Le funzioni dell’intestino vanno ben oltre quella della semplice digestione (che già di per sé è tutt’altro che “semplice”): da tempo ormai studi clinici e ricerca in laboratorio hanno confermato che il tratto digerente è un vero e proprio “secondo cervello” che, tramite il sistema nervoso enterico, governa l’attività intestinale e addirittura influenza quella psichica e cerebrale. In questo articolo ci occuperemo di indagare i rapporti tra intestino e benessere della pelle, cercando di fare chiarezza sul ruolo dei probiotici nella protezione della flora batterica intestinale. Per iniziare, faremo un breve accenno al microbiota e proveremo a spiegare cosa sono i probiotici e perché possono rivelarsi estremamente importanti per la nostra salute, anche – nello specifico – quella della pelle.
Il microbiota intestinale: perché è così importante
Il punto è questo: l’intestino ospita un ingente numero di batteri “buoni” – la cosiddetta flora batterica intestinale – che costituisce il microbiota. Tra le varie funzioni del microbiota, che ha importanti ripercussioni anche sul sistema immunitario, alcune sono strettamente legate al benessere della pelle, tanto che l’industria cosmetica ha da tempo iniziato ad occuparsene, per confezionare prodotti per la skincare. In parole semplici, la bellezza e lo stato di salute della pelle sono fortemente condizionati dai microrganismi che popolano l’intestino: più il microbioma è forte, variegato e bilanciato, più le cellule epiteliali sono difese da agenti patogeni esterni, squilibri nel PH, eccessiva sensibilità e altre disfunzioni. Come prima conseguenza, avremo un’epidermide meno sensibile allo sviluppo di acne, dermatiti, rossori e irritazioni, oltre a vari tipi di discromie da ipersensibilità.
Probiotici: cosa sono e cosa fanno
I probiotici possono essere descritti come veri e propri microrganismi vivi, composti essenzialmente di batteri e lieviti, simili a quelli presenti naturalmente nel tratto intestinale. La loro “bontà” per l’organismo è testimoniata già dal nome: probiotico deriva da due termini greci, pro e bios, che accostati stanno per, letteralmente, “a favore della vita”. Una considerazione è qui doverosa: questa categoria di elementi non andrebbe confusa con quella dei prebiotici, che non sono microrganismi vivi ma sostanze di tipo alimentare non digeribili, il cui scopo è quello di nutrire e favorire selettivamente la crescita della flora batterica intestinale. In ogni caso, sia gli uni che gli altri si trovano spesso in formulazioni artificiali, prevalentemente integratori, con usi mirati: migliorare la funzionalità intestinale, proteggere e rinforzare il sistema immunitario, combattere la stanchezza fisica e mentale, e migliorare la qualità di pelle e capelli, appunto.
Attualmente l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) riconosce la validità dei probiotici come agenti che “favoriscono l’equilibrio della flora intestinale”, approvandone l’utilizzo in caso di squilibri dell’apparato digerente.
Il ruolo dei probiotici nell’equilibrio della cute
Se molte case farmaceutiche e cosmetiche hanno inserito i probiotici nelle proprie formulazioni, il motivo è chiaro: lo scopo è proprio quello di preservare la salute della naturale flora batterica intestinale, in modo che ne tragga beneficio anche la salute della pelle.
Dopo alcune settimane di trattamento, normalmente si notano miglioramenti nella robustezza dell’epidermide e nella sua resistenza a irritazioni e arrossamenti. Questi dati sono tanto più evidenti sui soggetti che dispongono di pelle sensibile o ipersensibile, soggetta ad acne o dermatiti. In questi casi, infatti, poter disporre di un microbiota efficiente e in salute rafforza la barriera cutanea dagli agenti esterni e da tutti quei processi infiammatori che dipendono da predisposizione genetica oppure da comportamenti scorretti (stile di vita sbagliato, stress e affaticamento eccessivi, lunga esposizione ad alti livelli di inquinamento atmosferico ecc.). Anche l’assunzione di farmaci, a volte, può avere come effetto collaterale quello di creare arrossamenti, eruzioni cutanee, addirittura reazioni allergiche: i probiotici, in questo caso, possono costituire una buona protezione da episodi del genere, a patto che quest’ultimi siano di lieve entità.
Alcuni casi specifici: acne e dermatite
Con questo, sia chiaro, non vogliamo affermare che tutti i problemi della pelle siano “curabili” con l’assunzione di probiotici. Il legame tra quest’ultimi e un miglioramento dello stato dell’epidermide è però, nella maggioranza dei casi, molto stretto. Importanti risultati sono stati osservati con due particolari manifestazioni cutanee: la dermatite e l’acne. Nel primo caso, i probiotici possono essere un valido aiuto, specialmente in caso di dermatite atopica (quella, ovvero, che non ha cause precisamente identificabili): il lievito Marxianus fragilis, un probiotico molto usato nella dermocosmesi, ha dato risultati incoraggianti, perché permette una normalizzazione dei valori delle Immunoglobuline di tipo E (IgE), quelle che caratterizzano questo tipo di patologia cutanea.
Nel caso dell’acne, invece, sono molti i probiotici che possono avere effetti positivi: in particolare, si consigliano quelli della famiglia Lactobacillus rhamnosus, un batterio che può avere effetti significativi nel contrastare i processi infiammatori alla base della manifestazione acneica, sia negli adolescenti sia negli adulti.