiata, e come per Romain Grosjean, oggi si potrebbe raccontare di una tragedia solo sfiorata.

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Gli attimi successivi al terribile schianto di Jules Bianchi a Suzuka – Photo credit: Auto123 Twitter

Beyond The Race – GP Bahrain 2020: Miracolati

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Alessio Auriemma