Il Lago dei Cigni: la contrapposizione femminile del personaggio di Odette/Odile

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Di Redazione Metropolitan

Siamo ancora nel mese di Marzo e siamo quindi ancora in tema di donne all’interno della rubrica “Passi di danza“. La scorsa settimana abbiamo parlato di “Giselle“, mentre oggi approfondiamo uno dei balletti più famosi del repertorio classico: “Il lago dei cigni“. Prima di parlare del Lago che ancora oggi conosciamo, è importante ricordare che la prima rappresentazione in assoluto, andata in scena al Teatro Bol’šoj di Mosca nel 1877, vide la coreografia di Julius Wenzel Reisinger. Reisinger fu un coreografo ceco nato nel 1828 che diresse la compagnia moscovita del Teatro Bolshoi e che creò opere su vari palcoscenici europei.

Il suo lavoro sul Lago dei cigni, che vedeva come interpreti principali Pelageia Karpakova e Stanislav Gillert, fu considerato fallimentare dalla critica dell’epoca, tanto che ne venne deciso il ritiro dalle scene. Da quel momento il Lago subì varie vicissitudini, tra cui un “Memorial Matinée” nel 1894 al Teatro Mariinsky di Pietroburgo per l’anniversario della morte di Čajkovskij. In questa occasione venne messo in scena soltanto il secondo atto del balletto, interpretato da Pierina Legnani e Pavel Gerdt.

Il Lago dei cigni interpretato da Nureyev e Fonteyn - Photo Credit: philadelphiadanceacademy.com
Mikhail Baryshnikov e Cynthia Harvey in Swan Lake per lABT – Photo Credit: philadelphiadanceacademy.com

Furono proprio i due Primi Ballerini ad essere protagonisti della versione integrale del Lago dei cigni andata in scena al Mariinsky il 15 Gennaio 1895. Questa rappresentò la versione più conosciuta del balletto, che vide la coreografia di Marious Petipa per il I e III atto e di Lev Ivanov per il II e IV atto. La musica rimase quella di Čajkovskij, a cui furono apportate piccole modifiche alla sequenza dei brani, mentre l’orchestra vide la direzione del Maestro Riccardo Drigo. Di questa versione rimane famosissima l’esecuzione senza precedenti dei 32 fouettés en tournant della Legnani, che grazie a lei vennero inseriti in repertorio.

La trama de “Il lago dei cigni”

La fama del Lago dei cigni è sicuramente dovuta alle numerose rappresentazioni teatrali del balletto. Oltre a queste però molti film e cartoni hanno preso la storia del cigno come spunto per creare nuove trame, più o meno simili all’originale. Protagonista del primo atto è il principe Siegfried, intento a festeggiare il suo compleanno e a cercare moglie tra le principesse presenti all’evento. Dopo vari balli e festeggiamenti, gli ospiti entrano nel castello e Siegfried si dirige verso il lago per cercare un po’ di tranquillità. Qui rimane folgorato dall’apparizione di uno stormo di cigni bianchi, che si avvicinano alle rive del lago e si trasformano in fanciulle danzanti.

Il lago dei cigni danzato da Marianela Nuñez - Photo Credit: Emma Kauldhar
Marianela Nuñez interpreta Odette nel Lago dei cigni – Photo Credit: Emma Kauldhar

Odette, la più bella di loro, racconta al principe della maledizione del mago Rothbart, colui che le ha trasformate in cigni permettendo loro di tornare fanciulle solo di notte sulle rive del lago. Odette spiega che la maledizione può essere spezzata solo dal vero amore e Siegrfried, ormai innamorato di lei, le giura amore eterno. Il giorno dopo a palazzo viene organizzato un ballo per far scegliere al principe la dama da sposare, ma lui pensa solo a Odette. Tra le varie fanciulle si presenta a corte proprio una sua sosia, vestita di nero, che il principe scambia per l’amata e che presenta alla regina come futura sposa.

Solo dopo il giuramento viene scoperto l’inganno nel quale la ragazza vestita di nero è in realtà Odile, la figlia di Rothbart. Nel frattempo si scorge in lontananza il volto di Odette, ormai condannata a morte per il tradimento. Siegfried corre nel bosco a cercare la sua amata, giurandole nuovamente amore e chiedendo perdono così disperatamente da commuovere Odette. La forza del loro amore è talmente forte da sconfiggere il maleficio di Rothbart, liberando tutte le fanciulle e conquistando l’agognata felicità.

Il lago dei cigni interpretato da Ulyana Lopatkina - Photo Credit: Gene Schiavone
Ulyana Lopatkina interpreta Odile nel Lago dei cigni – Photo Credit: Gene Schiavone

La contrapposizione tra Odile e Odette

Intervistando molte prime ballerine nazionali e internazionali in merito al ruolo che ritengono più difficile da interpretare durante la loro carriera, quasi tutte rispondono “Il lago dei cigni“. Questo perché il Lago possiede la particolarità del doppio e contrapposto ruolo di Odette e Odile, interpretato ovviamente dalla stessa ballerina. Come già spiegato nella trama, la prima rappresenta il dolce cigno impaurito e delicato, mentre la seconda la fanciulla furba e seducente. Va da sé che i due ruoli debbano essere studiati, analizzati e poi messi in scena in maniera profondamente diversa, come se da un atto all’altro la ballerina dimenticasse di essere l’una e poi l’altra.

L’interpretazione di Natalia Makarova

Sia tecnicamente che espressivamente molto complesse, entrambe rappresentano un banco di prova non semplice anche per una danzatrice già esperta. Per confrontare meglio le peculiarità dei distinti ruoli di Odette e Odile, propongo qui di seguito due frammenti di Natalia Makarova, una delle più grandi étoile russe del XX secolo. Proprio su di lei e sulla sua interpretazione di Odette Alberto Testa, importante storico e critico di danza, scrive nel suo libro “I grandi balletti”:

Si pensi a Natalia Makarova, alla sua entrata nel II atto del Lago. Fragilità flessuosa, grazie esistente e purissima, tutto in lei è un frullare di piume bagnate, stupore arcano dell’animale ancora una volta mutato in donna, figura umana. Quella semplice movenza del collo, delle spalle, la dice lunga, con gloria disadorna e perciò vera, sul calibro d’artista che, per incanto, scivola sotto gli occhi nostri, attoniti”.

Natalia Makarova nella variazione di Odette del II atto – Royal Ballet, 1980

La variazione di Odette è infatti composta di movimenti fragili e delicati, quasi incerti. Il movimento è lento e i passi sono leggeri, come se volessero spingerla a prendere il volo da un momento all’altro. Qui l’espressione della fanciulla-cigno è timida, quasi triste, e il tutto viene reso dalla fluida coordinazione di testa, braccia e gambe. Il ruolo di Odile rappresenta invece l’esatto opposto della fragilità e della delicatezza. Il cigno nero che appare nel III atto mostra da subito decisione e sicurezza, con un movimento puntato alla velocità e alla seduzione. Anche la fluidità che possiamo ritrovare nel cigno nero è diversa rispetto a quella di Odette, perché volta a sottolineare non più la delicatezza quanto la sfrontatezza.

Eleonora Gorgoretti