Motori

Maria Antonietta Avanzo: la più grande pilota italiana di tutti i tempi

La rubrica di W-on Track prosegue con un’altra grande figura del mondo dei motori, Maria Antonietta Avanzo. La donna pilota più famosa di inizio ’900, la prima a correre la Mille Miglia, la Targa Florio e la 500 miglia di Indianapolis, ma anche aviatrice, giornalista e scrittrice. Nel 1928 scrive la sua autobiografia “La mia vita a 100 km l’ora”. La donna che tra gli anni Venti e Trenta riscrisse al femminile la storia dell’automobilismo in Italia.

La figura di Maria Antonietta Avanzo

Maria Antonietta Avanzo, cognome da nubile Bellan, nacque a Contarina, oggi Porto Viro, in provincia di Rovigo il 5 febbraio 1889, sin da piccola si vedeva la sua dedizione per il mondo dei motori. Imparò a guidare da bambina rubando un triciclo a motore di suo padre, un piccolo veicolo a un cilindro prodotto dalla casa automobilistica francese De Dion-Bouton, scorrazzando per il paese investe il sindaco che cerca di fermarla.

Maria Antonietta Avanzo
Maria Antonietta Avanzo – Photo Credit: web

Nella sua carriera ha partecipato a numerose competizioni, è stata la prima rappresentante del gentil sesso a prender parte alla Mille Miglia, alla cinquecento miglia di Indianapolis e Targa Florio. La prima e più grande pilota italiana di tutti i tempi. La Avanzo, nel 1908, sposò il barone Eustachio Avanzo e assunse il cognome e il titolo di baronessa.

L’indomita Maria Antonietta Avanzo

Maria Antonietta esordisce nel mondo delle corse nel 1918, a 29 anni, arrivando prima assoluta nel Giro del Lazio al volante di una Spa 35/50 HP. Auto acquistata da suo marito, il suo più grande fan e sostenitore. Incredibilmente riuscì a vincere la categoria, nonostante, poco dopo la partenza e in piena velocità, avesse perduto una ruota, sabotata, come disse poi, da qualche concorrente invidioso. Ma lei, riparato il guasto, era riuscita a riprendere la corsa, dicendo a se stessa: “Maria Antonietta, sei un grand’uomo”. Le femministe, per quella frase, fecero di lei un’eroina. L’anno dopo, sulla pista di Fanø, nei pressi di Copenaghen, in Danimarca, vinse la prima manche alla guida di una Packard 12 cilindri Sport, nella seconda manche l’auto prende fuoco e Maria Antonietta con incredibile autocontrollo dirige la vettura verso il mare in modo da spegnere le fiamme.

Maria Antonietta Avanzo
Maria Antonietta Avanzo – Photo Credit:Museo Nazionale dell’Automobile di Torino

Nel 1920 invece si presento in Sicilia per correre la Targa Florio, fu tanto criticata e le diedero anche della pazza poichè la Targa Florio era una competizione massacrante per un uomo e figuriamoci per una donna. Ma dall’alto della sua audacia Maria Antonietta dimostrò a tutti la sua forza purtroppo però la fortuna in quel caso non le è stata amica, la sua Buick purtroppo rimane senza benzina a soli 20 km dal traguardo. Nel 1921 gareggia nella squadra Ansaldo sul circuito del Garda conquistando il terzo posto dietro Corrado Lotti e Tazio Nuvolari. Mario Morasso, scrittore futurista e articolista della rivista “Motori Cicli e Sports”, fece questo ritratto dei partecipanti: 

“Mi sono divertito un mondo a guardare i concorrenti. Ognuno ha una faccia speciale diversa da quella di tutti i giorni: Eugenio Silvani par che abbia la testa di legno, immobile, colla punta del naso diretta al traguardo. Nuvolari a denti stretti sembra che trasporti lui la macchina a furia di poderose spallate… e finalmente, ammirata da tutti, la signora Avanzo, sorridente e fresca, al passaggio delle tribune scandisce con le piccole dita il numero dei giri compiuti e lancia colla mano aperta in alto il classico saluto del gladiatore”.

