Mondiale Legend Cars, l’intervista al campione Kevin Liguori

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Di Redazione Metropolitan

Il pilota sanremese ha vinto il Campionato Mondiale Legend Cars, disputatosi nel Motorsports Park di Atlanta. Di seguito, Kevin Liguori racconta a MMI i retroscena del successo italiano nel Mondiale di categoria.

Mondiale Legend Cars – L’Italia del motorsport, in terra americana, sale sul tetto del mondo. Kevin Liguori, talento diamantino nel Campionato Italiano Legend Cars, è diventato campione del mondo ad Atlanta, tagliando per primo il traguardo nella categoria Semi-PRO.

Liguori, partito in pole position, trionfa in modo magico davanti a Collin, Walker, Lintukanto e Tretow. Sfumata, per un soffio, la doppietta tutta italiana: Luca Ferrario, partito in terza piazza, viene speronato da un avversario (poi squalificato) all’ultimo giro. Poco prima Ferrario, guadagnata la prima posizione nei primi giri, aveva lottato nel testa a testa per il primo posto, proprio con Liguori. Ma nulla macchia la prova della delegazione italiana, che con Liguori, Ferrario, Monti, Bonci, Wolly ed Enrico Ferrario, ha reso azzurro il cielo sopra Atlanta.

Mondiale Legend Cars – La biografia di Liguori

Classe 1997, Liguori comincia a correre sui kart dall’età di 8 anni. Muove i primi passi nei kart sulla pista di Arma di Taggia, in provincia di Sanremo, per poi perfezionarsi sul circuito di Mondovì. Vince nel 2009 il Campionato Regionale 60 Mini, per poi sfiorare per ben due volte il titolo italiano Karting, nel 2012 e nel 2013.

Liguori, ormai maturo in pista, riceve diverse proposte per competizioni all’estero; nel 2015 si concreta, tuttavia, il passaggio nel campionato Legend Cars. Lo contatta Adriano Monti, responsabile di Castelletto Circuit ed ideatore del format italiano Legend Cars. E’ amore a prima vista tra Liguori e la Legend, tanto che persino Monti rimane sin da subito estasiato dalle potenzialità del ragazzo.

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Kevin Liguori vince nella sua prima gara assoluta, a Varano, nel Campionato Legend Cars, completando il percorso formazione correndo in altre tappe. Corre l’intera stagione del 2017, portando a casa il suo primo trofeo nazionale; ricevendo, poi, la prima grande chiamata. La finale mondiale Legend Cars del 2017, in occasione del ventennale di attività Us Legend.

La competizione calca per la prima volta il suolo europeo, nella freddissima Finlandia. Una gara complicata, con sfortunati problemi occorsi per tutto il weekend finlandese. Kevin terminerà nono la sua prima finale europea, ma resta un po’ di amaro in bocca. Che scaccerà domenica 3 novembre, quando riuscirà a partecipare e vincere la finale mondiale americana, culla delle Legend.

Mondiale Legend Cars – L’intervista al campione del mondo Kevin Liguori

Abbiamo raggiunto Kevin in collegamento telefonico. Dalle sue parole emerge un profondo senso di responsabilità, reo di aver conquistato un successo incredibile, al netto di un weekend americano all’insegna del traverso.

“Kevin, cosa hai provato nello svegliarti al mattino da campione del mondo?”

“E’ una sensazione fantastica, indescrivibile. Devo dire che la tanta rabbia che ho raccolto in Finlandia mi ha fatto capire come gestire al meglio la situazione. Sono stato più attento stavolta. Venerdì mattina abbiamo iniziato a girare con la macchina del team americano. Il set up, però, era sbagliato per me, l’abbiamo sviluppata e ho notato i miglioramenti, avevo la telemetria. Abbiamo ottenuto il tempo di 1.30.900, tempo molto importante, ricevendo moltissimi complimenti dagli addetti ai lavori”.

Un buon auspicio per la giornata del sabato.

“Al sabato mattina le qualifiche, il momento più bello: miglior tempo sul giro, sento le parole “P1 – Pole Position” ero incredulo di aver rifilato due decimi al secondo classificato. Ci sono state poi le gare di qualificazione: in partenza c’è stato un contatto con un pilota che mi ha toccato e la macchina si è spenta all’esterno, nell’erba. Ho recuperato negli ultimi giri, anche mettendo a segno doppi sorpassi, e sono risalito fino al quinto posto. Nella gara vera sono, quindi, partito in quinta posizione”.

Veniamo alla gara. Dove hai trovato, in te, la forza necessaria per tagliare il traguardo in prima posizione?

