Post BREXIT: il dibattito greco sulle opere d’arte

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Di Redazione Metropolitan

Gli accordi commerciali post BREXIT devono affrontare anche i dibattiti e il tema caldo della restituzione delle opere d’arte. In particolare con il ministro della cultura greco.

Il dibattito Post brexit

Nell’epoca del post Brexit i dibattiti sono accesi, in particolare sui marmi Elgin provenienti dal Partenone di Atene.

E’ infatti di questi giorni la discussione tra i governi europei circa le posizioni nelle trattative per un futuro accordo commerciale post Brexit tra la Gran Bretagna e la Ue.

E sembra che, su richiesta della Grecia e con l’appoggio di Italia e Spagna, nella bozza di accordo post Brexit, sia previsto che: «Le parti dovranno affrontare le questioni relative alla restituzione ai Paesi di origine degli oggetti culturali rimossi illegalmente».

I Marmi del Partenone

Le autorità di Atene hanno negato che ci sia un riferimento diretto ai marmi del Partenone e di aver posto la loro restituzione come condizione per la chiusura dell’accordo.

Fregio del Partenone -post brexit - Processione - da wiki
Fregio del Partenone – Processione

I marmi che componevano il fregio del Partenone furono infatti portati in Inghilterra fra il 1801 e il 1805 da Lord Elgin.

Tuttavia il mese scorso il ministro della Cultura greco, Lina Mendoni, auspicava il sostegno dell’Unione per il ritorno ad Atene del fregio del Partenone.

Ma è probabile comunque che la clausola prevista nella bozza di accordo si riferisca solo alla necessità di maggiore cooperazione contro il contrabbando di opere d’arte, considerato che Londra è una delle capitali di tale commercio.

Il punto è che tale clausola riapre l’annoso dibattito dei capolavori custoditi nei musei britannici acquisiti in circostanze non limpidissime.

La Stele di AXUM

Negli ultimi anni soprattutto i Paesi africani hanno reclamato la restituzione di opere sottratte loro in epoca coloniale.

In un contesto diverso l’Italia aveva provveduto nel 2008 alla restituzione La Stele di AXUM all’Etiopia.

Stele di Axum -2 giugno 2002 da wikipedia
Stele di Axum -2 giugno 2002

La Stele venne rinvenuta alla fine del 1935 da soldati italiani impegnati nella guerra d’Etiopia, spezzata in 5 pezzi. Trasportata a Roma nel 1937 per decisione del Governo italiano fu ricomposta e collocata nei pressi del Circo Massimo, di fronte a quella che oggi è la sede della FAO. La restituzione della stele all’Etiopia era tra gli obblighi assunti dall’Italia con il Trattato di Pace del 1947 ed era rimasta a lungo sospesa. Molte infatti erano le preoccupazioni, sia per il rischio di provocare danni al monumento nel corso delle operazioni di smantellamento e trasporto e sia per gli elevati costi che l’Italia avrebbe dovuto assumere. Ma nel 1991 la dirigenza etiope aveva riproposto con forza il tema, ottenendo la promessa formale della restituzione. Nel 2002 si avviarono le procedure per la restituzione dell’obelisco di Axum che si conclusero nel 2008 con il riposizionamento dell’Obelisco in Etiopa.

Stele di Axum - dibattito - Axum 2009
Stele di Axum – Axum 2009

Il Governo italiano e quello etiope affidarono all’UNESCO il coordinamento delle operazioni di ricostruzione e riposizionamento dell’obelisco. I costi furono coperti interamente dal Governo italiano attraverso un contributo complessivo all’UNESCO di oltre 5 milioni di dollari.

Post Brexit e le restituzioni delle Opere d’Arte

La questione delle restituzioni ha sempre suscitato un ampio dibattito in tutta Europa. In Gran Bretagna diversi musei, incluso il British, hanno cominciato restituire alcune opere e sanare i torti del loro passato imperialista. Non tutti però sono d’accordo con queste restituzioni, in quanto alcuni sostengono che tali opere siano più al sicuro e più accessibili nei musei occidentali. Il British Museum organizzò qualche tempo fa una mostra su Auguste Rodin. Obiettivo della mostra era anche sostenere che il grande scultore francese si era potuto ispirare alle sculture greche in quanto queste erano accessibili a Londra; mentre gli sarebbe stato difficile esserne ispirato qualora fossero restate ad Atene. Purtroppo non sapremo mai se un qualche scultore greco avrebbe potuto fare meglio di Rodin, potendo ammirare nel proprio contesto culturale i fregi del Partenone.

di M.Cristina Cadolini