La donna dell’Alfa Romeo

Maria Antonietta d’Avanzo fa la capostipite delle donne pilota dell’Alfa Romeo, debuttò con Alfa Romeo alla fine della prima guerra mondiale. La Avanzo nel 1921 si piazzò al terzo posto con l’Alfa Romeo G1 sul circuito di Brescia. L’anno dopo si cimentò ancora una volta alla Targa Florio, al volante di un’Alfa Romeo ES, ma anche in questa occasione la Avanzo dovette ritirarsi. Il divorzio dal marito portò la Avanzo a trasferirsi con i figli in Australia dove creò un’azienda agricola. In quel periodo di assenza dal mondo dei motori, giravano molte voci su di lei, c’era chi diceva che in Australia avesse partecipato ad alcune gare e chi diceva che era soltanto una spettatrice.

Maria Antonietta Avanzo
Maria Antonietta Avanzo nel 1922 su Alfa Romeo ES nella competizione Targa Florio – Photo Credit : TargaFlorioOfficialTwitterAccount

Nel 1926 la Avanzo decide di ritornare in Europa prendendo parte con una Mercedes 180 HP tipo K alla Coppa della Perugina dove si è aggiudicata il terzo posto. Nel 1928 si iscrisse alla Mille Miglia con una Chrysler senza però terminare la gara a causa di alcuni problemi al motore. Tre anni dopo partecipò alla Coppa Pierazzi al volante di un Alfa Romeo e giunse terza al traguardo. Nel 1932 il pilota statunitense Ralph de Palma sfidò Maria Antonietta a partecipare alla 500 Miglia di Indianapolis.

Siccome ad Indianapolis le donne non erano ammesse a correre in circuito, l’Avanzo dovette prima ottenere una licenza speciale. Prese parte quindi alle prove al volante di una Miller Special. Purtroppo Maria Antonietta non ha potuto correre ad Indianapolis perchè problemi gravi in famiglia la obbligarono a tornare in Italia. L’ultima sfida sportiva sarà la Tobruch-Tripoli nel 1940 alla guida di una Fiat 1100 Sport. Conclude in sesta posizione e abbandona il mondo del motorsport. Dopo una lunga carriera e una lunga vita la Avanzo morì, a 88 anni, il 17 gennaio 1977.

Una donna fantastica

Una donna emancipata e madre di due figli. Ha sfidato uomini e piloti come Ferrari, Nuvolari e tanti altri, aveva avuto una vita avventurosa, aveva frequentato personaggi celebri come D’Annunzio, Hemingway, Mussolini, Modigliani e Magnani. Una donna tutto di un pezzo. La Avanzo si è sempre messa in gioco, spinta dal rischio, dalla competizione, dal farsi valere.

Maria Antonietta Avanzo
Maria Antonietta Avanzo – Photo Credit:Museo Nazionale dell’Automobile di Torino

Soprattutto in quell’epoca nascere donna era difficile e per giunta una donna amante dei motori, tutto ciò era considerato spregiudicato per una donna. Spregiudicato perchè una donna voleva competere con un uomo. Le scuse per scoraggiare la presenza femminile al volante erano tante e la Avanzo ne sa qualcosa. Ma nonostante tutto fino alla fine della sua carriera e della sua vita ha dimostrato tutto il suo valore.

“Quando ho guidato la mia macchina per le strade italiane per la prima volta ho visto persone che cercavano di mettersi in salvo saltando sul marciapiede. Oggi, una donna può guidare facilmente con la stessa sicurezza e capacità di un uomo. In questa vita tumultuosa, un’auto è sempre più necessaria. Una donna guidatrice perde la sua femminilità estetica? Non la penso così. Al contrario, suggerisco che la sua figura elegante si adatti perfettamente alla linea di un’auto e che si completino a vicenda. “

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Mara Romano

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