“Essenzialmente, mantenendo i nervi sempre saldi. In gara, gli americani sono molto aggressivi: un contatto, alla partenza, mi ha fatto retrocedere in settima posizione alla prima curva. Recupero due posizioni e torno quinto, ma poi succede che la gara, della durata di 20 minuti, si interrompe più volte per la Road Course Yellow. Ci siamo fermati cinque volte, la gara alla fine è durata quaranta minuti. Sono rimasto fortemente concentrato nel gestire la situazione, riflettendo su ogni sorpasso, mossa o contromossa da fare ogni volta che eravamo fermi. Era tutto sotto controllo e forse è stata questa la chiave per riuscire a vincere. Ho trovato il come e il quando, in quei momenti concitati”.

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Riprese dal Campionato del Mondo Legend Cars – Video Credit: U.S. Legend Cars International and INEX

Ho sentito di un bellissimo testa a testa per la prima posizione, con Luca Ferrario. Cosa è successo?

“Non mi aspettavo che Luca potesse andare così forte. Purtoppo un contatto in un tentativo di sorpasso impossibile lo ha messo fuori dai giochi a fine gara. Quando lui era davanti, non volevo tentare un sorpasso troppo azzardato su un mio compagno di squadra, consapevole anche della posta in palio, un titolo del mondo. In ogni caso, sono riuscito poi a sorpassarlo in maniera pulita e abbiamo tentato insieme di scappare via, guadagnando un distacco importante dagli inseguitori. Io ho guadagnato giro dopo giro, lui purtroppo si è ritrovato nella bagarre, ma è stato davvero bravissimo. Come tutto il team Italia”.

C’è differenza tra le classi di Legend Cars praticate in America, e le Legend Cars italiane? Se si, quali sono?

“Mi aspettavo molta più differenza tra le due classi di Legend. In Finlandia questa si è sentita parecchio, perché si trattava di modelli di nuova generazione, acquistati dai team appositamente ed esclusivamente per i mondiali; auto fluidem corpose e molto veloci, insomma. In America le auto erano pressoché identiche alle nostre italiane. Abbiamo usato tutti un motore a 3 cilindri riconducibile alla Yamaha MT-09 che è un 3 cilindri , una soluzione genale perche consuma pochissimo ed è duraturo. In Italia, comunque, quando gareggio con la mia 4 cilindri mi è capitato spesso di avere il ritmo di una 3 cilindri; è probabile, tuttavia, che ci allineeremo anche noi al 3 cilindri. Restano ferme le altre peculiarità delle classi Legend: telaio identico per tutti, cambiano solo la carenatura estetica e l’abitacolo, che può variare di 10-15 cm a seconda del modello”.

Cosa ci dici dell’Atlanta Motorsport Park? C’è differenza con i circuiti di Varano, Adria, Cremona e Castelletto di Branduzzo?

“Si. Prima di partire il team Italia si è allenato al simulatore. Il tracciato ha tantissimi cambi di pendenza, posti dove tenere giù il piede con curve alla cieca, da affrontare in compressione piena. I tracciati italiani sono difficili al pari di Atlanta, ma nessuno ha tali pendenze, quasi come il Mugello, dove però la visbilità è ottima. Quando hai capito le traiettorie ideali ed i tempi giusti con cui dare gas, è davvero un circuito da paura su cui poter correre. Detto questo, reputo i tracciati italiani molto più sicuri, con ottime vie di fuga”.

https://www.facebook.com/atlantamotorsportspark/videos/398116931076825/
Shortmade Video del Campionato del Mondo Legend Cars – Video Credit: Atlanta Motorsport Park

Parlando di nervi saldi, come hai gestito il jetlag in aereo considerando che sei atterrato poche ore prima di una gara mondiale?

“In una sola parola: orribile. Devo dire che ero relativamente preoccupato nel viaggio d’andata, perché speravo che il jetlag non mi condizionasse in termini di lucidità. Non patisco molto la perdita di ore di sonno, ma l’unica cosa che mi importava era arrivare fresco nel weekend delle qualifiche, soprattutto. Sorvolo naturalmente su questo aspetto (e sul cibo americano): all’andata ho sopportato il jetlag, ma al ritorno è stato devastante perché non ho dormito per più di 24 ore. Ha influito soprattutto l’adrenalina dell’aver vinto: quando ho metabolizzato il tutto, mi sono ritrovato a casa, di notte, nel bel mezzo di due feste a sorpresa”.

E ora, penserai al campionato italiano Legend Cars 2020?

“Sinceramente, non so se continuerò ancora nel campionato Legend. Penso sia per me il momento di diventare “grande”, di cambiare, di arrivare in alto. Stamattina sono stato contattato da un team che corre nel TCR. Mi osservavano già da un po’ di tempo, per l’esperienza maturata nel campionato Legend, e c’è la possibiltà di svolgere dei test la prossima settimana. Io ci credo perché nulla è impossibile, ci spero tanto. Non avrei mai pensato di vincere un Campionato del Mondo, chissà mai cosa potrà succedere”.

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