
Che i registi statunitensi amino raccontare “storie vere” è evidente. Molti ottimi film hanno vinto i premi più ambiti costruendosi interamente su personaggi realmente esistiti. Senza entrare nel merito di una scelta oggi quasi obbligata, tra questi film si inserisce Captain Phillips – Attacco in mare aperto (2013). Protagonista della pellicola è Tom Hanks, candidato ai Golden Globe come miglior attore per l’interpretazione del coraggioso capitano.

La storia di Captain Phillips
È il 28 marzo 2009 quando Richard Phillips lascia gli Stati Uniti per una missione umanitaria. Indossata la divisa da comandante, si mette a capo della nave Maersk Alabama che trasporterà cibo e beni di prima necessità in Kenya. Racconta però Phillips nella sua autobiografia Il dovere di un capitano come, arrivati in acque extra-territoriali, lui e il suo equipaggio fossero stati vittime di una banda di pirati somali, e come a lui fosse toccato prendersi le responsabilità imposte dal suo ruolo.
Inganna i pirati con vari stratagemmi, si offre poi come ostaggio per salvare i suoi venti compagni e a quel punto trascorre con gli aguzzini cinque giorni su una scialuppa fino al salvataggio. Phillips per queste azioni è stato accolto al suo rientro negli Stati Uniti come eroe e ospitato alla Casa Bianca. Immediate furono tuttavia all’uscita del film le reazioni dell’equipaggio, che non rivide nel personaggio di Tom Hanks il comandante arrogante e superficiale per cui aveva lavorato. Se l’arte sublima la storia e spesso sa imporsi più di quella, e se Richard Phillips è una figura controversa, il Captain Phillips del film rimane però un modello di coraggio ed eroismo da seguire.
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Manuela Famà