Decollata stamattina in California la navicella spaziale Dart, per testare le nostre capacità di deviare un asteroide. L’obiettivo della missione è Dimorphos, un asteroide con 170 metri di diametro non pericoloso per il nostro pianeta, che orbita attorno a un asteroide più grande, Didymos. L’impatto avverrà tra 11 mesi.
Dart e gli studi condotti fino ad ora
La navicella spaziale è stata lanciata all’interno di un razzo, Falcon 9, di SpaceX di Elon Musk, dalla base spaziale Vandberg in California.
Si intende verificare, su un asteroide innocuo, la possibilità di essere in grado di sventare minacce molto più grandi che potrebbero presentarsi. Per questo, si vuole cercare di deviare tragitto e velocità di Dimorphos.
DART (Double Asteroid Redirection Test) impiegherà quasi un anno per raggiungere l’obiettivo, su cui si schianterà ad una velocità di 6,6 chilometri al secondo. In questo modo Dart dovrebbe rallentare l’asteroide di un millimetro al secondo la sua velocità orbitale, deviandone la traiettoria. Quanto basta, quindi, per allontanarlo ed essere più osservabile anche dalla Terra.
LiciaCube rivelerà la collisione. Parliamo di un microsatellite italiano progettato dall’azienda di ingegneria aerospaziale di Torino, Argotec. Riprenderà l’impatto così da verificarne l’efficacia. Per farlo, pochi giorni prima di questo, si separerà da Dart seguendolo da vicino. La navicella spaziale è, inoltre, guidata da una telecamera di bordo, Draco, e da un software di navigazione autonoma.
Tom Statler, programmatore della missione Nasa spiega che: “Quello che ci preme di più è prevenire le collisioni con gli asteroidi delle dimensioni di Dimorphos, che sono quelli con più probabilità di venirci addosso”.
Infatti, esistono 10.000 asteroidi vicino alla terra, e stiamo parlando solo di quelli conosciuti. Ciascuno di questo ha una dimensione che si aggira intorno ai 140 metri e gli scienziati sostengono che ci siano almeno altri 15.000 oggetti simili che devono essere scoperti.
Anche se non costituiscono una minaccia in quanto, secondo gli esperti nessuno di questi presenta la possibilità di colpire la terra nei prossimi 100 anni, bisogna comunque tener conto che questi asteroidi appartengono a una classe di corpi celesti noti come NEO (Near-Earth Objects), i quali possono avvicinarsi alla terra entro i 30 miglia.
“Stiamo cercando di imparare a deviare una minaccia”, sono le parole di Thomas Zuburchen, capo del progetto Nasa. Un esperimento costato 325 milioni di dollari, il primo nel suo genere.
Per capire l’esito di questo studio, che potrebbe rivelarsi molto importante per il futuro, bisogna aspettare Settembre 2022, quando quando l’asteroide verrà intercettato a 11 milioni di chilometri di distanza dalla terra.
Seguici su Metropolitan Magazine: