Polonia, arrestati oltre 50 migranti al confine con la Bielorussia

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Di Redazione Metropolitan

La Polonia ha annunciato di aver arrestato oltre 50 migranti al confine con la Bielorussia. Secondo quando riportato dalla Polizia, i migranti sarebbero entrati illegalmente nel paese attraversando la frontiera.

Crisi migratoria in Bielorussia: la polizia polacca arresta oltre 50 migranti

L’agenzia polacca PAP riporta che due gruppi di migranti erano riusciti a sfondare il recinto della frontiera tra Bielorussia e Polonia, attraversando il confine. Lo sfondamento è avvenuto tra i villaggi di Krynki e Bialowieza. Il portavoce della Polizia polacca, Tomasz Krupa, ha riportato all’AFP: “Nel corso delle ultime 24 ore, la polizia ha arrestato più di 50 persone vicino a Bialowieza dopo che avevano attraversato illegalmente la frontiera”.

Minsk spera in una “reazione congiunta” con Mosca per contrastare la crisi migratoria. A parlare è il ministro degli Esteri bielorusso Vladimir Makei, durante un colloquio con il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov. Nel suo discorso Makei ha accusato l’Occidente di aver orchestrato il tutto, causando la crisi migratoria per imporre nuove sanzioni alla Bielorussia. “In vista di un quinto round di sanzioni, di cui si parla già in Occidente, il pretesto utilizzato questa volta è la crisi migratoria causata dall’Ue e dai suoi membri di frontiera dalla Bielorussia“.

Per il ministro russo Lavror la crisi dei migranti è stata provocata dalle attività dell’occidente in Medio Oriente. “Credo che questi problemi dovrebbero essere risolti nel pieno rispetto dei principi del diritto internazionale umanitario e, naturalmente, non dovremmo dimenticare la radice del problema”, ha affermato il ministro in conferenza stampa. “La radice è la politica condotta da anni dai Paesi occidentali, inclusa la Nato e gli Stati membri dell’Ue, nei confronti del Medio Oriente e del Nord Africa, spingendo perché lì ci fosse una vita e una democrazia migliore, in stile occidentale”.

Il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko ha dichiarato che “non si piegherà davanti all’Europa“. La dichiarazione è stata fatta in occasione di una chiamata con il presidente russo Vladimir Putin, che sarebbe dietro l’orchestrazione della crisi dei migranti. Putin vorrebbe infatti ricostruire la posizione della Russia.

Forti accuse tra Polonia e Bielorussia

La Polonia accusa le forze di sicurezza bielorusse di aver “sparato colpi in aria, simulando situazioni pericolose” per destabilizzare ancora di più la situazione al confine. Ad affermarlo è Stanislaw Zayn, portavoce dei sevizi speciali di Varsavia, aggiungendo che sanno “anche che le autorità della Bielorussia stanno aiutando i migranti a distruggere le barriere al confine. Li vediamo portare loro gli strumenti per tagliare i cavi, per distruggere la recinzione”. Dall’altro lato la Bielorussia accusa Varsavia di aver fatto partire a sua volta degli spari, ma non ci sarebbero conferme.

Secondo Germania, Minks sta usando i profughi come arma contro l’Europa e chiede l’intervento dell’Unione Europea. “La Polonia o la Germania non possono gestire questo da sole”, ha detto al quotidiano Bild il ministro dell’Interno tedesco Horst Seehofer. Per la Francia, Lukashenko sta cercando di destabilizzare l’Europa organizzando un “traffico di migranti alla frontiera”. Sia Francia che Germania assicurano la loro solidarietà alla Polonia.

La Lituania ha dichiarato lo stato di emergenza al confine con al Bielorussia, partito il 10 novembre. A riportarlo è l’Agenzia Inerfax, che precisa che questo stato durerà un mese. La ministra dell’Interno lituana Agne Bilotaite ha dichiarato che si tratta di una misura precauzionale adottata in risposta alla situazione al confine tra Bielorussia e Polonia.

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