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Made in Italy: quali sono le materie prime che scarseggiano?

Le materie prime scarseggiano in Italia e aumentano i prezzi: dal riso al grano, dalla soia al mais. Quest’ultimo raggiunge il record degli ultimi dieci anni a causa dei raccolti poco produttivi, della siccità e degli effetti della guerra in Ucraina. Così l’agricoltura italiana viene messa in ginocchio da inflazioni, mancanza di prodotti, scarsità di materie prime e dalle difficoltà economiche che ne derivano, mettendo a rischio le attività di diversi produttori, le cui uniche alternative sono lavorare con un reddito negativo oppure chiudere le aziende.

Conflitto Russo-Ucraino e siccità mettono in pericolo la semina del riso

Secondo una stima della Coldiretti, l’Italia produce solo il 36% del grano tenero con cui produciamo il pane e i prodotti dolciari, il 53% del mais destinato agli animali negli allevamenti, il 56% del grano duro utilizzato per la pasta e il 73% dell’orzo. L’unica materia prima che sembra non scarseggiare, nonché l’unico settore in cui siamo autosufficienti e che copre oltre il 50% dell’intera produzione dell’Unione Europea, sembra essere il riso ma sarà proprio lui la principale vittima: la sua semina si potrebbe trovare privata di oltre 3000 ettari a causa della siccità e dall’aumento dei costi di produzione dovuti al conflitto in Ucraina.

Il nostro paese è costretto ad importare materie prime agricole anche a causa dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori, i quali hanno ridotto di quasi un terzo la produzione di mais e hanno perso quasi mezzo milione di ettari coltivati. Bisogna quindi intervenire – così conclude la Coldiretti – sui costi di produzione per salvare le aziende nostrane, aumentare le rese dei terreni con bacini di accumulo di acqua piovana per far fronte alla siccità, nonché lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi che garantiscano il giusto prezzo.

Martina Cordella

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