“Origami”, il romanzo di Sabatina Napolitano edito da Campanotto e proposto da Renato Besana al Premio Strega 2022, è il romanzo d’esordio di una giovane scrittrice di origine sarda. 128 pagine piene di personaggi, vicende e fatti che principalmente ruotano attorno ad una figura principale: Olga. È lei la protagonista del romanzo. Una protagonista complessa con un passato triste ed un presente tormentato. A causa del suo carattere, con lei si fa fatica a simpatizzare ma le sue storie e i suoi pensieri ci permettono di riflettere sulla solitudine della vita e sul modo in cui si sceglie o si è costretti a viverla.
“Origami”, trama e personaggi principali
La protagonista del romanzo è Olga, “una donna sola con un segreto” come ce la descrive inizialmente l’autrice del libro. La vita di Olga non inizia nel migliore dei modi. Vive un’infanzia segnata dal dolore per la perdita prematura dei genitori ed un’adolescenza insolita, chiusa nella biblioteca dei nonni con i quali cresce. Fin da subito è chiara la complessa natura emotiva di questa protagonista che pur diventando una donna di successo ed in carriera (riuscirà a diventare la direttrice della biblioteca del suo paese, Itaque, e riuscirà a far diventare un progetto scolastico in una rivista vera e propria) non sarà mai pienamente soddisfatta.
Quasi provvidenziale per la vita di Olga è l’incontro casuale con il suo futuro marito: Gustavo. Un famoso editore e redattore, uomo dall’indole positiva con un carattere passionale che riesce a conquistare il cuore un po’ arido della bella direttrice. Dal loro matrimonio nasce Edoardo, che seguirà le orme del nonno paterno, diventando uno scrittore di successo. Dopo una relazione andata male, anche Edoardo trova l’amore per la vita e riesce a coronare il suo sogno di diventare padre. Purtroppo anche per lui l’autrice riserva una fine tragica. Ennesima batosta per la vita di Olga, già segnata dal pesante lutto per la morte dell’amato marito.
Tanti i personaggi secondari che si alternano nella vicenda. Chi più, chi meno utili alla crescita personale della protagonista e dei suoi affetti più cari. Ma il romanzo in generale, può essere definito come un excursus sulla vita di questa donna che divide il suo tempo nei due luoghi simbolo di tutta la vicenda: la biblioteca di Itaque e Villa Miso (la casa di proprietà del marito dove Olga si trasferirà dopo le nozze). Un racconto sulla vita di una donna comune ma particolare, dai ricordi di infanzia fino alla morte in depressione.
L’amore e la solitudine, due facce della stessa medaglia
Se apparentemente la storia può sembrare un semplice racconto sulla vita di una donna, leggendo si capirà subito, fin dalle prime pagine, che non è così. Tanti gli spunti di riflessione che l’autrice ci lancia durante il racconto. Uno dei principali e dei più interessanti su cui riflettere è l’amore. Olga sembra quasi anaffettiva, e probabilmente lo è, ma riuscirà comunque ad amare, a modo suo, sia il marito che il figlio. Il rapporto tra lei e Gustavo, in particolare, sarà, un rapporto felice e i due si ameranno fino alla morte. Gustavo mette al centro della sua vita Olga e ci si attacca in maniera anche morbosa. Olga però non sembra fare altrettanto. Ama molto suo marito ma lo “condivide” con due presenze ingombranti che l’accompagneranno fino alla morte: Rossana ed Emilio.
Ecco gli altri due protagonisti della storia. Due presenze immaginarie che la mente di Olga fatica a tenere a bada, persino nei momenti intimi con suo marito. Probabilmente un retaggio della prima parte della sua vita, vissuta in solitudine in simbiosi con i libri. Emilio, l’amante di Olga, la proiezione dell’uomo perfetto; e Rossana, l’amica più sincera e spietata, quasi un alter ego, la proiezione di una donna soddisfatta e sicura di sé. Questo è forse il tratto più interessante di tutto il romanzo. Quanti di noi non hanno mai avuto un amico immaginario, non solo durante l’infanzia, con cui confrontarsi e a volte anche scontrarsi? Per Olga sono due presenze a volte anche molto moleste, ma che in qualche modo le permettono in alcuni casi di ragionare meglio su quello che sta vivendo.
Stile del racconto e considerazioni
Lo stile del racconto è ricco e pieno di particolari. L’autrice ci descrive nei minimi dettagli tutti i personaggi che si alternano nella vicenda, che siano questi fondamentali o meno per la comprensione del racconto. Descrizioni talmente ricche che a volte confondono, ma probabilmente sono necessarie per dare un quadro preciso della complessità e della varietà dell’esistenza umana. Giustamente fiera delle proprie origini isolane, la scrittrice trova il modo di inserire dei riferimenti alla sua Sardegna anche nel romanzo. Deliziose le descrizioni fatte con gli occhi di Edoardo quando fa un viaggio di lavoro sull’isola.
“Origami” è dettagliatissimo ed ha uno stile ricco. Le pagine quasi ti inondano di notizie e di sensazioni. A volte ti sembrano anche troppo da recepire con la lettura di una sola pagina o due. In alcuni tratti sembra che l’autrice sia preda di una sorta di “flusso di coscienza” e che ci voglia dare quante più informazioni possibili. La lettura complessiva però è assolutamente piacevole e fin dalle prime pagine, questa bizzarra protagonista, quasi un po’ antipatica inizialmente, ti trascina nel suo mondo e ti viene voglia di andare avanti con il racconto per capire se alla fine Olga sarà finalmente felice o almeno soddisfatta della sua vita.
Il finale lascia un po’ di amaro in bocca ed un leggero senso di incompiuto. Ma soprattutto ci lascia con un grande punto interrogativo: la piccola nipotina riuscirà a superare l’adolescenza intatta dopo tutti le vicende spiacevoli che ha dovuto affrontare? Ma soprattutto, è davvero così simile a nonna Olga? Chissà se l’autrice sta pensando di dare un seguito alle vicende della prestigiosa famiglia Miso.
Ilaria Festa