La bella stagione è arrivata e con essa rifioriscono anche le grandi attività all’aperto. Lo sport beneficia, da sempre, dell’arrivo dei mesi più clementi dell’anno rifiorendo a nuova vita come la natura. È il momento perfetto per correre all’aria aperta testando la propria resistenza fisica e saggiando i frutti del duro allenamento invernale. In questa prima domenica primaverile che si è impreziosita da sessanta minuti in più di luce grazie al passaggio dall’ora solare a quella legale, diverse città italiane sono state assaltate e conquistate dai corridori. Da Nord a Sud, passando per la famosa corsa di Roma, gli atleti si sfidano tra le vie cittadine per stabilire chi, tra loro, sarà il più veloce ed il più resistente. Perché in questa disciplina sportiva, più che la rapidità, contano resistenza e costanza. Una metafora perfetta della vita. Ma qual è l’origine della maratona? Esiste una leggenda ellenica interamente dedicata a questo sport.
Maratona, Filippide ed Atene: la leggenda alla base di questo sport
Viaggio verso la fonte di questo sport così famoso che riesce ad appassionare milioni di persone. La sua fantomatica origine è leggendaria ed affonda le sue radici nelle storie elleniche. Il popolo greco ha svolto un ruolo cruciale nel Vecchio Continente ispirando diverse popolazioni con il proprio pensiero illuminato. Uno dei loro passatempi preferiti era incarnato dalla disputa di gare sportive. Esattamente come la maratona. Questa storia, però, non ha nulla a che vedere con lo spirito nobile della competizione. Si parla di guerra. Un conflitto armato tra due eserciti avrebbe ispirato questa disciplina. Almeno nella leggenda.
La vicenda ha un eroe di nome Filippide. Secondo quanto scritto da Erodoto, storico dei tempi antichi considerato da Cicerone “padre della storia”, il soldato ateniese percorse a piedi (correndo) la distanza tra le città di Maratona ed Atene (alcuni versioni citano Sparta, l’altro grande centro di potere ellenico del momento) per annunciare la vittoria ateniese sui persiani, influente popolazione originaria dell’attuale Iran, nell’omonima battaglia del 490 a.C. combattuta tra agosto e settembre. Filippide, arrivato stremato nella città greca, non sopravvisse alla fatica: ebbe soltanto il tempo di pronunciare la frase “abbiamo vinto”, prima di stramazzare a terra senza vita.
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