Rugby, 6 nazioni: Italia cara ciao

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Di Redazione Metropolitan

Dopo la sconfitta contro il Galles si aprono forti polemiche per la nazionale azzurra alimentate soprattutto dai giornali britannici secondo i quali non meritiamo più di rimanere nel 6 nazioni. Pesanti le parole del The Indipendent

Dopo la palese sconfitta contro il Galles sabato scorso in occasione della seconda giornata del 6 nazioni sulla nazionale azzurra sono scese molte critiche. L’Italia esce sconfitta per la 19^ partita consecutiva in questo torneo nonostante una buona prestazione degli azzurri che però vengono messi sotto per la maggior parte della partita. Dure, durissime le parole che sono uscite dalla stampa britannica, soprattutto dal “The Indipendent” che ormai come dichiarato non vuole più la Federazione Italiana Rugby tra le grandi d’Europa. Un colpo basso per noi che ben 20 anni fa abbiamo fatto l’esordio, tra l’altro in grande stile, con la vittoria contro la Scozia in questo torneo. Pesanti però i tre whitewash (concludere il torneo senza neanche un punto) raccolti negli ultimi 3 anni, senza calcolare il quarto che può arrivare quest’anno.

Qui il link dll’articolo presente sull’Indipendent

Adesso sono tanti, forse troppi i punti da analizzare, sicuramente l’Italia non solo non riesce a vincere ma neanche a convincere. Rispetto a 20 anni fa il rugby si è spostato verso un livello più professionistico e magari tutti si aspettavano che in una nazione dove la fa da padrona il calcio, questo movimento sarebbe riuscito a stare a passo con il tempo ed imporsi come uno degli sport nazionali.
Situazione che in Italia non è avvenuta però parliamo solo di venti, trenta anni fa, quando già c’erano altri sport che si erano spostati già da tempo verso il professionismo rispetto alla palla ovale, ad esempio in Italia solo 20 anni fa abbiamo potuto cominciare ad apprezzare la bellezza del rugby professionistico. Si parla da tempo che il rugby è il secondo sport nazionale, invece NO! per numero di iscritti la federazione italiana rugby è al 16° posto nel nostro paese, piazzata subito alle spalle della più blasonata federazione di bocce. Eh già sembra strano ma è cosi.

Un’altra cosa che c’è da menzionare il fatto che noi come nazionale stiamo ancora aspettando il nuovo Dominguez, il nuovo fenomeno che può farci vincere le partite, criticando spesso i giocatori che abbiamo. Ad Oggi in quel ruolo gioca Tommaso Allan, sicuramente non è mister 1000 punti ma non si può screditare un giocatore che con il proprio club sta raggiungendo traguardi importanti come nessun’altra squadra italiana ha mai fatto.

Un’altra motivazione forte ed importante e che spesso lascia il tempo che trova è il fattore geografico, sport troppo praticato al nord e quasi per niente dal centro Italia in giù, squadre ben organizzate in Veneto, Lombardia e con un forte impulso economico rispetto alle altre regioni italiane, fattore che spesso viene fatto risentire da queste regioni nel cercando quasi di escludere e denigrare il resto d’Italia nel praticare questo sport.

Foto Alfredo Falcone – LaPresse 24/11/2018 Roma ( Italia)Sport RugbyItalia –

Un’altra motivazione da menzionare sono le giovanili, forse poco si fà per cercare di portare molti più ragazzi a praticare questo sport, forse bisogna ripartire proprio da quelle per dare una spinta importante a questo movimento creando delle forti fondamenta per il futuro, facendo crescere magari i futuri fenomeni di questo sport.

Un’altra motivazione è che spesso non vengono divulgate notizie dalla stampa, vogliamo intendere e non se la prenda nessuno per questo, oltre i magazine e i siti online specializzati in questo sport non ci sono altri che spesso parlano del rugby. In tv sentiamo divulgare solo di striscio come notizia finale quando gioca la nazionale ma nessuno sà chi ha vinto il campionato italiano l’anno precedente. Fondamentale la divulgazione di questo sport anche tramite la stampa, senza nessuna gelosia per coloro che già se ne occupano.

Tante, forse troppe le motivazioni da analizzare per cercare di comprendere la decadenza di un intero movimento. Decadenza che si è resa nota sabato scorso nella partita contro il Galles in uno stadio olimpico semi-vuoto, solo 38000 le presenze di cui gran parte provenivano oltremanica. Quella forse la più grande sconfitta per una federazione che raccoglie intorno a se sempre meno interesse e sempre meno appassionati e della quale si è presa gioco anche la stampa estera.

Certamente le parole pubblicate dal giornale britannico sono forti e fanno male, ormai però è chiaro ci vogliono fuori dal torneo. Siamo troppo deboli per stare a passo con loro, troppa la distanza tra le altre del 6 nazioni, forse meglio la Georgia. D’altronde molti la preferiscono. Però vogliamo mettere Roma con Tbilisi? Certamente no, nessuno rinuncerebbe nel passare un bel fine settimana nella capitale italiana con la possibilità oltre di assistere alla partita di poter osservare le magneficenze che solo Roma può offrire, oltre alla propria cucina e i propri paesaggi. Opuure meglio ridimensionare il torneo riportandolo al vecchio stile, con solo 5 rappresentanti.

Adesso per la federazione è il momento di fare i propri conti e cercare di rimboccarsi le maniche per dare nuova linfa a questo movimento che da troppo tempo cerca un esplosione in Italia non arriva cercando di riportare gente allo stadio per seguire la nazionale e dare la possibilità a molti appassionati e molti sportivi di seguire con costanza le vicende di questo sport, allargandolo al pubblico anche meno esperto e farlo capire con parole semplici e chiare. Sicuramente nei prossimi giorni si farà ancora più dura per la nazionale italiana in vista dei prossimi impegni in questo torneo, solo una vittoria di prestigio può togliere la nazionale di O’Shea dalle pesanti critche che giungono addosso agli azzurri, non solo da parte della stampa estera ma anche all’interno del proprio movimento sembrano uscire forti malumori. Insomma non una situazione facile per il rugby italiano in questo momento.

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