Processo Banca Etruria: tutti assolti sulle consulenze d’oro

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Di Redazione Metropolitan

Si conclude oggi il processo a Banca Etruria con l’assoluzione di tutti e 14 gli imputati, tra cui anche Boschi, il padre dell’ex vicepresidente della banca Maria Elena. Il procuratore Rossi conclude: “valuteremo se fare ricorso in appello”.

Si è concluso il processo a Banca Etruria con l’assoluzione di tutti i 14 imputati, tra cui anche il padre Boschi

Erano 14 gli imputati per il processo di Banca Etruria che li accusava di aver venduto consulenze d’oro. Tra i 14 spicca Pierluigi Boschi, il padre dell’ex vicepresidente della banca Maria Elena. Tutti gli imputati sono stati completamente assolti dalle accuse. “Il fatto non sussiste” concorda il giudice Ada Grignani dopo essersi ritirata più di un’ora in camera di consiglio. Le forti accuse ricadevano sui vertici di Banca Etruria per aver affidato delle presunte consulenze inutili di un valore pari a 4 milioni di euro, quando la banca si trovava già in condizioni di crisi.

Il processo si è tenuto nel tribunale di Arezzo, dove il pm Angela Masiello aveva chiesto una condanna di 1 anno per Boschi e dagli 8 ai 10 mesi per gli altri 13 imputati coinvolti nel procedimento legale. Gli imputati erano anche accusati di bancarotta colposa per una serie di consulenze allo scopo di una fusione con la Banca Popolare di Vicenza. Operazione non portata poi a termine dall’istituto di credito. Il procuratore Rossi afferma dopo la conclusione del processo:

 “Aspettiamo le motivazioni, poi valuteremo se fare ricorso in appello”

Le parole di Maria Elena Boschi

Maria Elena Boschi, figlia dell’imputato ed ex vicepresidente di Banca Etruria ha scritto queste parole su Facebook al termine del processo ad Arezzo:  

“Oggi ho pianto. Avevo giurato a me stessa che non avrei mai pianto per Banca Etruria. Oggi l’ho fatto. E non ho paura di ammetterlo in pubblico. Ho pianto come una bambina, in ufficio, alla Camera. Ho pianto perché mio padre è stato assolto dall’ultima accusa che gli veniva mossa su Banca Etruria. Con oggi si chiude un calvario lungo sette anni. E si chiude nell’unico modo possibile: con la certezza che mio padre era innocente”.

Camilla Tecchio