Sangiovanni, a “Le Iene”: “Ho iniziato a fare musica perchè nessuno voleva ascoltarmi”

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Di Redazione Metropolitan

Sangiovanni si lascia andare sulle difficoltà che ha provato da adolescente, nell’essere ascoltato e capito: nel monologo in onda a “Le Iene”, il giovane cantautore parla delicatamente di come il suo amore per la musica lo abbia aiutato a esprimersi, superando ansie e paure. E di come, dopo il successo, abbia deciso di chiedere aiuto e ricorrere alla psicoterapia per affrontare un momento difficile e “tornare a volare”.

Queste le sue parole:

“Ho iniziato a fare musica perché nessuno voleva ascoltarmi. Parlavo e nessuno capiva. Così ho iniziato a mettere in musica i miei pensieri. È stata la mia prima terapia: finalmente avevo qualcuno con cui dialogare, una voce che mi chiamava anche nel cuore della notte, che mi faceva battere il cuore, un orecchio a cui confidare ansie, problemi e paranoie, che improvvisamente svanivano. Ho chiesto aiuto alla musica e lei mi ha teso una mano. Mi ha permesso di volare.

Sangiovanni, il monologo a “Le Iene”

Poi è arrivato il successo. È stato tutto enorme, anche le aspettative. Ansie, problemi e paranoie che la musica faceva svanire sono tornate. La soluzione era diventata il problema. Ovviamente mi è crollato il mondo addosso. Mi ha fatto cadere.  E un’altra volta ho dovuto chiedere aiuto, e cercare qualcuno che mi tendesse una mano.Sono andato in terapia. Ho pagato qualcuno per ascoltarmi. Non una madre, un padre o una fidanzata, ma qualcuno a cui puoi dir tutto senza il rischio di ferirlo, che non ti giudica, che sta lì per aiutarti a stare bene.

Raccontarsi non è facile. Può essere doloroso. Ma la terapia è come la palestra: devi farla spesso e sentire la fatica, il sudore, i muscoli indolenziti. Sono sceso sul mio fondo e ho accettato la sofferenza che mi ci ha portato. E, anche se sono un privilegiato, so che ci saranno comunque momenti in cui soffrirò. Ma ho smesso di vergognarmene perché ho capito che in ogni forma di dolore c’è sempre una forma di dignità. A volte mi sento forte, più spesso non mi sento in grado, ma quando succede ho imparato che posso chiedere aiuto e che qualcuno mi tenderà una mano. Chiedere aiuto non è una debolezza ma una forza. Fatelo, per tornare a volare.”.

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