Cultura

Mario Rigoni Stern, lo scrittore delle montagne

Oggi, 16 Giugno 2008, morì Mario Rigoni Stern, un noto autore italiano denominato da Primo Levi come “uno dei più grandi scrittori italiani”. La sua opera più celebre fu “Il sergente nella neve” datata 1953, una autobiografia della seconda battaglia difensiva del Don.

Mario Rigoni Stern, lo scrittore delle montagne: biografia

“Non abbandonerò mai il mio paese, le mie montagne per uno scranno in Parlamento. Non è il mio posto”.

Mario Rigoni Stern

Queste furono le parole dello scrittore quando nell’anno 2003 fu candidato senatore a vita da associazioni ambientaliste e della montagna. Rigoni nacque nel 1921 ad Asiago, terzo di otto figli. I suoi genitori erano Giobattista e Anna Vescovi. Da ragazzo amava giocare, sciare, vagabondare in posti sconosciuti (in particolare sulle montagne) e, naturalmente, leggere. A quindici anni concluse gli studi (Scuola Secondaria di Avviamento) e, a soli diciassette, si arruolò nella Scuola Militare di Alpinismo di Aosta, ottenendo la specializzazione in “sciatore-rocciatore”. Nel febbraio 1940 divennne caporalmaggiore e successivamente ottenne il ruolo di istruttore di alpinismo e sci nel sesto reggimento.

“Nello zaino tenevo due libriccini: la Commedia di Dante e Il fiore perduto della lirica italiana dal Trecento all’Ottocento (perduti poi, causa belli, tra le steppe verso Stalingrado nell’estate del 1942)”

Mario Rigoni Stern

Dopo aver partecipato alla guerra negli anni successivi, prima come porta ordini in operazioni sulle Alpi contro la Francia, e poi sul fronte russo con due battaglioni diversi, tornò in Italia e divenne prigioniero dei tedeschi in diversi lager (aveva rifiutato di prendere parte alla Repubblica di Salò). Durante i giorni di prigionia iniziò la stesura de “Il sergente nella neve”. Quando ritornò divenne “diurnista di terza categoria” e il 22 Maggio 1946 sposò Anna Maria Rigoni Haus, sua compagna di scuola, dalla quale ebbe tre figli.

Nel 1953 terminò “Il sergente nella neve”, opera amata subito da critici e lettori. Proprio durante una cerimonia conobbe Giuseppe Ungaretti, Carlo Emilio Garda, Arnoldo Mondadori e molti altri. Successivamente, oltre al suo citato lavoro, iniziò a collaborare con diverse riviste. Italo Calvino unì i suoi racconti in un’unica opera dal titolo “Il bosco degli urogalli” (1962) che gli portò l’amicizia di Levi. Pubblicò negli anni successivi numerosi scritti vincendo premi importanti come “Bagutta” e “Campiello”.

Ultimi anni

Negli ultimi anni partecipò alla trasmissione “Che tempo che fa” di Fabio Fazio e ottenne la laurea honoris causa dall’Università di Genova. Il Ministero della cultura francese,inoltre, lo nominò “Commendatore delle arti e delle lettere”. La sua vita fu un insieme di “attimi letterari”, la descrizione sul foglio-pelle di esperienze colme di vivido realismo. La sua scrittura rispecchiò questo: la concretezza delle sue avventure.

Giusy Celeste

Pulsante per tornare all'inizio