Tra i più grandi esponenti del graffitismo americano abbiamo Jean-Michel Basquiat. Ha origini portoricane ma è nativo degli Stati Uniti, essendo nato a New York nel 1960. La sua carriera lo vede coinvolto con il massimo esponente della pop art: Andy Warhol. Basquiat muore a soli 27 anni, consumato da una fama inaspettata che evidentemente l’ha sopraffatto. I suoi lavori sono carichi e forti, e riflettono su dinamiche peculiari della società moderna, come il capitalismo ipocrita statunitense.
La formazione e la consacrazione di un mito: Jean-Michel Basquiat
La ricerca artistica di Jean-Michel Basquiat comincia in tenerà età, quando disegna e riproduce le immagini dei cartoni animati che guardava. Dopo la separazione dei genitori viene iscritto alla City-as-school, una scuola con “metodi di insegnamento alternativi” dedicati a studenti brillanti come lui. Qui conosce Al Diaz, un graffitista grazie al quale Basquiat iniziò a prendere consapevolezza delle proprie capacità artistiche come writer. I due passano molto tempo insieme, disegnando e facendo largo uso di stupefacenti, e danno vita ad un sodalizio artistico sotto lo pseudonimo “SAMO”. Il nome derivava da una frase detta mentre consumavano marijuana insieme, constatando che stavano fumando “the SAMe Old shit”.
Nel maggio 1978, il nome Samo cominciò a comparire sempre più diffusamente sui muri dei quartieri di Soho e Tribeca come “tag”, la tipica scritta che i writers usano per firmare i propri graffiti, accompagnata dal simbolo del copyright. I graffiti di SAMO© diventarono sempre più popolari ed apprezzati dal pubblico. Anche numerose riviste e quotidiani iniziarono ad interessarsi al fenomeno, chiedendo al misterioso autore di rivelarsi.
Il successo smisurato e la morte di un ragazzo
Il duo si scioglie negli anni ’80, e Basquiat viene a contatto con il maestro della pop art Andy Warhol. Quest’ultimo, impressionato dal lavoro del graffitista, lo accoglie nella sua Factory, insegnandogli nuove tecniche di pittura. L’incontro e l’amicizia con Warhol gli fa guadagnare una fama sempre crescente, e in soli tre anni diventa un grande riferimento della pop art. Nei suoi lavori inserisce parole, frasi, che diventano però frammenti, tracce. L’artista ha infatti l’abitudine di cancellare parti delle stesse frasi, per stimolare la curiosità e gli interrogativi nel fruitore.
La sua popolarità cresce e tra il 1981 e il 1985 le sue opere vengono esposte a Zurigo a Tokyo. Tuttavia, l’uso di stupefacenti cominciato in età precoce porta Basquiat a soffrire di disturbi comportamentali e mentali, e a consumare quantità sempre più massicce di stupefacenti. La sua condizione si aggrava quando, nel 1987, muore il suo amico Andy Warhol. È un momento di crisi per l’artista, che cerca nell’abuso di eroina la forza per superare la perdita del suo mentore e punto di riferimento. Dopo un vano tentativo di disintossicazione, il ventisettenne prodigioso ragazzo viene trovato morto di overdose, una -prematura- fine coerente con un personaggio che forse aveva dimenticato di essere solo un ragazzo.
Joelle Cotza
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