A più di un anno dalla sua scomparsa viene alla luce un’intervista inedita dell’attore Ray Liotta. L’attore infatti si era raccontato sulla rivista Deadline, alla quale ha raccontato un suo grande rimpianto. Liotta ha infatti rivelato di aver perso l’opportunità di essere protagonista nel celebre film “Batman” diretto da Tim Burton, e di aver rifiutato il ruolo in un momento di incertezza giovanile. “Sono stato un imbecille” aveva confessato.
Ray Liotta e l’incontro con Martin Scorsese
Ci sono alcuni estratti di questa intervista che vale la pena leggere, per comprendere al meglio Liotta come artista e come persona. Il suo grande rimpianto, di cui non aveva mai fatto parola, è stato quello di aver rifiutato l’opportunità di lavorare con un regista visionario come Tim Burton. Eppure, la sua carriera, fortunatamente, è costellata di ruoli chiave e pilastri della storia del cinema. Ma come è avvenuto l’incontro con Burton?
“Era uscito “Qualcosa di travolgente”, e stavo attirando l’attenzione per quello. Il mio agente mi ha chiamato e ha detto: ‘Tim Burton vorrebbe incontrarti. Sta lavorando a un film, Batman.’ All’epoca non c’erano praticamente film sui supereroi. Quello era il primo. Ho detto: ‘Ma stai scherzando? Batman?!’ Pensavo: ‘No, è stupido.’ Chi era stupido? Io ero lo stupido, perché non avevo capito“.
Ray Liotta nell’intervista a Deadline. Fonte: movieplayer.it
Pare infatti che la decisione di rifiutare il ruolo di Batman sia stata una scelta molto sofferta nella carriera di Liotta. Che ha ripensato per anni a quell’opportunità persa, con una combinazione di rimpianto e saggezza. Infatti, nonostante l’attore abbia ottenuto grandissimo successo con una serie di ruoli indimenticabili, il personaggio di Batman avrebbe potuto essere una parte fondamentale nella sua carriera. Ma c’è stato un altro incontro che gli ha cambiato letteralmente la vita: quello con Martin Scorsese.
“Sono stato la prima persona che Martin Scorsese ha incontrato per “Quei bravi ragazzi”, e mi ci è voluto un anno per ottenere il ruolo. Ero al Festival del Cinema di Venezia con “Dominick ed Eugene” e [Scorsese] ha detto: ‘Fammi vedere’. All’epoca c’erano ancora le videocassette. Mio padre ed io eravamo all’Hotel Excelsior. Guardavamo giù e c’era tutta questa folla di gente, e mio padre ha detto: ‘Che diavolo sta succedendo?’ Ho detto: ‘Papà, quello è Marty Scorsese. Quello è il regista.’ Era lì con “L’ultima tentazione di Cristo”. Riceveva minacce, quindi aveva tutta questa scorta di guardie intorno a lui, e mentre mi avvicinavo, loro si sono messi in mezzo. Ho detto: ‘Voglio solo parlare con Marty.’ Lui mi ha visto fare così, e ha detto che è stato in quel momento che ha capito che voleva darmi il ruolo [di Henry Hill], perché aveva appena rivisto in me il tipo aggressivo di ‘Qualcosa di travolgente’. Gli ho detto: ‘Dammi quello che vuoi, lo farò’. È andata così e non immaginavo certo dove mi avrebbe portato quel ruolo“.
Ray Liotta nell’intervista a Deadline. Fonte: movieplayer.it
Marianna Soru
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