Abbiamo il piacere di avere con noi l’ex Headtrainer e campione Lombardo-Veneto della Mantova KOX Wrestling. L’articolo di oggi si tinge di tricolore: Manuel Bottazzini ci racconta gli aneddoti della sua carriera come wrestler e la storia della Mantova KOX Wrestling, una delle realtà nostrane che più ha fatto parlare di sé. Ecco cosa ci ha raccontato il trentaduenne mantovano durante la nostra intervista:
Manuel Bottazzini, ci hai chiesto quest’intervista. Sappiamo che la KOX ha chiuso i battenti da almeno 1 anno, dopo quasi 5 di onorata carriera. Prima di andare dritti al punto, vuoi raccontarci qualcosa sulla tua carriera da wrestler? Come e perchè hai iniziato?
“ Iniziai nel 2006 in un camp NWE sotto la guida di Ultimo Dragon, un seminario di 6 giorni straordinario dal quale ho appreso le basi per cominciare. Ai tempi si riempivano stadi, non palazzetti dello sport e il wrestling viveva un boom mediatico incredibile grazie anche ai super personaggi dell’epoca. Iniziai proprio perché mi interessava questa disciplina, non per passione. Intendo.. all’epoca lo vedevamo proprio come una possibile futura professione e non come un gioco o un passatempo per stare in compagnia o per sfogare le frustrazioni.
Sono ormai anni che non seguo più il wrestling in TV ecc ecc. Ripeto, non l’ho mai preso alla leggera, per me è un business come il calcio e va trattato come tale. Chi lotta da 10 anni per un semplice rimborso spese a mio avviso danneggia se stesso e gli altri, quando ho cominciato io le cose andavano ben diversamente e appunto per questo approdai in ICW al polo di Verona gestito da Davide Di Bari, il quale ringrazierò sempre per la pazienza e gli insegnamenti. Ho lottato quasi in 10 federazioni diverse e conosciuto praticamente tutti gli addetti ai lavori delle varie realtà italiane .“
Cosa secondo te è cambiato nell’ambiente del wrestling italiano da quelli che erano i ‘tuoi’ tempi, ad ora? Ora siamo tecnologici, c’è facebook e instagram, i video si caricano su Youtube e sono di qualità decisamente maggiore, gli atleti cercano spazio nelle federazioni estere più rinomate (tra cui anche WWE, AJPW, AEW). È cambiato solo questo, o anche altro?
“C’è stata secondo me un involuzione. Abbiamo si più palestre con ring professionali dove muovere i primi passi o allenarci, abbiamo più realtà attive sul suolo nazionale che promuovono il proprio prodotto, abbiamo infinite possibilità di scelta ecc. Abbiamo però anche più leoni da tastiera che criticano gratuitamente gente che si è fatta un mazzo così, abbiamo workers poco meritevoli che vengono esaltati solo perché amici dei vari promoters e abbiamo presidenti o addetti ad altri compiti che non sono in grado di svolgere il proprio incarico.
Il fatto che non girano soldi non aiuta di certo. Oggi salgono sul ring persone non idonee alla disciplina, che oltre a rischiare il collo mettono in ridicolo lo sport entertainment e loro stessi, facendoci apparire come finti professionisti o gente che si improvvisa tanto per. Per quanto riguarda i social non credo influenzino in positivo, anzi. Una volta c’era quel velo di “è finto ma non ne ho le prove” nel business, ora c’è proprio la certezza universale che il wrestling è predeterminato e i lottatori sono tutti amici, o quasi. Una volta un mio ex allievo mi chiese: ma qua c’è posto per tutti? Io risposi: si, purtroppo…..“
Parole di fuoco, Manuel. Parliamo di quella che è stata casa tua: la Mantova KOX. Dopo (come hai appena detto) inizi tra ICW e WIVA hai deciso di portare il Wresting nella tua zona, il mantovano. Cosa puoi dirci di come è nata? Le prime difficoltà, le soddisfazioni, ricordi belli e brutti.
“Sarò breve in quanto ho già parlato di questo anche in altre interviste, la Kox è una palestra e come tutti i corsi delle palestre vuole concludere il mese in attivo . I primi 2/3 anni ci riuscivamo poi per motivi vari siamo sfumati e di comune accordo con me e altri il presidente ha deciso di sospendere a tempo indeterminato la federazione. Il covid non rende le cose facili. La più grande soddisfazione è stato portare il wrestling nella mia città, una cosa impensabile solo 6/7 anni fa, i ricordi sono innumerevoli sia nel bene che nel male. Per essere riassuntivo non scorderò mai la notte d’esordio con la vincita del mio primo ladder match e l’entusiasmo di tutti, entusiasmo che poi in alcuni si spense perché detta come detta le mele marce ci sono in tutti gli sport, e non proseguo.”
