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Pippo Baudo e quella protesta dei lavoratori a Sanremo ’84: cosa era successo

L’edizione del festival di Sanremo del 1984, vinta dalla coppia Albano e Romina Power, con il brano “Ci sarà”, fu segnata da una clamorosa protesta degli operai dell’Italsider di Genova che, in occasione della serata inaugurale, si radunarono in massa davanti al teatro Ariston per protestare energicamente contro un ampio piano di licenziamenti, previsti dall’azienda, chiedendo allo stesso tempo la sospensione immediata del festival che, in quell’anno, era presentato da Pippo Baudo. Subito dopo essere salito sul palco dell’Ariston, prima di dare il via alla gara canora, Super Pippo si rivolse agli spettatori presenti in sala e a quelli che seguivano la manifestazione da casa, in tv, con queste parole .

Tale edizione fu altresì segnata da una clamorosa protesta degli operai dell’Italsider di Genova, che in occasione della serata inaugurale si assieparono in massa davanti al teatro Ariston per manifestare contro un vasto piano di licenziamenti previsto dall’azienda, chiedendo al contempo il blocco del Festival. Lo stesso Pippo Baudo, dopo aver ascoltato le loro ragioni, acconsentì ad accogliere alcuni di loro sul palco, affinché potessero leggere in diretta televisiva le loro rivendicazioni.

“Ci sono i lavoratori dell’ Italsider che stannoviaggiando verso Sanremo per bloccare il festival perché hanno da protestare per una loro vertenza sindacale…”. E meno male che fece questo annuncio, altrimenti il festival sarebbe sicuramente naufragato! A un certo momento, dietro le quinte, il custode gli si avvicinò e gli disse, allarmato: “Questi vogliono entrare, spaccano tutto, sono davanti ai vetri dell’Ariston, minacciosi, lanciano monetine….”. Senza scomporsi più di tanto, con la proverbiale classe che lo contraddistingue e il suo solido savoir faire, Baudo presentò 3 cantanti di seguito, cosa mai successa prima, e uscì fuori con il megafono della polizia “C’è qualcuno della trimurti, tra voi?” (con quel termine si indicavano i tre sindacati più importanti, riuniti, laCGIL, la CISL e la UIL)…Dopo quelle parole si fecero avanti “tre bei panzoni con le tute” (parole di Pippo).

“Che c’è?” fece il più grosso dei tre, con aria infastidita

“Guardate che io ho già dato notizia, in diretta, di questo vostro proposito di fare una protesta contro il festival di Sanremo, quindi il pubblico lo sa!”

“Ma io non ci credo” continuò l’energumeno “perché tu sei uno stronzo”

“Benissimo! Allora venite dentro con me, lei mi dà il numero di casa, telefoniamo e chiederemo conferma di quanto le ho appena detto”

“Telefono io a casa mia e parlo con mia moglie”

 “Sono qui con Pippo Baudo, è vero che ha parlato di noi in diretta?” domandò dubbioso alla moglie. Per fortuna lei era davanti al televisore e stava seguendo il festival “Sì, è vero!” gli rispose.

A quella conferma i volti dei sindacalisti cambiarono espressione “E allora che facciamo?” domandò sempre il più grosso

“Adesso venite con me sul palcoscenico ed esponete al pubblico sanremese e televisivo le vostre ragioni di protesta” rispose deciso Baudo. Tutti gli dicevano di non farlo perché la cosa era rischiosa ma Pippo, sicuro del fatto suo, non ascoltò nessuno e portò i 3 sindacalisti in palcoscenico. “Interrompo la manifestazione musicale per un motivo serio, vi sono tre rappresentanti dell’Italsider i quali hanno un problema sindacale di estrema importanza e vogliono che tutto il paese ne venga a conoscenza” disse Baudo, con grande compostezza, davanti alle telecamere. I 3 sindacalisti, dal palco dell’Ariston, dissero delle cose belle e, alla fine, ringraziarono il pubblico per la squisita accoglienza che avevano ricevuto. Dietro le quinte, sempre quello più grosso si rivolse a Baudo e gli chiese: “Che me lo fai un autografo?”

“No, questo no” gli rispose Pippo “tu, adesso, mi stai prendendo in giro”

“No dai, faccio sul serio, fammi un autografo, ci tengo!”

“E vabbè, se proprio ci tieni, ti faccio l’autografo!”

“Lui tirò fuori un portafogli pieno, zeppo di fogli” racconta Baudo “cerca, cerca ma tra quei fogli non ne trovò uno libero da scritte per farsi fare l’autografo, alla fine tirò fuori la tessera del partito comunista con la faccia di Palmiro Togliatti e me la porse”

“ Non farmi firmare qua perché per te la tessera con la faccia di Togliatti rappresenta una cosa importante!” gli feci

“Ma firma sopra” mi rispose l’omone “Mi ha rotto i coglioni pure lui!”

Anche successivamente nel ’95. Allora un disoccupato quarantenne residente a Bologna, Pino Pagano, minacciò di suicidarsi gettandosi da una balaustra della galleria del teatro Ariston perchè senza lavoro e disperato e fu ‘salvatò in diretta tv da Pippo Baudo, che conduceva la rassegna. «Pippo mi perdoni, sono stato consigliato male», scrisse cinque anni dopo Pagano in un fax, rivelando di essere gravemente ammalato e di vedere tutto in una luce diversa. «Mi sono molto pentito delle cretinate che ho fatto, solo per guadagnare una manciata di milioni e un pòdi pubblicità in più – affermò – Ora vedo tutto sotto un’altra luce, provo altre emozioni». L’uomo dopo quell’episodio incise anche un disco e fece, sulla scia di quella breve notorietà, alcune serate in locali pubblici.

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