“Ricordo un grave episodio in una pizzeria mantovana, dove un lottatore non convocato allo show salì sul ring armato di martello per aggredire in maniera shoot un worker, che interruppe la carriera appena iniziata. Come potrei poi dimenticare il mio miglior match, quello a Marmirolo nel 2016 contro il Buttafuori, mio grande amico. Ne abbiamo passate tante, di ogni…. Posso solo dirvi con certezza che io e altri siamo stati dei benefattori, abbiamo insegnato a stare sul ring e ad effettuare manovre spettacolari a gente che non sapeva camminare su una linea dritta e ora magari non mi rivolge neanche più la parola. Ma va bene così.“
Perche la KOX ha chiusi i battenti?
“Perché è finita la Kox? Un po’ per l’utenza un po’ per il presidente, che a mio malincuore forse non ha mai adeguatamente investito ne creduto nel progetto. Ho visto gente spezzarsi delle braccia e tutti se ne sono fregati come niente fosse. Queste cose non mi sono piaciute. C’è da dire che, lo si voglia ammettere o no, la Kox ha rivoluzionato il panorama e ha lanciato ottimi lottatori. Per me va via bene così.. ho 32 anni, lavoro anche di notte ed ho una famiglia, un professionista non lo divento più. Non sono un fenomeno e non penso che in Italia si possa mai vivere di Wrestling, è proprio nella mentalità Italiana il fatto di rinnegarlo e non supportarlo. Onestamente sono anche stanco di ricevere attacchi e critiche gratuite, è da quando è nata la Kox che vengo accusato di essere.. prima Guye Fawkes , poi un truffatore che frega soldi e adesso addirittura uno che utilizza profili fake come Akiller Lauro per insultare gli addetti ai lavori.”
Si percepisce quanto senti dentro di te ogni parola che hai detto. Akiller Lauro e poi Guye Fawkes. Due fatti di cui 4 anni fa si è sentito molto parlare nella fanbase del wrestling tricolore. Se ne sono sentite dire di ogni, vuoi illuminarci a riguardo?
“Ahimè attualmente il panorama italiano è molto tossico e obiettivamente non mi manca più di tanto. Complici anche quei finti-esperti del settore che gettano sempre benzina sul fuoco. Poi parliamoci chiaro, sarebbe giusto che per fare il promoter/presidente o il lottatore tu sia in possesso di una licenza come in America. Perché se no chiunque entra a far parte del business senza manco sapere cosa sia un work o un comeback. Soprattutto il discorso presidenti e bookers mi preme molto, perché negli ultimi anni abbiamo visto delle miserie assolute.“
“Guye Fawkes iniziò in maniera scherzosa ma finí male, e io ero estraneo a tutto e mi sono preso minacce e pressioni a riguardo per mesi. Fate voi…… Sul discorso Lauro o come si chiama, gli addetti ai lavori di vecchia data di questo sport ben sanno che non sono io, bensì un ragazzo attivo nel wrestling da un decennio che non è primo a queste cose e che lavora nel settore telematico; ma evidentemente chi mi considera artefice di queste cose non c’entra proprio nulla col wrestling, senza se e senza ma. Chi mi conosce sa che non sono uno che te le manda a dire, non ho bisogno di profili falsi o pseudonimi. La vita è un percorso, ogni esperienza positiva o negativa ti insegna qualcosa e ti fa crescere. Io sono disponibile ancora a salire sul ring ma con le adeguate offerte. Buona fortuna a tutti.”
Prima di chiudere hai qualcosa da dire a chi come D3, Akira, Mambo Italiano, e altri hanno deciso di inseguire il loro sogno all’estero?
“Per i ragazzi che vogliono intraprendere questa disciplina consiglio solo di partire e andare nei paesi dove questo business ha più sviluppo, senza scuse. In Italia che lo ammettiate o no si fa per passare na serata, pur si possano apprendere benino i fondamentali. Per i ragazzi che ora vivono la e lo fanno come professione tanta stima e tanto di cappello, loro sono la perché sono i migliori italiani di questa disciplina, li ammiro molto. Vi Ringrazio per i minuti che mi hai dedicato, tutte le federazioni che mi han dato spazio (anche quelle che fanno finta che io non sia mai esistito) e tutti quelli che hanno condiviso il ring con me.”
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